Maturità, addio storia: la sceglieva solo l’1,1%

Alla prima prova non ci sarà più il tema storico. In tutte le scuole va forte il saggio breve

Due citazioni, una di Alcide De Gasperi e una di Aldo Moro, sull’ideale di cooperazione internazionale che si stava affermando in Italia e in Europa durante le prime fasi della “distensione”. È su questo tema che alcuni studenti italiani si sono confrontati l’anno scorso per superare la prima prova degli esami di Stato. A partire dalla maturità 2019, però, la traccia di storia sparirà dalle opzioni previste dal ministero dell’Istruzione. Una decisione avallata dal ministro leghista Marco Bussetti e che, nel corso degli ultimi mesi, ha sollevato non poche polemiche. Cosa dicono i numeri?

Quale traccia scegliere alla prima prova

Il grafico sopra mostra quali sono state le tracce più scelte dagli studenti per la prova di italiano alla maturità 2018. In cima alla classifica c’è l’articolo di giornale/saggio breve (un testo scritto in forma argomentativa) di ambito artistico-letterario. L’ha scelto il 22,1% degli studenti, percentuale che sale fino al 30,4% fra i liceali. Negli istituti tecnici, invece, l’ambito artistico-letterario è stato battuto da quello socio-economico (19,9%) e da quello tecnico-scientifico (18,8%).

In seconda posizione fra le tracce più scelte della prima prova, però, c’è la cosiddetta analisi del testo (cioè analisi di uno o più testi letterari, in prosa o in poesia). In media ha deciso di affrontarla il 18,5% degli studenti, nonostante il brano da analizzare fosse un estratto de Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani (non uno degli autori più trattati nelle scuole, data l’ampiezza dei programmi nazionali). A seguire ci sono le altre tracce da scrivere in forma di saggio breve, poi il cosiddetto “tema generale” (scelto nel 14,8% dei casi), spesso riguardante argomenti di attualità, mentre per trovare il tema storico vero e proprio bisogna guardare all’ultimo gradino della classifica. Nel 2018 è stato scelto solo dall’1,1% degli studenti. La percentuale scende ulteriormente nel caso dei licei (0,9%), mentre sono gli alunni degli istituti tecnici ad averlo affrontato in numero maggiore (se di “maggiore” si può parlare, dato che il dato si ferma all’1,3%).

Niente storia alla maturità 2019?

Il tema storico, quindi, sparirà fra le tracce della maturità 2019, considerato anche il fatto che gli studenti interessati a svolgerlo erano davvero molto pochi. Eppure non sono affatto poche le polemiche esplose a mezzo stampa fra esponenti del governo e intellettuali di destra e di sinistra, con i primi intenti a difendere la riforma degli esami di Stato e i secondi sulle barricate per l’eliminazione della storia dalle materie “degne” di essere affrontate singolarmente in una traccia della prima prova. Sullo sfondo del dibattito, diverse statistiche non così confortanti sulla scolarizzazione del Paese: è un fatto, ad esempio, che gli italiani leggano in media 5 minuti al giorno. Secondo l’Ocse, poi, un terzo dei cittadini ha solo la terza media.

Per correttezza, però, bisogna ricordare che la storia non sparirà in toto dagli esami di Stato. Le altre tracce previste a partire dalla maturità 2019 potranno fare riferimento a diversi ambiti: artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico, sociale. Starà agli esperti del ministero decidere a quali ambiti dare maggiore spazio. Con il rischio, però, che di anno in anno la storia possa scivolare in secondo piano rispetto ad altre materie ritenute più “importanti” o preferite dagli stessi studenti. Una decisione a loro vantaggio? Oppure no?

Maturità 2019, tutte le info

Tema storico a parte, questi sono i numeri divulgati dal Miur sulla maturità 2019: ad oggi gli studenti chiamati a svolgere gli esami di Stato sono 520.263 (di cui 502.607 interni e 17.656 esterni), ma il numero potrebbe calare con le eventuali bocciature di fine anno che verranno decise nei prossimi giorni. In totale si tratta di 26.188 classi, presiedute da 13.161 commissioni d’Esame.

Le commissioni sono circa la metà rispetto alle classi, perché ogni “collegio” di docenti, interni ed esterni, presiede una sezione composta da almeno 2 classi. Per capire quali sono i propri commissari esterni, questo è il motore di ricerca messo a disposizione dal ministero dell’Istruzione.

I dati si riferiscono al: 2018-2019

Fonte: Miur

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