Riparte la scuola, ma solo 1 su 3 è accessibile ai disabili

Al Sud la percentuale scende sotto il 30%, Val d’Aosta al 66,8%

Il nuovo anno scolastico è al via dopo il blocco per il coronavirus, ma la semplice azione di andare a scuola rappresenta ancora un problema per molti bambini e ragazzi in un’età compresa tra i 3 e i 18 anni. L’inclusione scolastica passa, infatti, anche per l’abbattimento delle barriere architettoniche che impediscono ai disabile di fruire di un loro diritto.

L’inclusione scolastica e l’accessibilità

L’ultima indagine effettuata dall’Istat sul mondo della scuola in Italia ha coinvolto 55.209 scuole frequentate da più di 284 mila alunni con sostegno nell’anno scolastico 2018/2019. Il grafico qui sopra mostra la mappa delle regioni italiane, raggruppate per colore, in base alla percentuale di istituti presenti sul territorio che non presentano barriere architettoniche. La media italiana è di un misero 34,4% di accessibilità delle scuole, significa che solo poco più di una scuola su tre non presenta barriere architettoniche.  Spicca la Valle d’Aosta, prima regione italiana per assenza di barriere, con oltre il 66, 8% di scuole accessibili a tutti, ovvero due terzi, quai il doppio della media italiana. La piccola regione è però un’eccezione.

C’è poi una parte del Nord Italia, cioè Friuli, Lombardia, Emilia Romagna, in cui la percentuale di scuole prive di barriere architettoniche supera il 40%

Gran parte delle altre regioni si posiziona tra il 30% e il 40%. Vi è un divario tra Nord e Sud, con quest’ultimo in media con meno scuole attrezzate, e questo dato certamente mette ancora una volta in luce la valenza, anche nel mondo della scuola, della variabile economica. Tuttavia vi sono anche significative eccezioni. Per esempio la Sardegna con un 38,1% di istituti in regola in quanto a inclusione scolastica supera il Trentino Alto Adige, dove ci si ferma più di 6 punti indietro. E se la Campania è pecora nera con solo il 24%, Puglia e Basilicata superano seppur di pochissimo la media italiana, ma anche la Liguria, la seconda regione peggiore con solo il 26,1%.

In generale la situazione peggiora se si considerano le barriere senso-percettive, ovvero quegli ostacoli per persone non vedenti. Da questo punto di vista la percentuale delle scuole a norma scende al 18,2%, con quote del 13,8% in media nelle regioni del sud.

Le attività di sostegno ai disabili

Come detto in apertura, i ragazzi che necessitano di un sostegno sono poco più di 284 mila, cioè circa 3,3% di tutti gli iscritti nelle scuole italiane. Secondo il Miur gli insegnanti di sostegno in attività sono 173.000, significa che ogni insegnante ha in carico 1,6 alunni con una concentrazione delle attività di sostegno maggiore al Sud. Il 41,9% degli alunni che necessita di un sostegno presenta una disabilità intellettiva, il 26,3% disturbi dello sviluppo, il 19,5% di attenzione e comportamentali e il 19% i disturbi del linguaggio.

I dati si riferiscono al: 2017/2018

Fonte: Istat, Miur

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