La spending review dei ministeriali: -0,21% in 3 anni

Risparmi per 1,1 miliardi entro il 2020. Il calo più importante ai Beni culturali (-4,22%) e Sviluppo (-3,71%)

Quello che mostra il grafico sopra è il budget dell’amministrazione centrale, cioè le spese dello Stato per quest’anno, per il 2019 e 2020 come risulta dal bilancio di previsione del governo Gentiloni redatto nel giugno del 2017.

Quanto spende lo Stato

Stiamo parlando di solo una parte delle spese dello Stato sostenute ogni anno ma, in un certo senso, è tra le più significative, perché riguarda i ministeri. Per intenderci: nel 2018 si tratta di 92 miliardi 475 milioni 98 mila euro di spesa su 539 miliardi, 939 milioni e 476 mila che rappresentano i costi dislocati, ovvero, quelli versati ad altre amministrazioni pubbliche (quelle locali per esempio), famiglie, istituzioni private, imprese, organismi internazionali (come la Ue).
Questi 92,4 miliardi sono l’unica porzione della spesa pubblica per la quale sono misurabili in modo molto preciso i costi per il personale. E la notizia è che in effetti calano più di quanto facciano le altre spese dello Stato, come mostra, appunto, il grafico sopra.

Il costo del personale

La percentuale del costo del personale dell’amministrazione centrale appare sempre minore, seppur di poco.
Il costo generale del personale è, nel 2018, pari all’85,65% del totale della spesa centrale e al 14,67% di quella totale, e scenderà, nel 2019, rispettivamente all’85,52% e al 14,65% per poi calare ulteriormente nel 2020 all’85,44% e al 14,29%. Significa che, a fronte di un taglio generale del 1,23% della spesa dell’Amministrazione centrale, corrispondente a 1 miliardo e 139 milioni, il costo del personale scende, in valori assoluti, dell’1,47%, ovvero di 1 miliardo e 167 milioni mentre appena dello 0,21% in valori percentuali sul totale della spesa centrale in tre anni.

Di fatto è il risparmio sugli stipendi dei dipendenti che provoca quello generale e compensa quei capitoli nei quali vi è, invece, un aumento. Per esempio negli ammortamenti, dove in due anni ci sarà una crescita del 9,52%.
Il report della Ragioneria Generale sulle spese dello Stato ci dice che si tratta soprattutto dell’aumento delle spese dello Stato pluriennali in alcuni settori in cui sono stati pesanti investimenti (appunto ammortizzati in più esercizi annuali), come la Difesa, con più acquisti di armamenti, e nell’ambito dell’hardware per esempio per l’introduzione della carta d’identità elettronica.

Stipendi dei ministeriali e stipendi dei ministeriali

All’interno del campo più ampio del costo del personale le retribuzioni, che ne sono la componente largamente maggioritaria, mostrano un calo del 1,58%. E’ la parte riguardante gli altri costi del personale che, invece, sale del 2,24% pari a circa 50 milioni a causa della crescita di quei costi non facilmente quantificabili in anticipo riguardanti per esempio il settore della Istruzione, in cui non si può sapere quante supplenze brevi saranno necessarie, o della Difesa, in cui si lascia un margine per spese straordinarie per eccezionali esigenze di sicurezza. Queste incertezze, e quindi questa voce “altra”, sono sempre state presenti, ma ora è previsto un aumento a causa dell’incremento del numero degli insegnanti e per le misure anti-terrorismo.
In ogni caso è una voce che riguarda meno del 3% di tutti i costi del personale, il cui calo viene solo lievemente scalfito da questi incrementi. Qui sotto sono indicate le variazioni percentuali tra il 2018 e il 2020.

I ministeri si differenziano molto in base all’incidenza del costo del personale. Rispetto a una media dell’85,65%, almeno per il 2018, vi sono realtà in cui gli stipendi contano per meno della metà della spesa totale centrale. Per esempio nel ministero dell’Economia e delle Finanze, dove in stipendi se ne va il 49,53% della spesa complessiva, o dell’Ambiente: 35,27%.

In quali ministeri si spende di più

Nel grafico sotto questi valori sono espressi in valori assoluti, cioè in miliardi di euro e si nota che al ministero dell’Istruzione e dell’Università il personale assorbe il 96,58% della spesa e, anzi, i quasi 43 miliardi di stipendi a insegnanti e personale non docente sono di fatto più della metà della spesa totale per il personale, che è poco meno di 80 miliardi.
Sopra l’80% l’incidenza del costo delle retribuzioni sul totale anche nel ministero degli Esteri, dell’Interno e della Difesa, con rispettivamente l’81,13%, l’84,88%, l’83,54%. E del resto si tratta di ambiti in cui è in gioco più che altrove il capitale umano, se pensiamo al grande numero di personale impiegato nella sicurezza, nelle forze armate, nel corpo diplomatico in giro per il mondo.

Ed è proprio il ministero dell’Istruzione quello in cui sarà effettuata la spending review più incisiva nei costi del personale.

Dove si tagliano di più le spese dello Stato

Nel complesso vi sarà, sempre parlando di spesa centrale, un calo di 1 miliardo 167 milioni e 337 mila euro degli stipendi, e la gran parte di questa, 874 milioni e 736 mila, sarà decurtata proprio da questo ministero, dove la diminuzione delle uscite supererà il 2%. Il grafico sotto mostra esattamente questo: quanto è previsto che si tagli nel capitolo del costo del personale ministero per ministero tra il 2018 e il 2020.

In percentuale sono il ministero dello Sviluppo economico e quello dei Beni culturali quelli dove si useranno di più le forbici, con un -3,71% e un -4,22% rispettivamente. Al contrario vi sono anche ministeri in cui si spenderà di più. Si tratta di quello degli Affari esteri, con un +0,46%, e quello delle infrastrutture, con un +1,11%. Negli altri casi si rimane piuttosto vicino alla media generale.

Se, quindi, è vero che nella maggior parte dei ministeri è previsto un calo nel costo del personale, è anche vero che i ministeriali sono stati per anni privilegiati con stipendi decisamente “fuori norma”.

I dati si riferiscono al: 2018-2020

Fonte: Ragioneria Generale dello Stato

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