I ministeri che costano di più: primo il Mef

Tra 2019 e 2020 i fondi dei dicasteri sono cresciuti del 233,8 miliardi

Il governo Draghi è pronto a partire con un esecutivo composto da politici ma anche da tecnici. Ed è un tecnico scelto da Draghi il ministero dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco. Il Mef non a caso è il ministero che pesa di più sul bilancio dello Stato. Quindi, dopo aver visto quali sono i numeri dei ministri, analizziamo quanto spendono i ministeri che guideranno e, soprattutto, come si è allargata la loro spesa con la pandemia.

I ministeri italiani e la pandemia da coronavirus

Il 2020 ha visto una delle maggiori espansioni dello Stato della storia d’Italia, paragonabile, fatte le debite proporzioni, a quella che ci ha interessato durante le guerre. La pandemia ha distrutto o gravemente menomato molti settori che non hanno potuto fare a meno dei sussidi dello Stato, che ha dovuto sostenere naturalmente anche i lavoratori senza un’occupazione o un’attività.

Il risultato è che la spesa totale centrale dello Stato, che era stata di 871 miliardi e 112 milioni nel 2019 è diventata di 1.104 miliardi e 942 milioni nel 2020. E a guardare gli stanziamenti programmati i 1000 miliardi saranno superati anche quest’anno e i due prossimi.

La spesa centrale dello Stato

Nel 2021 dovrebbero essere spesi 1.060 miliardi e 697 milioni, nel 2022 1.033 miliardi e 421 milioni, che nel 2023 aumenterebbero a 1.106 miliardi e 34 milioni. E l’impatto dell’emergenza si nota anche nei diversi ritmi di crescita della spesa dei ministeri. Quello dell’Economia e delle Finanze, che già faceva la parte del leone, diventa ancora più importante. Spendeva nel 2019 584 miliardi e 494 milioni, che ammontavano al 67,1% del totale. Sono diventati 755 miliardi e 175 milioni nel 2020, il 68,35% della spesa complessiva, e saranno 732 miliardi e 432 milioni quest’anno, rappresentando una quota ancora maggiore del totale, il 69,05%.

La fetta del ministero dell’Economia è così grande anche perché è inclusa la spesa legata al debito, che ammonta a più di 300 miliardi, ma non è questa che è in crescita, bensì quella legata all’emergenza economica e sanitaria.

spesa dei ministeri

persone rappresentate

La spesa dei ministeri: il ruolo del sostegno a imprese e lavoro

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare non sono gli stanziamenti del ministero della Salute ad avere determinato, assieme a quelli del ministero dell’Economia, la crescita della spesa pubblica. Perché i fondi centrali di tale ministero sono ridottissimi, essendo le competenze regionali. Vi è stato tra 2019 e 2020 un grande incremento, del 57,5% ma in valore assoluto si è trattato solo di un miliardo e 199 milioni.

La grandissima parte dell’incremento della spesa dei ministeri e quindi dello Stato è consistito in altri filoni. Che si scoprono analizzando il bilancio dello Stato per missioni e programmi. Ed emerge che tra 2019 e 2020 sono aumentate da 123 miliardi e 141 milioni a 150 miliardi e 536 milioni le erogazioni agli enti locali, incluso il concorso dello Stato alla spesa sanitaria, che è la parte preponderante di tale missione.

E poi vi è l’esplosione della voce di programma Incentivi alle imprese per interventi di sostegno, che è andata, sempre tra 2019 e 2020 da poco più di un miliardo a 82 miliardi e 30 milioni. Si tratta dei ristori e delle agevolazioni per imprese, negozi, attività economiche. Imponente anche l’incremento della missione Politiche per il lavoro, cresciute dagli 11 miliardi e 448 milioni del 2019 ai 41 miliardi e 263 milioni del 2020. Qui vi è la spesa per la cassa integrazione in deroga allargata a tutte le imprese. E si tratta di voci di spesa che in gran parte ricadono sotto il ministero dell’economia, tranne che probabilmente quest’ultima riguardante il lavoro

Gli aumenti delle spese dei ministeri di lavoro e sviluppo

Oltre a quella dell’economia infatti risulta in aumento anche la spesa dei ministeri del lavoro e dello sviluppo. Nel primo caso rispetto ai 134 miliardi e 562 milioni del 2019 si è passati ai 178 miliardi e 241 milioni nel 2020, probabilmente appunto grazie agli stanziamenti per la cassa integrazione. Spesa che dovrebbe rientrare quest’anno e nel 2022 e nel 2023, tanto che è prevista una riduzione generale degli esborsi che l’anno prossimo dovrebbero scendere a 146 miliardi e 103 milioni.

Nel secondo caso vi è un raddoppio, da 7 miliardi e 150 milioni a 14 e 559 milioni. Dovendo però crollare anche la spesa per il sostegno alle imprese con la fine dei ristori, tornando sotto i 30 miliardi nel 2023, si spiega anche perché in generale quella del ministero dello sviluppo è vista rientrare i prossimi anni. Non si tornerà però ai livelli del 2019 per nessun ministero, né quello dell’Economia, né del Lavoro, né quello dell’Istruzione, il terzo più grande. Il perimetro dello Stato sembra destinato a rimanere più grande, sperando in una crescita sostenuta del Pil che renda il suo peso sull’economia inferiore a quello attuale.

I dati si riferiscono al: 2019-2023

Fonte: Ragioneria generale dello Stato

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