Cassa integrazione, 20 miliardi dall’Inps per sostenere lo stipendio

Sono 41mila i pagamenti ancora pendenti nei confronti dei lavoratori

L’enorme allargamento dell’applicazione della Cassa Integrazione per sostenere lo stipendio dei dipendenti è stato certamente l’intervento più visibile e pesante tra i molti che il governo ha varato per tamponare l’impatto sull’economia della pandemia. Sostanzialmente tutte le aziende hanno potuto godere di quella straordinaria appositamente introdotta.

L’Inps in un comunicato stampa afferma di avere gestito 3,56 milioni di domande. Ne ha accettato la grande maggioranza, ovvero 3,2 milioni. Ne sono state respinte solo 271mila, mentre 88mila sono in lavorazione, principalmente perché si tratta di richieste giunte a dicembre e gennaio.

Inps, 20 miliardi per la cassa integrazione nel 2020

I dati più importanti però sono quelli che riguardano i lavoratori coinvolti, ovvero ben 3,6 milioni per quanto riguarda i pagamenti diretti, e altri 3,4 milioni per quanto concerne quelli a conguaglio dopo l’anticipo delle aziende. Nel complesso sono stati 20 i miliardi pagati, che tuttavia sono solo una parte dei 33,5 che secondo l’INPS sono stati versati per l’emergenza legata al Covid.

Riguardo ai pagamenti per cassa integrazione a sostegno dello stipendio vi è stata una polemica innescata da Repubblica che aveva segnalato che vi erano 1,2 milioni di lavoratori che non avevano ricevuto i propri pagamenti, cifra che l’INPS contesta. Rispondendo che in realtà i pagamenti in lavorazione sono solo 293 mila, e anzi, di questi 252 mila sono ancora pendenti solo perché le domande sono giunte a gennaio. E rivendica invece il fatto che 16,9 milioni su 17,2 di queste domande sono state evase. Si tratta, come si vede dalla nostra infografica, della quasi totalità, il 98,3%.

cassa integrazione 2020

Cassa integrazione in Italia, le tempistiche dell’Inps

L’Inps contesta il dato degli 1,2 milioni affermando che un numero esatto non potrebbe neanche essere determinato fino a quando no siano giunte la richiesta Cig (Cassa integrazione guadagni) tramite i moduli SR41. L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale specifica insieme alle statistiche da essa pubblicate sulla situazione della cassa integrazione in Italia quello che è l’iter consueto seguito. Che per sua stessa ammissione prende circa 8-10 settimane. Un tempo piuttosto lungo dovuto a due tipologie di procedure una successiva all’altra. La prima riguarda l’accertamento del diritto dell’azienda richiedente di godere della Cassa integrazione. Mentre la seconda include l’attesa dei dati sulle ore effettivamente non lavorate nei mesi in questione e un nuovo controllo sulla veridicità di tali numeri.

Se la richiesta Cig riguarda novembre e dicembre i pagamenti arriveranno nelle tasche dei lavoratori solo a febbraio e marzo. In sostanza a quanto si intuisce dal comunicato dell’INPS, i dati rilasciati da esso e che annunciano una copertura del 98,3% dei pagamenti dovuti riguarderebbero solo quelle domande che hanno terminato almeno una parte dell’iter delle 8-10 settimane.  Per esempio quelle che hanno già fornito il famoso modulo SR41 compilato.

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Solo 500 arretrati dalle richieste Cig di marzo-settembre

In base a tali calcoli l’Inps rivendica il fatto che sulle domande pervenute tra marzo e settembre 2020 solo 500 persone non avrebbero ricevuto pagamenti per cassa integrazione a sostegno dello stipendio, per quelle che definisce problematiche complesse. Una parte non indifferente di questi pagamenti, tra l’altro, potrebbero essere alla fine non essere autorizzati per dubbi di legittimità.

Il periodo della prima ondata della pandemia è stato del resto quello in cui si è avuto un picco senza precedenti nelle domande di cassa integrazione in Italia. Sono poi calate in estate, ma, come dichiara l’INPS stessa, hanno avuto un altro aumento a partire da novembre. Quest’ultimo dovuto alla crescita dei contagi e delle chiusure di attività commerciali almeno nelle regioni rosse e arancioni.

Dall’ufficio stampa dell’INPS si cerca di rassicurare sulla speditezza delle pratiche. Nel 2020 è stata formata una task force interna che lavora solo sui pagamenti per la cassa integrazione, con il coinvolgimento di più risorse umane. L’INPS avrebbe anche anche avviati tavoli per giungere a una semplificazione delle procedure, che dovrebbero portare nelle intenzioni a una velocizzazione. Ma è chiaro che di ritardi nei pagamenti sentiremo ancora parlare finché la pandemia costringerà le imprese a ridurre le proprie attività e a richiedere la cassa integrazione per sostenere lo stipendio dei propri dipendenti.

I dati si riferiscono al 2020-2021

Fonte: Inps

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