L’adozione gay è legittima in 14 paesi europei

 

le toghe

L’Olanda l’ha sdoganata nel 2001. In 6 Paesi non sono previste. In Italia ci pensa la magistratura

In materia di adozione gay ogni Paese europeo ha una legislazione diversa. Tanto per cominciare: sono solo 14, di quelli che compongono l’Unione europea, gli Stati dove le adozioni omosessuali sono completamente legittimate.

L’adozione gay in Italia

La prima nazione, in ordine di tempo, a spalancare le porte alle adozioni gay è stata l’Olanda che fin dal 2001 consente alle coppie delle stesso sesso di adottare bambini. Poi è stato il turno della Svezia, nel 2003, e della Spagna, 2005. Il Regno Unito ha dato il via all’adozione gay alla spicciolata: nel 2005 è stato il turno di Inghilterra e Galles, più tardi è arrivata la Scozia (2009) e poi l’Irlanda del Nord (2013).

Gli altri stati sono: Belgio (legge approvata nel 2006), Danimarca (2010), Francia (2013), Malta (2014), Lussemburgo (2015), Austria (2016), Irlanda (2016), Portogallo (2016), Finlandia (2017) e Germania (dal 2017).

Che cosa vuol dire Stepchild adoption

Alcuni Paesi hanno invece scelto soluzioni intermedie per risolvere la questione adozioni gay. Slovenia ed Estonia consentono la stepchild adoption: permettono, cioè, ad un partner di adottare il figlio biologico (o in alcuni casi adottivo) del proprio compagno. La Croazia, invece, consente alle coppie di far diventare uno dei due partner tutore del figlio dell’altro. In Grecia, sebbene non siano possibili adozione o stepchild, le coppie gay possono ottenere figli in affidamento.

Niente adozione gay in 6 Paesi

Tra i Paesi che non hanno una legislazione in merito, insieme all’Italia, ce ne sono anche sei che non permettono alle coppie omosessuali di unirsi legalmente, in qualsiasi forma. Bulgaria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia, infatti, non prevedono alcun riconoscimento alle coppie dello stesso sesso.

Ai maschi gay in Italia ci pensa la magistratura

E in Italia? La cosiddetta legge Cirinnà che non consente veri e propri matrimoni gay in Italia ed è stata approvata senza la parte sulla stepchild adopotion, cioè senza la parte riguardante le adozioni gay. Tuttavia, per le coppie gay uno spiraglio è rappresentato dalla magistratura. Quando si tratta di adozioni gay, in Italia le toghe valutano ogni caso volta per volta navigando in una sorta di limbo normativo.

La sentenza che mette sotto accusa la politica

E’ quello che è successo con una sentenza della Corte di Cassazione sul caso di un bambino adottato da una coppia gay americana nella quale uno dei componenti era italiano. Questi ha chiesto la trascrizione dell’avvenuta adozione anche in Italia ricevendo il rifiuto da parte dell’ufficiale di Stato civile dato che il caso riguardava una adozione internazionale e, quindi, la competenza ricadeva sul tribunale dei minorenni.

adozione gay

L’uomo ha quindi chiesto la pronuncia alla corte d’Appello che ha riconosciuto la legittimità della richiesta e ha disposto la trascrizione dell’adozione nei registri dello Stato civile. A quel punto il sindaco della città ha fatto ricorso alla Cassazione contro la pronuncia della corte d’Appello e, da qui, la sentenza che ha fatto molto discutere ma con conseguenze più di indirizzo che pratiche.

Per i magistrati la trascrizione delle adozioni omosessuali è legittima

Sì, perché quella sentenza, la 9006/2021, è quella che critica pesantemente la politica per non aver ancora approvato una legge sulle adozioni gay: molte polemiche e una chiara indicazione alla magistratura, le adozioni gay si possono trascrivere, in attesa che la politica si decida a varare una legge.

In assenza di questa, come abbiamo visto, una coppia omosessuale non può adottare bambini in stato di abbandono (compresa la fattispecie di adozione internazionale) e non può adottare il figlio del partner.

Il loro caso va, piuttosto, sotto la casistica delle “adozioni in casi particolari” che, di fatto, non ha praticamente nessuna differenza rispetto all’adozione di un bambino da parte di una coppia formata da uomo-donna. Di fatto la sola differenza è che in quest’ultimo caso ogni legame tra il minore e la famiglia “naturale” viene meno mentre nel caso dell’adozione in casi particolari questo legame non viene del tutto rescisso.

Dal punto di vista legale, però, i figli adottivi non hanno alcuna distinzione rispetto ai figli naturali e l’adottato diventa parente non solo dell’adottante (sia che si tratti di una coppia gay sia che si tratti di una coppia eterosessuale) ma anche dei parenti di questo. E, naturalmente, si inserisce nell’asse ereditario.

I dati si riferiscono al: luglio 2018

Fonte: Parlamento europeo

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