Caccia al voto cattolico: chi ha detto sì alla legge Cirinnà

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Alla Camera 372  favorevoli, 51 contrari e 99 astenuti. Ecco chi sono stati i dissidenti

Alle elezioni politiche del 4 marzo il voto cattolico avrà un ruolo? Peserà? Conterà per far vincere questo o quello schieramento? Probabilmente sì. E per questo a dare la caccia al voto cattolico sono un po’ tutti gli schieramenti e tutti i candidati. Nell’ultima legislatura, però, c’è stata una legge, votata l’11 maggio 2016, che ha profondamente diviso il mondo cattolico, ed è quella conosciuta come “legge Cirinnà”, che consente le unioni tra persone dello stesso sesso il cui titolo è: “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”. Come hanno votato in quella occasione i deputati?

Il voto per la Cirinnà

Per vedere come si sono comportati i deputati li abbiamo ordinati in base al partito di appartenenza quando si candidarono alle elezioni del 2013.  Come si vede nel grafico sopra, i deputati che hanno votato in modo differente dalle indicazioni del partito di appartenenza (quello del 2013, quindi senza tenere conto dei cambi di casacca che un deputato potrebbe aver deciso nel frattempo) sono stati 58. Di questi 11 hanno espresso il loro voto contrario a quello del partito di appartenenza e sono rimasti nel partito, mentre i restanti 46 hanno cambiato schieramento o al momento del voto o poco tempo dopo. Ecco i nomi dei 11: Mara Carfagna, Elena Centemero, Nunzia De Girolamo, Cinzia Fontana, Lorena Milanato, Antonino Minardo, Elio Massimo Palmizio, Renata Polverini, Stefania Prestigiacomo, Marco Di Maio, Laura Ravetto.

In fondo all’articolo, nel file Pdf, tutti i 630 deputati e il loro voto.

Come hanno votato i cattolici alla legge Cirinnà

Partiamo dal Partito Democratico, quello che ha proposto la Legge la cui prima firmataria è Monica Cirinnà. Su 290 deputati eletti, 258 si sono espressi favorevoli secondo le indicazioni del partito; altri 29 non hanno votato e, di questi, 13 si sono dichiarati assenti causa “missione”. L’unica voce apertamente contraria è stata quella dell’On.Gullo (uno dei 46 di cui abbiamo parlato) passata a Forza Italia.

Passiamo al Popolo della Libertà: il Pdl, passato all’opposizione nel dicembre 2015 ha visto un fuggi-fuggi di onorevoli sin dal marzo del 2013. In occasione del voto sulla Cirinnà la linea politica ufficiale è stata il No secco. Di tutti i presenti in aula, 30 hanno rispettato la direttiva mentre 28 hanno dato parere favorevole. Di questi 28 solo 9 sono ancora nelle fila del gruppo parlamentare FI-PDL. Beatrice Lorenzin e Angelino Alfano non hanno votato perché erano assenti per “missione”.

Il Movimento 5 Stelle, come noto, ha scelto di astenersi dal voto, ma non è stata un’espressione unanime. Tra i 109 deputati eletti nel 2013, 15 si sono dichiarati favorevoli. Osservando il dato nel dettaglio, quei quindici sono i pentastellati passati ad un altro partito nei mesi successivi. L’unico a mantenere saldo il proprio libero arbitrio è stato l’onorevole Marco Di Maio, tutt’ora nel gruppo di Grillo, che ha votato Sì. Discorso simile nella Lega Nord, voto compatto contrario con soli due favorevoli passati poi nelle fila della maggioranza.

Il risultato del voto alla legge Cirinnà

Tra gli otto deputati cattolici dell’Unione di Centro, il voto No è stato compatto, ma a sorpresa rispetto alle posizioni tradizionali e alle promesse di inizio legislatura, c’è stato qualcuno che ha dato voto favorevole: Rocco Buttiglione, dopo aver ottenuto l’eliminazione dalla legge della parte riguardante la step child adoption (diritto all’adozione del figlio del partner).

Poi c’è il Centro Democratico di Bruno Tabacci, partito esplicitamente di ispirazione cattolica, che ha votato Sì. Un cambiamento radicale rispetto alle origini che, nelle ultime settimane, ha portato il partito addirittura a sostenere la lista “+Europa” di Emma Bonino che non ha più avuto bisogno di raccogliere 25 mila firme per presentarsi alle elezioni. Ecco, un cambiamento “radicale” come si diceva.

Come hanno votato gli altri partiti alla legge Cirinnà

Chi non ha mai nascosto il proprio entusiasmo per la legge Cirinnà è stata Sinistra Ecologia e Libertà, partito che si è espresso con 32 voti favorevoli, un astenuto e 3 assenti. Oggi questi voti restano nell’area di sinistra suddivisi tra Sinistra Italiana (SI) di Fratoianni e Liberi e Uguali di Pietro Grasso. Fratelli d’Italia, invece, da sempre favorevole al matrimonio cosiddetto “tradizionale” ha scelto in blocco di non presentarsi in aula.

Piena libertà è stata concessa agli onorevoli dell’area centrista montiana. Risultato: dei 36 deputati di Scelta Civica 2 hanno votato No, 6 si sono astenuti e 21 hanno detto Sì (7 erano assenti). Il partito apparentato “Con Monti per l’Italia”, invece, non ha votato. Infine, per la cronaca, l’unica rappresentante dell’Unione Sudamericana degli Emigrati Italiani, Renata Buena, ha dato parere favorevole. Nell’SVP (Sudtiroler Volkspartei), gruppo di ispirazione cattolica che fa parte della coalizione di centro sinistra, 4 onorevoli su 5 hanno approvato la legge, uno solo non ha votato perché assente per altri impegni istituzionali.

guarda come hanno votato i deputati alla legge Cirinnà

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I dati si riferiscono al: 2016

Fonte: Camera dei Deputati

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