Sussidi: quanti, dove e perché li percepiscono

Il Rei va a 462mila famiglie, la Naspi a 1,7 milioni di persone. Come cambieranno

Premessa necessaria: siamo ancora nel campo delle ipotesi. Ma il governo giallo-rosso sembra voler dare un segnale deciso in termini di sussidi di disoccupazione. Il 28 ottobre in Aula si parlerà di un assegno unico per ogni figlio, elargito dal settimo mese di gravidanza fino alla maggiore età.

L’assegno unico per i figli

Gli 80 euro previsti dal bonus Renzi non verrebbero eliminati, stando alle dichiarazioni del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ma potrebbero essere destinati solo agli esclusi dall’assegno unico; chi si trova in difficoltà e non ha figli a carico, per esempio. 30 miliardi e altri 10 di coperture extra le cifre del piano, con le misure del Reddito di cittadinanza, Quota 100 e gli 80 euro che verrebbero rimodulati per recuperare i fondi necessari mancanti. L’impatto sull’Iva? “L’aumento dell’iva non è fra le fonti di finanziamento della manovra – ha aggiunto Gualtieri -. Non è escluso che si possano valutare rimodulazioni per rendere più equo ed efficace il meccanismo”.

A febbraio 2019, otto mesi fa, veniva introdotto il reddito di cittadinanza. Avevamo analizzato cosa sarebbe successo alle altre forme di sostegno destinate alle fasce più fragili degli italiani; in sostanza il Reddito di Inclusione e la Naspi. 

Come funziona la Naspi

Diciamo subito che il Reddito di Inclusione sparisce, ovvero, viene ricompreso all’interno del Reddito di cittadinanza varato dal governo Lega-5Stelle, mentre la Naspi resta come forme di assistenza a chi ha perso il lavoro. Il dettaglio interessante è sapere quante sono le persone che in Italia godono di sussidi di disoccupazione.

I dati qui del grafico interattivo qui sopra mostrano il numero dei nuclei familiari che nel corso del 2018 hanno beneficiato del Reddito di Inclusione (Rei). Il primo dettaglio interessante è questo: se in totale sono stati 462.170, a dicembre 2018 erano di meno, 303.403. Questo perché non tutti coloro cui il Rei è stato concesso lo hanno mantenuto fino a dicembre. Per esempio di coloro che lo avevano ottenuto a gennaio solo meno della metà, il 43%, a dicembre lo percepiva ancora.  

Chi percepisce i sussidi di disoccupazione

Ma prima di tutto, di cosa stiamo parlando? Il Reddito di inclusione, attivo da poco più di un anno (gennaio 2018) è un sussidio concesso alle famiglie il cui valore Isee non sia superiore a 6 mila euro annui; il valore Isr (la parte di Isee corrispondente al reddito pro capite) non sia superiore a 3 mila euro; abbia un patrimonio immobiliare che, escludendo la casa di abitazione, non vada oltre i 20mila euro, e depositi e conti correnti che non superino i 10mila euro, oppure gli 8mila per una coppia o i 6mila per un singolo.

Sussidi di disoccupazione, come funziona il Rei

Nessuno nel nucleo deve ricevere un sussidio di disoccupazione. Mentre da luglio sono stati eliminati i requisiti familiari, quelli che imponevano che fosse presente o un minorenne, o un disoccupato ultra 55enne, o una donna incinta o un disabile. La durata è di 18 mesi, rinnovabile per altri 12, ma a patto che si seguano progetti di inclusione concordati con i servizi sociali.

Passiamo ai numeri: le concessioni del Rei sono state altalenanti. E’ a gennaio e a maggio che ne sono stati concessi di più: rispettivamente 82.017 e 56.830. Ma proprio in questi casi poi la percentuale di permanenza del sussidio per il resto dell’anno è stata minore. Riguardo all’ammontare dell’assegno, si parla di:

187,5 euro per un componenti

294,38 per due componenti

382,5 per tre

461,25 per quattro

534 euro per 5 e più componenti

I numeri della Naspi

Passiamo alla Naspi. I dati qui sotto mostrano le prestazioni corrisposte nel 2017 (ultimi dati disponibili).

Questo sussidio, che continua a sussistere anche dopo l’introduzione del Reddito di cittadinanza (le cui domande possono essere presentate anche alle Poste dal 6 marzo prossimo) spetta a chi incorre in un licenziamento ed è stato

– un lavoratore dipendente

– un apprendista

– un socio di cooperativa con rapporto subordinato

– un dipendente a tempo determinato dello Stato

Bisogna avere all’attivo almeno 13 mesi di contributi nei precedenti 4 anni e avere lavorato 30 giorni nei precedenti 12 mesi. Queste persone riceveranno il 75% della media degli stipendi degli ultimi 4 anni se questa non è superiore a 1.221,4 euro. Se lo è, si riceverà una percentuale inferiore. In ogni caso non si può superiore la cifra di 1.328,76 euro. La durata è della metà dei mesi di contributi versati in 4 anni e quindi non superiore a 24 mesi.

Come si vede dai dati del grafico sopra, nel 2017 i beneficiari della Naspi sono stati 1.708.976 con una prevalenza di percettori nel Mezzogiorno, 445.104 persone. Viene poi il Nordest con 365.668 e il Nordovest con 356.909.

Oltre alla Naspi vi è il sussidio di disoccupazione per i CoCoCo, ovvero per i collaboratori coordinati e continuativi, ma è ormai marginale, mentre è rilevante la disoccupazione agricola, che spetta a tutti i dipendenti del settore agricolo e ai coltivatori diretti iscritti nell’apposito registro e i compartecipanti familiari.

La disoccupazione per gli agricoltori

Sono necessari 102 giorni di contributi negli ultimi due anni, e si riceve il 40% della retribuzione percepita in precedenza. E’ uno dei sussidi di disoccupazione che nel 2017 ha interessato 544.834 persone, di cui la metà al Sud, isole escluse. Nel Mezzogiorno d’Italia hanno ricevuto questo sussidio 270.741 persone ovvero quasi 4 volte il numero di persone che l’ha percepito al Nordest e ben  10 volte che al Nordovest.

I dati si riferiscono al: 2017-2018

Fonte: Inps

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