Il peso medio degli uomini italiani è di 80,9 kg

Tra i 18 e i 25 anni le donne arrivano a 64,8. Nel Pacifico pesano 100 chili

Gli italiani più giovani non sembrano propri pesi piuma a guardare le statistiche anche se siamo tra i più magri del mondo ma non tra i più alti, l’altezza media di un uomo italiano è di 177,8 centimetri. La situazione del nostro peso medio degli italiani sta peggiorando, ma in misura minore rispetto al resto del mondo. Ma vediamo che cosa dicono messi a disposizione dalle ricerche scientifiche sulla popolazione.

Qual è il peso medio degli italiani?

Per calcolare il peso medio degli italiani (non di tutti, come vedremo) abbiamo i dati raccolti nel corso del tempo da NCD Risk Factor Collaboration (NCD-RisC) e pubblicati su Lancet: analizzano i dati di ragazzi e ragazze tra 18 e 25 anni. Da questi dati emerge che gli uomini nel nostro Paese arrivano in media a 80,9kg, mentre le donne a 64,8.

Inutile dire che mai come in questi casi si tratta di una media da prendere con le molle, tra persone sotto peso, normopeso, sovrappeso o obese. In generale su 141 Paesi il nostro è il 67esimo elencandoli dai più ai meno “pesanti” nella categoria uomini, 95esimo in quella riguardante le donne. In termini relativi le ragazze risultano essere più magre, perlomeno se paragonate alle coetanee del resto del mondo.

E una conferma arriva dai numeri del Bmi, il Body Mass Index, l’indice che normalizza il peso rispetto all’altezza. E che mostra come gli italiani tra i 18 e i 25 anni siano mediamente sovrappeso arrivando a un Bmi di 26,8, al di sopra della fascia di normalità tra 28,5 e 24,9. Le donne invece rimangono per un soffio nei limiti proprio con 24.9.

Il peso medio degli uomini alle Samoa è oltre i 100kg

In testa ai Paesi con i giovani più pesanti ci sono indubbiamente quelli dell’Oceania. Tra gli uomini le Isole Cook, dove si supera il quintale, con 103,7kg, seguite dalle Samoa Americane con 103,2kg e poi Tokelau con 99. Sono micro-territori in realtà dipendenti dagli Usa nel caso delle Samoa e dalla Nuova Zelanda negli altri due e condividono con le altre aree del Sud Pacifico questa tendenza, anche genetica, al sovrappeso e all’obesità. Non si tratta semplicemente di persone alte, ma vi è anche il superamento dei limiti del Bmi, che in questi casi va ben oltre i 30.

Gli unici Paesi al di fuori dell’Oceania tra i primi 10 con il peso medio maggiore sono Repubblica Ceca e Croazia, dove si arriva a 91,9 e 91,3 chilogrammi. Sono popoli mediamente molto alti, ma non così tanto da giustificare tale peso. Anche qui infatti si rimane nella categoria del sovrappeso guardando il Bmi. Tra le donne i dati sono simili. In questo caso però vi è un monopolio delle isole del Pacifico ancora maggiore. Con le ragazze della Samoa Americane che raggiungono i 98,1 chilogrammi e Saint Lucia, nei Caraibi, come unico territorio tra i primi 10 al di fuori dall’area dell’Oceania.

peso medio italiani

A Timor Est il peso medio è il più basso al mondo

Al contrario è l’Asia e parte dell’Africa a prevalere nell’elenco dei Paesi con la popolazione più magra. Sia nel caso degli uomini che delle donne è Timor Est quello in cui i 18-25enni pesano meno, rispettivamente 53,9 e 49 kilogrammi. Molto basso anche il Bmi, 21,2, a dimostrazione che è reale magrezza, non si tratta solo dell’effetto  della bassa statura media, sotto il metro e 60.

Assieme a Timor Est vi sono anche Etiopia, Bangladesh, Madagascar, Eritrea, India nel caso degli uomini. In tutti i casi il peso è inferiore ai 60kg. I Paesi non cambiano molto nel caso delle donne, ma si inseriscono tra i primi 10 per magrezza anche Nepal e Burundi. È chiaro che alla base di questi numeri vi sono molti fattori. Genetici, come in Oceania, culturali, come quelli che impongono una dieta prevalentemente vegetariana in India per ragioni religiose o meramente economici, che rendono più raro il consumo di grassi animali in molte aree dell’Africa, come era d’uso una volta anche nel nostro Paese e ora non è più. I giovani italiani comunque rimangono più magri dei coetanei francesi, spagnoli, tedeschi, e questo può consolare i tanti attenti alla linea.

Che relazione c’è tra povertà e obesità?

La relazione tra povertà e obesità è un fenomeno complesso che dipende da molteplici fattori e non esiste una risposta semplice e universale. Tuttavia, ci sono alcune spiegazioni possibili a questo fenomeno.

1 – Accesso limitato a cibo sano e di qualità: I cibi sani, come frutta, verdura, proteine magre e cereali integrali, spesso costano di più rispetto a cibi ad alto contenuto calorico e basso valore nutritivo, come fast food e snack. Le persone a basso reddito possono avere difficoltà ad acquistare cibo sano a causa dei costi elevati, della mancanza di accesso a negozi di alimentari che vendono cibo fresco o di limitazioni di tempo e mobilità.

2 – Manca di tempo e risorse per attività fisica: I lavori a basso reddito spesso richiedono lunghi turni e hanno orari di lavoro irregolari, il che può limitare il tempo disponibile per l’attività fisica. Inoltre, le persone che vivono in quartieri poveri possono non avere accesso a spazi verdi o strutture sportive, o non sentirsi al sicuro a fare attività fisica all’aperto

3 – Stress e mancanza di sonno: La povertà può influire negativamente sull’equilibrio ormonale e sui livelli di appetito, portando a eccessi di cibo e aumento di peso.

4 – Fattori genetici ed ambientali: Studi hanno dimostrato che esistono alcuni fattori genetici ed ambientali che possono influenzare la predisposizione all’obesità, indipendentemente dal livello di reddito. Tuttavia, i fattori socio-economici possono accentuare queste predisposizioni, ad esempio attraverso una maggiore esposizione a cibi ad alto contenuto calorico o la mancanza di accesso alle cure mediche e alle informazioni sulla salute.

In generale, la povertà può creare un circolo vizioso in cui fattori come la scarsità di risorse finanziarie, la mancanza di accesso alle opportunità di lavoro e la mancanza di accesso a servizi di assistenza sanitaria possono interagire con fattori biologici e comportamentali per aumentare il rischio di obesità e malattie correlate.

Che correlazione c’è tra malattie e junk food

Il consumo eccessivo di junk food, ovvero di cibi altamente processati, ricchi di grassi, sale e zuccheri aggiunti, può aumentare il rischio di sviluppare diverse malattie e disturbi a lungo termine. Ecco alcune delle malattie e dei disturbi più comuni associati al consumo regolare di junk food:

1 – Obesità: L’alto contenuto calorico e la bassa qualità nutrizionale dei cibi junk food possono portare all’aumento di peso e all’obesità, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari, diabete, e alcune forme di cancro.

2 – Malattie cardiovascolari: Il consumo regolare di junk food può aumentare i livelli di colesterolo cattivo e causare un accumulo di grasso nelle arterie, aumentando il rischio di malattie cardiache, ictus e infarto.

3 – Diabete di tipo 2: Il consumo regolare di junk food può aumentare il rischio di sviluppare diabete di tipo 2, a causa dell’elevato contenuto di zuccheri aggiunti e carboidrati raffinati, che possono causare un rapido aumento dei livelli di zucchero nel sangue.

4 – Ipertensione: L’alto contenuto di sale nei cibi junk food può aumentare la pressione sanguigna e il rischio di sviluppare ipertensione.

5 – Carie dentarie: I cibi junk food sono spesso ricchi di zuccheri e carboidrati raffinati, che possono danneggiare lo smalto dei denti e causare carie dentarie.

6 – Depressione: L’alto consumo di cibi junk food può influire negativamente sull’umore e aumentare il rischio di depressione e altri disturbi mentali.

7 – Disturbi digestivi: Il consumo regolare di cibi junk food può causare disturbi digestivi come gonfiore, stitichezza e diarrea.

Perché la dieta mediterranea difende dall’obesità

La dieta mediterranea è stata associata a un peso corporeo più sano e a un ridotto rischio di obesità. Questo perché la dieta mediterranea si basa sull’assunzione di cibi freschi e naturali, che sono generalmente meno calorici e più nutrienti rispetto ai cibi altamente processati e ricchi di grassi, zuccheri e sale aggiunti tipici della dieta occidentale moderna. Inoltre, la dieta mediterranea include una moderata quantità di grassi monoinsaturi, che sono presenti nell’olio d’oliva e negli alimenti a base di pesce, e che possono favorire la sazietà e ridurre l’appetito, contribuendo al controllo del peso corporeo.

Infine, la dieta mediterranea promuove anche uno stile di vita attivo, basato sull’esercizio fisico regolare e su una cultura alimentare che favorisce i pasti in compagnia e il piacere del cibo, riducendo lo stress e i comportamenti alimentari compulsivi. In generale, adottare una dieta mediterranea equilibrata può contribuire a mantenere un peso corporeo sano e a prevenire il rischio di obesità e malattie correlate. Tuttavia, è importante sottolineare che la dieta mediterranea non è l’unica dieta sana e che il controllo del peso dipende da molti altri fattori, tra cui l’attività fisica regolare e uno stile di vita complessivamente sano.

I dati si riferiscono al: 1985-2019

Fonte: Worlddata, Lancet

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