Maxi multa ad Amazon: dall’Antitrust 1,1 miliardi

Abuso di posizione dominante di Prime. La classifica dei primi siti e-commerce

Mazzata dell’Antitrust su Amazon. L’autorità italiana ha infatti comminato una multa ad Amazon di oltre 1 miliardo e 128 milioni di euro al colosso dell’e-commerce per abuso di posizione dominante. L’autorità, nella comunicazione, scrive che Amazon ha “legato all’utilizzo del servizio Logistica di Amazon l’accesso a un insieme di vantaggi essenziali per ottenere visibilità e migliori prospettive di vendite su Amazon.it. Tra tali vantaggi esclusivi spicca l’etichetta Prime, che consente di vendere con più facilità ai consumatori più fedeli e alto-spendenti aderenti all’omonimo programma di fidelizzazione di Amazon“. 

La multa ad Amazon per colpa di Prime

Il punto, quindi, è Prime che “Amazon ha danneggiato gli operatori concorrenti di logistica per e-commerce, impedendo loro di proporsi ai venditori online come fornitori di servizi di qualità paragonabile a quella della logistica di Amazon. Tali condotte hanno così accresciuto il divario tra il potere di Amazon e quello della concorrenza anche nell’attività di consegna degli ordini e-commerce”.

Perché l’Antitrust ha comminato la multa ad Amazon

Il commercio elettronico, o e-commerce, ha avuto un vero e proprio boom negli ultimi anni. Complice anche la pandemia, con lockdown e altre misure restrittive, le vendite online in Italia sono aumentate vertiginosamente. Ma quali sono gli store più grandi in Italia? Se qualcuno si aspettava delle sorprese resterà deluso: al primo posto dei negozi online per fatturato c’è proprio Amazon. Infatti, la divisione italiana del colosso fondato da Jeff Bezos ha venduto nel 2020 merci per un valore di 4,141 miliardi di dollari, pari a circa 3,65 miliardi di euro.

E-commerce: vestiti e tecnologia i più acquistati

Amazon è largamente il primo sito di e-commerce d’Italia. Anche per questo la multa dell’Antitrust fa molto rumore, oltre che per l’entità della stessa. Nel grafico in alto abbiamo stilato la classifica dei principali siti di commercio elettronico in Italia. Un’avvertenza: le statistiche di cui ci serviamo nel grafico in alto, elaborate da eCommerceDB, si riferiscono alle vendite nette, ovvero alle vendite depurate di sconti, bonus ed eventuali resi. Si tratta quindi di un dato molto preciso che consente di stabilire con buona approssimazione lo stato di salute dei ricavi da vendite di un sito di e-commerce.

Dai numeri riportati, emerge che le aziende più attive nel commercio elettronico, con l’eccezione di Amazon, vendono principalmente vestiti e prodotti tecnologici. Tra le 10 società in classifica, infatti, due hanno come core business la moda (Zalando e Shein) e tre la tecnologia (Unieuro, Mediaworld, Apple). Le altre, con l’eccezione di Esselunga e di Ikea, sono aziende di e-commerce puro.

multa ad Amazon

Amazon primo e-commerce italiano

Se ai 3,65 miliardi di euro di Amazon Italia si aggiungono anche i 188 milioni di euro di acquisti effettuati dagli italiani sulla piattaforma americana sempre di Amazon, ci si rende conto del potere di mercato detenuto dall’azienda di Bezos. Il dato è impressionante: la fetta controllata dalla società statunitense è quasi sei volte più grande di quella della seconda in classifica, Esselungaacasa, il negozio online di Esselunga.

L’e-commerce di Esselunga secondo in Italia

Un primato la compagnia fondata dallo scomparso Bernardo Caprotti ce l’ha: è l’unica realtà della grande distribuzione organizzata ad essere presente in classifica. Forse l’unica che abbia saputo dotarsi di un canale alternativo ai negozi fisici. Con un totale di 634 milioni di euro di vendite su internet, Esselunga si dimostra una delle società che meglio hanno saputo sfruttare la rivoluzione digitale.

Il commercio elettronico rappresenta inoltre una parte importante dell’attività dell’azienda milanese: su un fatturato di 8,4 miliardi di euro, infatti, i ricavi dell’online rappresentano circa il 7,5% del totale. Al terzo posto, con poco più di 600 milioni di euro, viene Shein, una compagnia cinese di fast fashion, espressione che indica un modello produttivo orientato alla creazione di vestiti alla moda e a prezzi accessibili, sull’esempio di Zara. Fondata nel 2008, con quasi 9 miliardi di euro di fatturato, Shein è una delle società asiatiche con maggior penetrazione nel mercato italiano.

I dati si riferiscono al: 2020-2021

Fonte: eCommerceDB

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