Le donne nella sanità sono 71,4% degli addetti

Sono 1,3 milioni (gli uomini 528mila) e sono cresciute di 182mila unità in 11 anni

La sanità è donna. Anche se siamo ancora abituati a pensare al medico come al classico dottore di mezza età con lo stetoscopio al collo, e anche se con l’arrivo della pandemia e dell’improvvisa celebrità sui media per virologi e epidemiologi quelli che vediamo sugli schermi sono in maggioranza uomini, in realtà nel mondo della sanità a lavorare sono soprattutto donne.

Il gender gap (che non c’è) nella sanità italiana

Il 71,4% di chi ha un’occupazione nel settore sanitario è di sesso femminile. Si tratta di una proporzione altissima se confrontata con quello che accade nel mondo del lavoro nel suo complesso, in cui le donne occupano solo il 42,6% dei posti. Certo, in Europa in media la presenza femminile è ancora più ampia nella sanità, si arriva al 78,6%, ma del resto in tutti i settori il tasso d’occupazione delle donne si avvicina di più di quello degli uomini.

Il dato italiano è quindi comunque molto rilevante, visto che siamo agli ultimi posti nella Ue quanto a presenza femminile nel mondo del lavoro. E non è un dato recentissimo. Le donne nella sanità sono maggioranza da diverso tempo. Già nel 2008 erano il 70,1%, erano scese al 69,1% nel 2010 per poi risalire ai valori attuali, che risalgono al 2019. In numeri assoluti gli uomini erano in questo settore 528mila e le donne 1 milione e 316mila, del resto cresciute di 182mila unità dal 2008, mentre l’incremento di personale maschile è stato solo di 55mila.

donne sanità

Le donne nella sanità

Il settore che per brevità chiamiamo “sanità” è però vasto, la sua definizione in termini statistici internazionali è “Human health and social work activities” e include di conseguenza anche tutto il capitolo dell’assistenza ai più fragili che si svolge lontano dagli ospedali. In primis nelle Residenze Sanitarie Assistenziali per anziani, ma per esempio anche nelle case famiglie per minori in difficoltà, o anche a domicilio, dai logopedisti a coloro che si occupano di terapia occupazionale. Ed è proprio in tali contesti che le donne sono ancora più protagoniste. Se guardiamo all’ambito delle attività di cura nelle residenze, che includono quindi per esempio gli Oss che lavorano le case di riposo nel 2019 le donne erano 251mila, ovvero l’80,5% e gli uomini solamente 61mila, il 19,5%.

Una preponderanza che si rafforza ancora di più nell’assistenza sociale non svolta in centri appositi ma per esempio a domicilio, per esempio da infermieri o altri specialisti che si recano nelle case degli anziani. Tra questi le donne sono 230mila, ben l’83,8% del totale. Di conseguenza diventa meno schiacciante la maggioranza femminile tra medici e infermieri in ospedali o tra i dentisti. Le donne nella sanità vera e propria rappresentano comunque i due terzi degli occupati, il 66,4%.

L’andamento storico del personale sanitario

Al di là delle quote di genere però vi è il tema del numero di lavoratori in questo settore, che in Italia è cresciuto meno che altrove. Se le donne nella sanità e nell’assistenza sono cresciute di 182mila unità in 11 anni in Spagna sono aumentate di 265mila, in Francia di 578mila, in Germania di 903mila. E divari simili si ritrovano per quanto riguarda gli uomini.

Il settore sanitario è tra quelli che ha offerto più lavoro, ed è candidato a essere sempre più centrale nel futuro, a causa della pandemia e delle temute altre future pandemie e soprattutto del graduale invecchiamento della popolazione. In linea con la stagnazione della nostra economia, una realtà già prima del Covid, anche il settore sanitario in Italia ha stentato a crescere. Ma come si vede oltre che un ambito vitale è anche uno strumento necessario per l’uguaglianza di genere.

I dati sono del 2008-2019

Fonte: Eurostat

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