Asili nido, in Italia ci sono 24,7 posti per 100 bambini

Al Sud è ancora peggio (12,3 posti). Intanto c’è incertezza sulle linee guida per la riapertura

Mancano le linee guida per la riapertura, a partire da settembre, degli asili nido in Italia. La situazione, dopo la chiusura per il coronavirus, è molto incerta. Ma l’offerta in Italia è già abbastanza scarsa. E’ la fotografia che emerge dal rapporto “Nidi e servizi educativi per l’infanzia, stato dell’arte, criticità e sviluppi del sistema educativo integrato” dell’Istat.

Che cosa dice? I posti disponibili nei nidi e nei servizi integrativi pubblici e privati corrispondono mediamente al 12,3% del bacino potenziale di utenza al Sud e al 13,5% di quello delle Isole, contro una media nazionale del 24,7% (anno scolastico 2017/2018). Una dotazione ben al di sotto dell’obiettivo del 33% fissato per il 2010 dal Consiglio europeo di Barcellona del 2002 per sostenere la conciliazione della vita familiare e lavorativa e promuovere la maggiore partecipazione delle donne nel mercato del lavoro.

Dove sono gli asili nido in Italia?

Il Nord-est e il Centro Italia hanno tassi di copertura decisamente più alti, 32,5% e 32,4% rispettivamente, segue il Nord-ovest con il 29,2%. Le strutture per la prima infanzia risultano concentrate nei territori più sviluppati dal punto di vista economico e nei Comuni più grandi, mentre le aree più povere e i piccoli centri soffrono spesso di una carenza di servizi. Ad esempio, l’insieme dei comuni capoluogo di provincia ha una dotazione media di 32,8 posti per 100 bambini di 0-2 anni, valore nettamente superiore rispetto a quello dell’insieme dei comuni non capoluogo (21,4%).

È pubblica il 51% della dotazione complessiva di posti per i servizi rivolti alla prima infanzia. I Comuni spendono circa 1 miliardo e 461 milioni di euro l’anno per i nidi e i servizi integrativi per la prima infanzia, di cui il 19,6% rimborsato dalle famiglie sotto forma di compartecipazione degli utenti.

Quanto costano i servizi educativi per l’infanzia?

La spesa media a carico delle famiglie che si avvalgono degli asili nido pubblici o privati è di circa 2mila euro l’anno a fronte di un reddito medio pro capite piuttosto basso. I costi degli asili nido contribuiscono a selezionare i bambini che accedono al servizio dal punto di vista del reddito familiare. Infatti, il reddito netto delle famiglie che usufruiscono del nido risulta mediamente più alto di quello delle famiglie con figli di età compresa fra 0 e 2 anni che non frequentano il nido: 40.092 euro annui contro 34.572 euro.

Asili nido, Roma undicesima

La mappa in alto, però, ci mostra la situazione provincia per provincia. Quella con la maggiore offerta di asili nido in Italia è Ravenna, con 41,8 posti (sempre ogni 100 bambini tra 0 e 2 anni): ha una disponibilità otto volte superiore a quella con la minore, Caserta, con 5,4. Oltre al classico divario Nord-Sud emerge il primato di alcune aree specifiche, come Toscana, Umbria e soprattutto Emilia Romagna, dove più si è investito, soprattutto in asili pubblici. Delle prime 10 province per presenza di posti negli asili nido, 5 sono emiliane o romagnole. Dopo Ravenna vi è Ferrara in seconda posizione, con 40,5,  Bologna, in terza, con 39,7, e poi Forlì-Cesena all’ottavo e Reggio Emilia al decimo.

Vi sono poi le toscane Siena, al quinto posto con 36,4 e Firenze, al nono, con 34,5. Solo una provincia piemontese tra le migliori, Biella, al quarto posto con 36,6. Le altre tra le prime dieci sono Trieste, con 36,3, al sesto posto, e Perugia, al settimo, con 34,9. Ma stupisce certamente l’undicesima posizione di Roma, che offre 34 posti ogni 100 bambini, più di Milano, sedicesima con 32,4 posti.

La prima provincia del Mezzogiorno è Sassari, che è 24esima, con 29,5 posti disponibili per 100 bambini. La Sardegna, i cui dati sono del 2016, si difende bene, Cagliari è 26esima, ma è un’eccezione al Sud e nelle Isole. Sardegna a parte è Chieti la prima provincia del Mezzogiorno quanto a disponibilità di asili nido, al 48esimo posto.

Il (solito) divario Nord-Sud

Il dato più eloquente è quello che riguarda le ultime 10 posizioni, tutte di province del Sud e delle Isole, tutte con meno di 10 posti ogni 100 bambini. Vi sono 4 province su 5 della Campania, ovvero Caserta, ultima, Avellino, penultima, Napoli, con 7,3 posti, e Salerno, con 9,4. E poi le siciliane Ragusa, Palermo, Catania, Caltanissetta, quest’ultima la peggiore con solo 6,9 posti disponibili, e le calabresi Crotone e Cosenza. Un dato consolatorio: su 110 province 98 hanno visto un miglioramento in 5 anni, rispetto al 2012. Tuttavia quanto di questo riguarda un aumento reale dei posti negli asili nido e quanti invece è dovuto al calo del numero dei bambini tra 0 e 2 anni?

I dati si riferiscono al: 2017-2018

Fonte: Istat

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