Lo stipendio di un farmacista è di 1.996,97 euro lordi al mese

Ma nelle farmacie private si guadagna meno. Terzi al mondo per densità: 1,26 ogni mille abitanti

Con la pandemia e, in particolare, con l’arrivo del Green Pass, sono diventati ancora più centrali e protagonisti della vita quotidiana, in Italia e non solo. Si tratta di coloro che gestiscono o lavorano in una farmacia. Le code di persone che attendono in fila di fare i tamponi per ottenere il certificato verde lo dimostrano. Ma quanti sono? E qual è lo stipendio di un farmacista?

Quant’è lo stipendio di un farmacista

La prima notizia riguarda proprio il loro numero. Secondo l’Ocse, l’organismo internazionale con le statistiche più dettagliate sul mondo della sanità, quelli con la qualifica per lavorare come farmacista in Italia sono quasi 100mila. Per la precisione 99.084, dati del 2020. Per effettuare confronti omogenei con gli altri Paesi conviene però guardare a quelli del 2019, anno per il quale sono presenti i dati di più Stati. E così scopriamo che in Italia ci sono più farmacisti che in Germania, 97.967 contro 89.018, nonostante quest’ultima sia decisamente più popolosa (80 milioni di abitanti contro 60).

Quanti sono i farmacisti in Italia

L’Ocse stesso, tuttavia, privilegia nelle proprie analisi il numero dei farmacisti praticanti, quelli che effettivamente svolgono la professione. Che sono, naturalmente, di meno. Nel caso italiano circa 75mila, comunque 6mila più che in Francia, 11.800 più che nel Regno Unito, 14.600 più che in Germania. Come in altri ambiti, però, i paragoni più adeguati si possono svolgere solo rapportando i dati alla popolazione. È quello che abbiamo fatto nella nostra infografica che elenca i Paesi per numero di farmacisti praticanti ogni mille abitanti. È subito evidente come sia il Giappone, tra i Paesi Ocse, quello in cui ce ne sono di più, 1,9 ogni mille persone. Segue il Belgio, con 1,27, e subito dopo proprio l’Italia, con 1,26. In soli sei anni, dal 2013, si è verificato un incremento dell’11,5% che è mediamente superiore a quella che si è verificata altrove.

Anche considerando, dunque, questo indicatore, il nostro Paese è tra quelli con la maggiore densità di farmacisti. Agli ultimi posti vi sono invece i Paesi Bassi, con solo 0,21 ogni mille abitanti, la Danimarca (0,54), la Svizzera e la Germania (alla pari con 0,67).

Le farmacie in Italia sono 19.331

Tra le ragioni per cui l’Italia è ai primi posti in tale classifica non vi è, però, la quantità di farmacie che sono  19.331; una ogni 3.129 abitanti. Sono dati piuttosto in linea con la media dell’Unione Europea, dove ve ne sono una ogni 3.275 persone. Incide di più, molto probabilmente, l’alto numero di italiani che si laureano in farmacia, 5,6 ogni 100mila abitanti nel 2018, in netto aumento rispetto agli anni precedenti. In Germania sono solo 2,8, per esempio, in Francia, 4,4, in Spagna 5,4.

Dove lavorano i farmacisti italiani

Dove lavorano dunque tutti questi farmacisti? L’Ocse sottolinea come i propri dati riguardino tutti i professionisti occupati nel settore sanitario, quindi anche nella ricerca industriale o nelle imprese. Le aziende del settore farmaceutico italiano sono tra quelle che hanno vissuto le migliori performance nel periodo precedente alla pandemia e che ora si stanno riprendendo meglio dalla crisi. Danno lavoro a 67mila persone, e l’occupazione all’interno di esse è cresciuta del 12% in cinque anni, quella under 35 del 16%. Qui sono stati assorbiti, dunque, molti farmacisti, e qui in futuro sempre di più troveranno lavoro.

stipendio farmacista

Qual è lo stipendio di un farmacista in Italia?

Tra i motivi, probabilmente, vi sono anche le migliori prospettive di carriera rispetto a quelle che si possono avere nei luoghi in cui classicamente un farmacista trova lavoro, le farmacie. All’interno di esse lavorano gran parte di quanti si laureano in discipline farmaceutiche, con una remunerazione che dipende da vari fattori. Innanzitutto il possesso o meno dell’attività. Per capire lo stipendio di un farmacista titolare in Italia si deve guardare ai dati sugli Isa (Indici sintetici di affidabilità), ovvero agli ex studi di settore.

Secondo l’Agenzia delle Entrate, che li raccoglie, in media il fatturato di una farmacia è di un milione e 161mila euro, e il reddito d’impresa è di 127.400. Naturalmente questi numeri possono variare molto in base alla collocazione e alle scelte imprenditoriali che vengono fatte, ma questo vuol dire che un titolare, in base a quanto voglia trattenere per sé dell’utile realizzato, può avere uno stipendio anche di 10mila euro al mese dopo le tasse. La grande maggioranza dei farmacisti, tuttavia, è dipendente.

Lo stipendio di un farmacista dipendente

In questo caso vi è una differenza tra quelli occupati nelle farmacie private e in un quelle comunali. Le prime sono molto più numerose, 17.565 su 19.331, mentre le seconde sono solo 1.675. Tuttavia è in questa ultime che si guadagna meglio, almeno a guardare ai Ccnl chimico farmaceutico. 

Coloro che sono inquadrati al primo livello, quello in cui di solito sono inseriti i farmacisti collaboratori, prendono, con il nuovo Ccnl farmaceutico, 1.996,97 euro lordi al mese, contro i 1.836 di chi, invece, è occupato in una farmacia privata rurale e i 1.889,97 di quelli impiegati in una farmacia urbana. I contratti nazionali infatti distinguono, nel caso dei dipendenti privati, in base alla collocazione geografica, privilegiando coloro che lavorano in attività poste in città.

Il nuovo Ccnl chimico farmaceutico

Naturalmente la remunerazione cresce, poi, in base all’anzianità e alla contrattazione secondaria. In base alle segnalazioni sui siti che si occupano di salari a metà carriera mediamente si percepiscono 1.560 euro netti al mese, che salgono a 1.600 dopo 10-20 anni di lavoro, e a 1.830 prima di andare in pensione. Chiaramente si tratta di dati che si riferiscono a quanti lavorano come farmacisti full time, e che quindi prendono più di quanto invece guadagna un farmacista part time. Il quale, tuttavia, riceve, con la metà delle ore, un po’ più della metà dello stipendio del collega a tempo pieno, secondo il Ccnl chimico farmaceutico.

Quanto guadagna un farmacista direttore di farmacia

Per coloro che riescono ad avanzare nella carriera e ad arrivare a una posizione direttiva il salario aumenta in modo deciso. Nel settore privato cresce a 2.192,24 euro lordi nelle realtà rurali e a 2.255,4 in quelle urbane, mentre lo stipendio di un farmacista direttore o direttrice di una farmacia comunale prende almeno 2.514,28 euro.

In quest’ultimo caso, quello dei dipendenti pubblici, vi è la possibilità di arrivare a un livello ancora superiore, quello dei quadri, cui possono ambire i farmacisti di primo livello e i direttori dopo 24 mesi. In tal caso la remunerazione sale ulteriormente, a 2.607,10 euro lordi al mese.

Il rinnovo del Ccnl nel 2021

Questi numeri sono quelli relativi ai Contratti collettivi nazionali in vigore fino al 2021. Proprio quest’anno, tuttavia, è stato raggiunto un accordo per il loro rinnovo. Il dato saliente consiste in un aumento mensile di 80 euro, che è entrato in vigore a novembre di quest’anno, ed è stato corrisposto in un’unica soluzione. Inoltre è stata decisa una remunerazione aggiuntiva di non meno di 2 euro lordi per ogni vaccinazione anti-Covid effettuata, o, in alternativa, un assegno forfettario da 200 euro all’anno per coloro, e sono molti ora, impegnati nella campagna vaccinale.

Un bonus per chi fa più vaccinazioni

È stato introdotto, poi, un incremento delle prestazioni di sanità integrativa a favore dei dipendenti, per un valore di 13 euro lordi mensili. Si tratta di quanto accaduto anche in altri settori. Per un lavoratore, e quindi anche per un farmacista, non conta solo quanto guadagna, ma anche la possibilità di accedere a benefit e servizi, tra i quali quelli legati alla salute sono tra i più importanti, soprattutto oggi.

Il potere contrattuale dei lavoratori del settore farmaceutico è del resto in crescita, perché in crescita è la domanda di farmaci. Che a sua volta viene trascinata verso l’alto dall’inesorabile salita dell’età media, che prosegue nonostante la pandemia

Fonte: Ocse

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