La classifica delle banche italiane per raccolta

Da Intesa e Unicredit quasi mille miliardi dai clienti. Bpm è terza, staccatissima

Uno degli “effetti collaterali” del Covid ha interessato i conti correnti degli italiani. La maggior parte delle famiglie e delle imprese si sono ritrovate più soldi in banca a causa sia dei minori consumi che del sostegno statale alla liquidità nel periodo pandemico. Ma dove tengono il denaro le famiglie italiane? La classifica delle banche italiane per raccolta diretta è molto peculiare e dice molto del sistema finanziario ed economico del nostro Paese. Vediamo perché.

La raccolta di Intesa ammonta a 555,6 miliardi

Se si osserva la nostra infografica risulta subito evidente che vi sono due protagonisti e una lunga serie di comprimari. Intesa SanPaolo e Unicredit sono di gran lunga le banche più grandi e più popolari tra il grande pubblico. Nel primo caso, quello di Intesa, i conti correnti, i certificati di deposito, le obbligazioni bancarie (quelle che impegnano la banca emittente al rimborso del capitale e alla corresponsione degli interessi) dei clienti arrivano a 555,6 miliardi. Sono i dati del bilancio preliminare al 31 dicembre 2021. Potranno risultare cambiati quando sarà pubblicato quello consolidato, ma non di molto.

Ci sono 436 miliardi sul conto corrente

In base all’ultimo report pubblicato dall’istituto di credito la grande maggioranza di tale raccolta, 436 miliardi su 555,6, è costituita da conti correnti e depositi della clientela retail, ovvero privati, famiglie, piccole imprese. A questi numeri contribuisce in parte anche l’importante presenza estera del gruppo. IntesaSan Paolo, infatti, è il più grande istituto bancario in Serbia, il secondo in Croazia e Slovacchia, il quarto in Albania e Slovenia, ed ha filiali anche in Egitto, Bosnia Erzegovina, Moldova, Ungheria.

A proposito di sportelli, sono anche questi a consolidare la sua prima posizione nella classifica delle maggiori banche italiane. Nessun altra ne ha così, tanti: in base ai numeri del febbraio 2022 sono 3.116, una cifra che, tra l’altro, sarebbe stata più alta se non vi fosse stata, nel 2020, la cessione di 620 filiali a Bper, come da accordi stretti a margine dell’acquisizione di Ubi da parte di Intesa.

Unicredit raccoglie 412 miliardi dai clienti

Dopo la banca di Torino c’è Unicredit. L’istituto, con un azionariato dominato da investitori americani e inglesi ma sede a Milano, ha una raccolta diretta di 412 miliardi euro, che nel 2021 è cresciuta del 3,5%. Anche in questo caso una parte dei depositi e dei conti correnti è in realtà all’estero. Sia nell’Est Europa (in Serbia, Bosnia, Slovacchia, ecc), che in Austria e Germania, con HypoVereinsbank.

In Italia gli sportelli di Unicredit sono 2.378, e a differenza di quelli di Intesa, sono concentrati al Nord, la loro distribuzione è più omogenea e anzi le filiali del Lazio, 319, superano quelle lombarde nonostante la minore popolazione. Significa che le prime due in testa alla classifica delle banche italiane, raccolgono, da sole, quasi mille miliardi: 967 per la precisione.

La terza banche in classifica è staccatissima dalle prime due

Dietro Intesa e Unicredit nella classifica delle banche italiane per raccolta si piazza Banco Bpm, con 132,2 miliardi di euro. Il gruppo lombardo-veneto, nato dalla fusione del veronese Banco Popolare e della milanese Banca Popolare di Milano ha affermato di avere avuto risultati superiori alle attese l’anno scorso. In particolare la raccolta “core”, ovvero quella che consiste solo in depositi e conti correnti, è cresciuta del 5,1% arrivando a 105 miliardi.

classifica banche italiane

La grande crescita di Bper, grazie agli accordi con Intesa

Appena sopra i 100 miliardi di euro è la raccolta di Bper. Si tratta del punto di arrivo di un grande incremento che l’ha vista aumentare da 63,1 a 101,4 miliardi. Questo è l’esito dei già citati accordi con Intesa San Paolo che, per rispettare le regole dell’Antitrust in seguito all’incorporamento di Ubi, ha ceduto sportelli propri alla banca emiliana.

Il risultato, oltre all’aumento dei conti correnti, dei depositi e delle obbligazioni bancarie in capo a questa banca, è stato anche un cambiamento della distribuzione territoriale delle proprie filiali. Nonostante l’istituto abbia come sede centrale Modena, dove è nato, ora queste sono di più in Lombardia (338) che in Emilia Romagna (284)

Mps è sotto i 100 miliardi

Completamente diverse sono le performance di Monte dei Paschi di Siena, invece. La banca toscana, nota per le difficoltà finanziaria che hanno portato di fatto alla sua nazionalizzazione, ha visto un calo della propria raccolta diretta, diminuita dai 103,7 miliardi di fine 2020 ai 90,3 dell’anno successivo. Si tratta di una riduzione del 12,7% che ha interessato sia i conti correnti e i depositi che i titoli obbligazionari. Rimane comunque considerevole il numero di sportelli dell’istituto, 1.368. La maggioranza relativa, 298, è naturalmente in Toscana.

Nella classifica delle banche italiane ci sono anche i francesi

In questa classifica delle banche italiane vi sono anche delle realtà straniere, francesi nello specifico. Anche nel settore finanziario, oltre che nel lusso e nell’alimentare, le grandi imprese d’Oltralpe negli anni scorsi hanno fatto acquisizioni.

Un chiaro esempio è Bnl. La Banca Nazionale del Lavoro, istituto storico fondato a Roma nel 1913, dal 2006 è parte del gruppo Bnp Paribas. Per il 2021 non ha pubblicato dati puntuali sulla raccolta diretta, ma nel comunicato sui risultati preliminari dell’anno afferma che i depositi, che della raccolta sono normalmente la grande maggioranza, sono cresciuti del 12,3% in 12 mesi. Se questo fosse anche il trend complessivo i 60,9 miliardi custoditi per i clienti a fine 2020 diventerebbero più di 68 oggi.

Poco meno di Crédit Agricole Italia, il nuovo brand, dal 2019, di Cariparma, che nel 2007 è stata comprata dalla banca francese. In questo caso la raccolta diretta ammonta a 74,7 miliardi di euro, una cifra raggiunta grazie all’acquisizione, proprio nel 2021, di Creval (Credito Valtellinese). Senza considerare l’istituto lombardo sarebbe inferiore, di 56,7 miliardi, comunque in crescita del 3% in un anno.

Che cosa cambia con il Crédit Agricole primo azionista di Bpm

La classifica delle banche italiane per raccolta potrebbe presto cambiare. Ad aprile 2022 la francese Crédit Agricole che, come abbiamo visto, è proprietaria di Cariparma (alla quale ha cambiato nome) e ha comprato il Credito Valtellinese, ha deciso di proseguire nella sua espansione in Italia. E’ diventata, infatti, la prima azionista della terza più grande banca italiana, la Banca Popolare di Milano, con il 9,2%. L’istituto francese, un vero colosso nel suo Paese, ha dichiarato ufficialmente al Tesoro italiano che l’ipotesi di diventare proprietaria di Bpm non è contemplata, ma la Borsa si attende sviluppi: difficile, cioè, che i francesi si accontentino di essere “solo” i primi soci della banca milanese.

Credem, l’istituto più solido d’Europa

Le banche che in questa graduatoria si posizionano tra l’ottava e la decima posizione hanno meno di 40 miliardi di raccolta diretta. Tra di loro, però, vi sono alcuni degli istituti che hanno visto i miglioramenti più ampi l’anno scorso.

Per esempio Credem, prima in Europa per quanto riguarda la solidità finanziaria. Depositi, conti correnti e obbligazioni bancarie nel suo caso valgono 37,1 miliardi di euro, 2,2 meno di quelli della della Banca Popolare di Sondrio. Il dato fondamentale, però, è che vi è stato, tra 2020 e 2021, un incremento del 12,2%, mentre per la banca valtellinese l’aumento è stato del 10,5%.

Decima, infine, è Carige, che negli scorsi anni ha attraversato una profonda crisi da cui poi è riuscita a riprendersi, tanto che i 16,3 miliardi di raccolta diretta rappresentano una crescita rispetto ai 15,9 di fine 2020. Queste dinamiche ci dicono anche che la classifica delle 10 più importanti banche italiane vedrà molto probabilmente più cambiamenti verso le ultime posizioni che nelle prime.

I dati si riferiscono al 2021

Fonte: Bilanci delle varie banche

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