In Italia ci sono 5,3 milioni di partita Iva

Confermato il bonus di 600 euro nel decreto Rilancio. Nel 2019 sono cresciute del 6,4%

Il decreto Rilancio conferma il bonus da 600 euro per i lavoratori autonomi anche per il mese di aprile e lo aumenta, per alcune categorie, a 1.000 euro per il mese di maggio. Le partita Iva in Italia sono 5,3 milioni e nel 2019 – quindi, prima della crisi da coronavirus – sono aumentate del 6,4%. Vediamo perché.

Era un effetto previsto dell’estensione del regime forfettario al nuovo limite di 65mila euro di ricavi, in vigore proprio dal 2019. Il numero di nuove partita Iva è così cresciuto l’anno scorso rispetto al 2018 di ben 545.725 unità che dovranno prendere confidenza con il “famigerato” F24 editabile. La crescita percentuale è stata del 6,4%. Sono state aperte 397.740 partita Iva da persone fisiche. Sono il 10,5% in più sul 2018. Al contrario sono diminuite, del 12,9%, le nuove partita Iva di società di persone, in valore assoluto 19.577. Così come le società di capitali. Quelle nuove nel 2019 sono state 116.596, il 5,7% in meno dell’anno precedente. vi è forse anche un effetto sostituzione. C’è stato chi ha scelto di aprire una partita Iva individuale invece che una società trovandolo più conveniente. Interessante il raddoppio delle nuove partita Iva di non residenti, che hanno superato le 10mila.

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Le nuove partita Iva dei professionisti

Il maggior numero di nuove partita Iva appartiene a coloro che operano nel settore del commercio, tuttavia l’incremento sul 2018 è stato del 2,1%, inferiore alla media. Al contrario è stato decisamente importante, del 18%, quello delle nuove aperture nell’ambito dei professionisti, dagli architetti agli avvocati. Sono stati soprattutto loro, evidentemente con ricavi superiori alla media, quelli che hanno accolto meglio la novità dell’allargamento del regime forfettario.

partita Iva

Più 12,4% le nuove partita Iva nel settore delle costruzioni, mentre sono diminuite nell’agricoltura. Incrementi maggiori del 10% si sono visti anche tra chi lavora nell’ambito dei servizi alle imprese, +12,2%, in quello delle attività finanziarie, +10,4%, e dell’istruzione, +22,5%, anche se in valore assoluto parliamo di meno nuove aperture, sotto le 10 mila per esempio nell’istruzione, sotto le 30 mila nel caso degli altri ambiti dei servizi. Probabilmente comunque la crescita è dovuta al fatto che anche in questi casi sono molti quelli che si ritrovano al di sopra dei 30 mila euro di entrate annue, ma sotto i 65 mila.

E’ boom di nuove partita Iva tra gli ultra 50enni

Analizzando gli ultimi dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, vediamo anche che sono 178.313 le nuove partita Iva aperte da chi ha meno di 35 anni, 129.223 quelle dei 36-50enni. Quelle degli ultra 50enni sono meno, 71.035 quelle di chi ha tra 51 e 65 anni, e 19.162 tra gli ultra-65enni, ma spiccano a livello di incremento. Crescono infatti del 20,% i nuovi padroncini 51-65enni e addirittura del 29,2% quelli ancora più anziani. Al contrario la variazione delle nuove partita Iva più giovani, sotto i 35 anni, anche se positiva è decisamente inferiore, del 5,9%.

E’ facile immaginare che la tipologia di professionista con redditi maggiori, superiori comunque ai vecchi minimi, che è più attratto dal forfettario allargato, sia più facile da riscontrare tra chi è già affermato e certo non è giovanissimo.

I dati si riferiscono al: 2019 

Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze

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