Ufficialmente sono 920.722, ma il 60% lavora in nero. Al 68,7% sono straniere
Non esistono numeri ufficiali, o quantomeno affidabili, sul numero di badanti di origine ucraina che lavorano in Italia, ma l’esperienza ci dice che sono numerose, molto numerose. Assistono gli anziani italiani, ma sono anche baby sitter e colf e sono ormai diventate indispensabili nell’economia della famiglia italiana. La guerra Russia Ucraina provocherà un afflusso di profughi e profughe dal Paese di Kiev (mezzo milione secondo l’Onu) e molti di questi cercheranno di ricongiungersi con i congiunti e le congiunte che già vivono e lavoro nei Paesi occidentali, ovviamente Italia compresa. Ma qual è la tariffa mensile per una badante?
Aumentano gli anziani da accudire
Il numero crescente di anziani in Italia e in generale nel mondo occidentale rende sempre più necessaria l’espansione del settore dell’assistenza, che negli ultimi decenni è costantemente cresciuto. Le Rsa (Residenze Sanitarie Assistenziali) aumentano ma, anche per motivi culturali, è forte negli italiani il desiderio di non muovere i propri genitori da casa, anche quando non sono più autosufficienti. In questo caso vengono accuditi o dai figli, che però sono sempre meno, o da personale apposito, cioè dalle badanti.
Quant’è la tariffa mensile per una badante
Vi è naturalmente un prezzo economico da pagare, che per molti può essere non indifferente. Il costo di una badante diventa una parte preponderante del bilancio familiare, e arriva a superare molto spesso la pensione percepita dall’assistito. La tariffa mensile per una badante dipende da diversi fattori; ad esempio dal grado di autosufficienza della persona da accudire o dal fatto che la bandate sia convivente o meno, se vi è anche assistenza notturna e se il lavoro è full time. Per determinare l’esatto stipendio di una colf o di una badante si deve partire dalla remunerazione oraria. Per il contratto di badanti e colf non può essere più bassa di 4,69 euro.
Il costo di una badante fissa
Se si decide di pagare quindi 5 euro o poco più, e considerando che le ore standard in questo lavoro sono 54, 10 dal lunedì al venerdì e 4 il sabato, il lordo mensile per la badante arriva a 1.200 euro dai quali la lavoratrice dovrà sottrarre i contributi e la cassa colf. Dal lato del datore di lavoro a questa cifra vanno aggiunti i contributi previdenziali che ammontano a circa 182 euro, le ferie, 112 euro, la tredicesima, altri 112 euro, il Tfr, 109 euro. Si arriva così a 1.725 totali.
Il costo lordo di una badante in casa
Questo è il caso di un lavoratore della categoria C super, che inquadra coloro che assistono persone non autosufficienti. Il costo di una badante può essere inferiore se invece rientra nella categoria B super, ovvero quella che include coloro che sono impegnate con anziani autosufficienti. E poi vi è chi ha necessità di assumere qualcuno che con il proprio padre e madre lavori la notte. In tal caso lo stipendio minimo è di 677,78 euro. A volte da aggiungere ai 1.725 precedenti. Se la badante convivente non usufruisce del vitto questo va pagato con un’indennità forfait di 3,92 euro al giorno per pranzo e cena.
La tariffa mensile per una badante notturna
Per determinare il costo di una badante notturna bisogna tener conto delle diverse situazioni. Ovvero:
- Se la badante viene assunta solo per prestazioni di attesa, cioè nel caso l’assistito dovesse aver bisogno durante la notte o desidera solo avere compagnia, il contratto prevede un monte ore convenzionato di 54 ore a settimana su 6 giorni lavorativi per una retribuzione mensile totale di 1069,77 euro (la minima è di 677,78 euro, come dicevamo nel precedente paragrafo).
- Con un contratto per la sola assistenza notturna alla badante può essere richiesto che rimanga sveglia per tutta la notte in modo da intervenire prontamente in caso di necessità dell’assistito. In tal caso, considerando 54 ore settimanale suddivise in 6 giorni, la retribuzione sarà di 1147,24 euro per un costo mensile (lordo) di 1658,26 euro.
- Se, invece, la prestazione di assistenza notturna è occasionale, cioè il costo della badante viene corrisposto in base alle ore di lavoro, la retribuzione oraria può variare a seconda del livello di inquadramento e si aggiunge una maggiorazione del 20% per la copertura della fascia notturna.
Il costo di una badante convivente
Nel caso in cui la badante viene assunta come convivente a tempo pieno riceve vitto e alloggio direttamente presso l’abitazione dell’assistito. Pertanto, l’assistenza notturna viene incluse nel contratto. La retribuzione prevista può variare a seconda dell’inquadramento. Mediamente per un contratto del livello CS (cura di persone non autosufficienti) la paga nel 2021 è di 1472,73 mensili.
Le badanti assunte sono sotto la soglia di povertà
Come si vede si tratta di cifre comunque piccole per le lavoratrici, che spesso infatti rimangono, specie se hanno persone a carico, sotto la soglia di povertà nonostante siano occupate. E però allo stesso tempo sono anche salari generalmente superiori allo stipendio medio netto italiano, ed è chiaro come a sostenere tale spesa debbano essere quasi sempre più nuclei familiari, oltre naturalmente all’assistito.
È anche per questo che è stato varato il bonus colf e badanti, erogato da CassaColf. Consiste in 300 euro mensili, per un massimo annuale di 3.600 euro, che possono essere richiesti dai datori di lavoro di badanti che assistono un anziano non autosufficiente. Naturalmente queste devono essere state assunte con un contratto regolare, e deve essere già stato versato un anno di contributi. Altri 300 euro di bonus, una tantum, possono essere concessi per l’assunzione di una sostituta se la badante è in maternità.
Quanto costa una badante in Italia
Quello delle colf e delle badanti, dei lavoratori domestici in generale, è in Italia un settore molto atipico rispetto agli altri. Viene influenzato da fattori diversi da quelli che hanno un impatto sul resto mondo del lavoro, sia per la sua stessa natura, sia per le peculiarità che nel tempo lo hanno caratterizzato nel nostro Paese e in Europa in generale.
Infatti da un lato, a causa dell’invecchiamento della popolazione, gode di una domanda in crescita. Dall’altro è probabilmente il segmento con la maggiore incidenza di situazioni irregolari, anche perché si tratta di mansioni svolte dietro le mura domestiche, e in larga prevalenza da persone immigrate. Così nei momenti di crisi, come quella scatenata dalla pandemia, si assiste a quelli che sono dei veri e propri paradossi.
Aumenta la richiesta di colf e badanti
Nella primavera del 2020, quando l’Italia è piombata in lockdown, moltissime badanti sono rimase senza un’occupazione per paura di contatti e di contagi ai danni dei datori di lavoro o degli anziani assistiti e così le organizzazioni di assistenza e le mense dei poveri si sono riempite di donne straniere che avevano dovuto bruscamente abbandonare il proprio posto a causa della pandemia. Eppure le cifre ufficiali hanno registrato proprio l’anno scorso un incremento del numero dei lavoratori domestici, del 7,5%, che oltre a stridere con la generale diminuzione dell’occupazione, sembra contraddire anche le evidenze di coloro che si sono occupati di povertà e indigenza in questo periodo così difficile. La realtà è che a crescere sono state le badanti e le colf regolari, che sono solo una parte minoritaria di quelle totali.
Il costo di una badante regolare troppo oneroso per molti
Acli Lombardia in una recente ricerca ha stimato in circa il 60% la percentuale delle colf e badanti che lavorano in nero. Il costo di una badante per molti anziani o familiari risulta essere così gravoso da ricorrere a canali irregolari. Ed è per questo che le statistiche che riguardano questo tipo di occupazione sono da prendere cum grano salis, comprese quelle dell’Inps, che dovrebbe essere l’istituzione che fotografa in modo più esatto la situazione.
Colf e badanti, 6 su 10 sono in nero
Come si vede dalla nostra infografica, che mostra il numero di lavoratori di questo settore per scaglione di retribuzione, i numeri ufficiali sono di gran lunga sottostimati. Sulla carta sono 920.722 le colf e le badanti in Italia, secondo i dati del 2020. C’è stato appunto un incremento piuttosto vistoso rispetto agli 856.511 del 2019. Ma in realtà rispetto a 8-10 anni fa sono diminuite. Basti pensare che nel 2012 superavano il milione. Queste oscillazioni in realtà sono generate più da emersione in occasione di sanatorie e successivi inabissamenti nel nero che da effettivi mutamenti del mercato. È ragionevole supporre che in realtà i lavoratori domestici siano sempre stati in crescita.
Quanto costa mettere in regola una badante
Innanzitutto, per mettere in regola una badante è necessario essere in possesso di alcuni documenti della lavoratrice, quali:
- Codice fiscale e carta d’identità, se si tratta di una collaboratrice italiana;
- Permesso di soggiorno, se sia una badante straniera;
- Documenti previdenziali dell’Inps per garantire alla badante il versamento dei contributi.
Nella valutazione complessiva, inoltre, bisognerà calcolare i costi per i giorni feriali, per le festività, per il TFR, per i permessi retribuiti e la tredicesima mensilità. Se poi la badante è assunta a tempo pieno, ci saranno ulteriori spese per vitto e alloggio.
Traendo le somme, ammonta a circa 16.300 euro (incluse le spese di pasti e bollette) all’anno il costo di una badante assunta regolarmente con contratto CCNL del lavoro domestico. La retribuzione, invece, è molto più bassa ( tra 500 e 900, a seconda del livello dell’assistito) se la badante è assunta per un impegno part-time. Mediamente, per contratto regolare, la paga oraria minima per mezza giornata è di 6,50 euro.
Le statistiche sulle badanti non dicono tutta la verità
Anche l’aumento del 2020 è stato provocato dalla sanatoria varata con il Decreto Rilancio dell’anno scorso che è stata usata per fare emergere circa 178mila colf e badanti lavoratrici. Sommando a queste quelle già risultate occupate nel 2019 si sarebbe dovuto superare il milione nel 2020. Non è stato così, e appare evidente come in realtà quindi ci sia stata, forse per la prima volta, una diminuzione del loro numero, di almeno un 100mila unità a causa del Covid. O un ingresso nell’irregolarità di molte.
Oltre alla tariffa mensile per una badante c’è Green Pass
I dati ufficiali non dicono tutta la verità neanche riguardo alla tariffa mensile per una badante e di una colf, naturalmente. Teoricamente su 920.722 ben 422.085, in aumento di 82mila rispetto al 2019, guadagnano meno di 5 mila euro all’anno. Altre 285.481 tra 5 e 10mila e solo 213.156 più di 10mila. È chiaro come ad essere registrati regolarmente siano soprattutto i lavoratori domestici part time, oppure si tende a denunciare la presenza di tali dipendenti per un numero di ore inferiore a quelle realmente passate ad assistere l’anziano. Anche il fatto che tutto l’incremento tra 2019 e 2020 sia dovuto solo alla sotto-categoria di colf e badanti pagate meno è indicativo in questo senso. Chi ha approfittato della sanatoria ha forse indicato il numero di ore lavorate minimo indispensabile all’emersione.
Il bonus badante, la sanatoria e l’emersione dal nero
Con il fenomeno del lavoro nero si incrocia anche quello dell’immigrazione. Ben 633.112 su 920.722, il 68,7%, sono straniere. La percentuale sarebbe probabilmente superiore se considerassimo tutti i lavoratori, anche quelli irregolari. Nel 2012 erano ancora di più, sulla carta, le straniere venute in Italia a cercare lavoro come badante o come colf, 822.300, ma anche allora si veniva da una sanatoria, tra l’altro di maggiore successo rispetto ad oggi.
I dati si riferiscono al 2011-2020
Fonte: Inps
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