
Abbiamo il tasso di natalità più basso d’Europa: 7,8 bimbi per mille abitanti
Siamo in piena recessione. Demografica. Gli Italiani sono oggi 76mila in meno di un anno fa. Che succede? Il risultato è frutto della crescita demografica in Italia bloccata a causa della diminuzione delle nascite: siamo la nazione europea che fa meno figli di tutti, 7,8 neonati su mille abitanti. Per dire: Irlanda, Gran Bretagna e Svezia ci doppiano.
La crisi delle nascite è partita nel 2009 quando nascevano 600mila bimbi l’anno, in linea con i decessi. Oggi ne nascono 100 mila in meno. Al tracollo della natalità si è aggiunto un aumento delle morti, rendendo negativo il conto finale del 2016: -140mila in tutto.
Gli immigrati arrivano ma in Italia siamo sempre meno
L’immigrazione di 260mila stranieri e il rimpatrio di 40mila italiani che vivevano fuori dai nostri confini non è bastato a salvare il saldo demografico italiano, anche perché, di contro, 115mila cittadini hanno deciso di lasciare l’Italia per andare a vivere all’estero e lo stesso hanno fatto 42mila stranieri che vivevano in Italia.
La crescita demografica mondiale
Così non succede per quanto riguarda il pianeta. Secondo alcune stime potremmo essere 11 miliardi di persone nel 2100. Non saranno certamente gli europei a dominare la scena nel 2100. Nè saranno le religioni tipicamente occidentali le più diffuse. La crescita demografica mondiale sarà data dai Paesi emergenti come l’Africa e da quelli asiatici come Cina e Taiwan. Il risultato è che stiamo andando verso un Occidente anziano con enormi problemi nel mantenere gli stessi standard di vita attuali, e un oriente e un sud del mondo pieno di persone giovani e giovanissime alla ricerca di un’occupazione per raggiungere proprio quegli standard di vita che l’Occidente non riesce a garantire ai propri abitanti.
La profezia di Malthus sulla crescita demografica
Probabilmente Thomas Robert Malthus si sbagliava. Nel suo libro del 1978, “Saggio sul principio di popolazione“, il più importante volume riguardo questo argomento, che ha formato migliaia di demografi di tutto il mondo e che ancora oggi ha un’influenza enorme sulle decisioni di organizzazioni internazionali ed enti statali sosteneva una tesi che potrebbe essere smentita dai fatti. Matlthus diceva, infatti, che la popolazione mondiale cresceva con successione geometrica, quindi con un andamento esponenziale. Il cibo, invece, cresceva con una progressione aritmetica, quindi lineare. La conclusione di Malthus e dei suoi adepti è che, quindi, il mondo è strutturalmente troppo piccolo per poter sostenere un così grande numero di persone.
Il fatto è che Malthus, alla sua epoca, non poteva prevedere le innovazioni tecnologiche che intervengono continuamente proprio in agricoltura. Innovazioni che permettono di sfamare un numero di persone incredibilmente alto. Certamente con giganteschi problemi di sostenibilità ambientale, ma la possibilità di sfamare miliardi di persone è un fatto. E Malthus non poteva prevederlo.
L’andamento dei nati e dei morti in Italia

Tornando all’Italia: il grafico qui sopra mostra il saldo fra nascite e decessi in Italia e nei paesi Europei. Nel 2016 in Europa sono nati 5,1 milioni di bambini, 11mila in più rispetto all’anno precedente. I tassi di natalità più alti sono stati registrati in Irlanda (13,5 per 1.000 residenti), Svezia e Regno Unito (11,8 ‰), Francia (11,7 ‰), mentre è più bassa la natalità nei paesi del Sud Europa: Portogallo (8,4 ‰), Grecia (8,6 ‰), Spagna (8,7 ‰), Croazia 9,0 ‰) e la Bulgaria (9,1 ‰).
Noi italiani, dicevamo, abbiamo i tassi di natalità più bassi di tutti (7,8 ‰): per fare un confronto, la media europea è di 10 su mille.
I Paesi europei più vecchi
Nel frattempo, nel 2016 sono stati registrati 5,1 milioni di decessi in Europa, quasi 91.000 in meno rispetto all’anno precedente. L’Irlanda, Cipro (6,4 per 1 000 residenti) e il Lussemburgo (6,8 ‰) hanno il tasso di mortalità più basso. Seguono Malta (7,6 ‰), Paesi Bassi (8,7 ‰), Spagna e Francia (entrambi all’8,8 ‰ ).
Al contrario, Bulgaria (15,1 ‰), Lettonia (14,6 ‰), Lituania (14,3 ‰), Romania e Ungheria (13,0 ‰) hanno i più alti tassi di mortalità. In Europa, il tasso di mortalità è pari a 10 decessi per 1.000 residenti nell’UE.
In Europa siamo 1 milione e mezzo di più
Nel corso del 2016 la popolazione è aumentata in diciotto Stati membri dell’UE e diminuita in dieci, Italia compresa. Il maggiore incremento relativo è stato osservato in Lussemburgo (+19,8 per 1.000 residenti), davanti alla Svezia (+ 14,5 ‰), a Malta (+ 13,8 ‰), all’Irlanda (+ 10,6 ‰), all’Austria (+ 9,5 ‰), alla Germania e a Cipro (+ 7,6 ‰), Danimarca (+ 7,2 ‰), Regno Unito (+ 6,5 ‰) e Paesi Bassi (+ 6,0 ‰).
Invece, la diminuzione più consistente è stata registrata in Lituania (-14,2 ‰), Lettonia (-9,6 ‰), Croazia (-8,7 ‰), Bulgaria (-7,3 ‰) e Romania (-6,2 ‰). Complessivamente, la popolazione dell’UE è aumentata di 1,5 milioni di persone (+ 3,0 ‰) nel corso del 2016.
I dati si riferiscono al: 2016
Fonte: Eurostat
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