Italia Russia: dipendiamo per il 43,3% dal gas di Mosca

Quanto ci possono danneggiare le sanzioni a Mosca: più di Francia e Spagna

Italia, Russia e Europa, siamo alla resa dei conti. La tensione tra l’Unione europea e il Cremlino è cresciuta costantemente negli ultimi anni a partire dall’annessione della Crimea alla Russia nel 2014 ed è arrivata ora a un punto di non ritorno. L’attacco all’Ucraina, ordinato da Putin per supportare i separatisti filorussi del Donbass, la regione ricca di carbone situata nell’est del Paese guidato dal premier Volodymyr Zelensky, è un terremoto capace di spezzare del tutto i già fragili equilibri geopolitici tra Italia e Russia, e tra Russia, Europa e resto del mondo.

Russia Italia: dipendiamo per il 43,3% dal gas di Putin

Il nostro Paese può uscire molto danneggiato dalla crisi perché, al contrario di Francia e Spagna ad esempio, è molto più dipendente dalle relazioni economiche con la Russia, soprattutto per quanto riguarda il gas. Precisamente il nostro fabbisogno energetico di gas è coperto per il 43,3% dal metano di Gazprom, in linea con la media Ue: l’Europa a oggi dipende per circa il 40% dal metano di Putin.

Ucraina Russia, il prezzo del gas a 125 euro al megawattora

Le conseguenze sono già in atto: le borse tremano, quella di Mosca segna perdite record mentre a Piazza Affari la perdita è del 4,40% (giovedì 24 febbraio) tra le più alte in Ue che registrano tutte mediamente un deficit del -4%. Mentre Usa e Ue sono decise a procedere con le sanzioni verso la Russia, il prezzo del gas raggiunge prezzi mai visti in Europa: 125 euro al megawattora.

Quali sono i paesi Ue che comprano più gas russo

L’Europa è ancora dipendente dal gas naturale russo che viaggia nei gasdotti Gazprom, nel grafico in apertura la classifica dei Paesi Ue a cui la Russia vende più gas. Ma attenzione: non tutti i paesi che acquistano gas russo da Gazprom ne sono dipendenti, alcuni lo comprano ma non lo utilizzano bensì lo stoccano e provvedono al proprio fabbisogno energetico con risorse proprie, il caso più emblematico è quello della Romania che da sola è in grado di coprire fino al 90% del suo fabbisogno grazie ai propri giacimenti di gas naturale.

La guerra in Ucraina sta già costando alla Russia 180 miliardi

L’offensiva di Putin contro l’indipendenza dell’Ucraina, secondo i calcoli dell’agenzia Bloomberg, sta già costando al Cremlino 180 miliardi di dollari. Ma Putin aveva previsto questo scenario soprattutto per quanto riguarda le sanzioni Ue e l’embargo totale del gas fornito da Gazprom all’Europa. La banca centrale russa dispone infatti di 600 miliardi di dollari in riserve capaci di contrastare le perdite nette derivanti dalle sanzioni che, secondo i calcoli dell’Istituto per gli studi di politica internazionale Ispra, ammonterebbero a 7 miliardi di dollari al mese a cui andrebbero ad aggiungersi le penali contrattuali per la mancata consegna del gas.

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Stop al gas Russo, l’Ue cerca l’indipendenza energetica

Una delle prime dirette conseguenze della decisione della Russia d’invadere l’Ucraina è quindi la scelta da parte dell’Ue di applicare una sanzione senza precedenti contro il settore energetico russo, ovvero bloccare completamente l’import di gas proveniente da Mosca. Una decisione il cui scopo è mettere fine all’oligopolio russo sull’approvvigionamento energetico dell’Ue, in altre parole interrompere la dipendenza energetica dell’Europa dai condotti di gas russi i quali coprono il 40% del fabbisogno energetico dei Paesi membri.

La strategia dell’Ue per sganciarsi dal gas di Mosca

L’Europa in questi anni non è stata immobile, ad esempio potenziando l’import di Gnl (gas naturale liquefatto) dagli Stati Uniti (26%) e dal Qatar (24%) ma, fare a meno del gas russo, è difficilissimo. Ci riescono bene la Francia, grazie all’energia nucleare, Il Regno Unito che attinge metà della sua fornitura di gas da fonti nazionali e importando principalmente dalla Norvegia e anche dal Qatar. Anche la Spagna non è nell’elenco dei principali clienti della Russia, i maggiori partner commerciali del paese guidato da Pedro Sánchez sono infatti Algeria e Stati Uniti.

Il meccanismo Ue di solidarietà energetica

Alcuni paesi europei più piccoli dipendono esclusivamente dal gas russo, in particolare Macedonia del Nord, Bosnia ed Erzegovina e Moldavia. Per questi paesi, nel caso scattassero le misure sanzionatorie e l’embargo del gas russo, l’Europa ha predisposto un meccanismo (su base volontaria) di solidarietà. Per l’Italia, per niente al sicuro per quanto riguarda l’indipendenza energetica, vorrebbe dire condividere le proprie scorte accumulate in decenni: una strategia per impedire al Cremlino di poter sfruttare il suo oligopolio energetico e per traghettare l’Europa fuori dal giogo della dipendenza dal gas russo.

Italia Russia, perché rischiamo dal blocco dei gasdotti

L’Italia e la Germania sono tra i Paesi europei più dipendenti da Mosca per il gas naturale. Secondo i dati del Mite, nel 2020 il 43,3% del gas naturale importato dall’Italia proveniva dalla Russia. È vero che l’Italia importa anche metano dall’Algeria (22,8%), dal Qatar e dalla Norvegia (entrambi ci forniscono il 10% di gas) ma è molto più facile ed economico trasportare gas via tubo. Inoltre il calo di produzione in Norvegia, i problemi di produzione in Algeria e l’instabilità in Medio Oriente rendono il “piano b” dell’Italia per svincolarsi dalla dipendenza russa estremamente rischioso. Tanto più che l’Italia produce internamente solo il 10% del fabbisogno di gas. Dire do svidaniya al metano russo non sarà cosi facile.

I dati si riferiscono al: 2021

Fonte: Mite, Ispra, Bloomberg, Eurostat

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