Traffico di organi, 12mila trapianti illegali ogni anno

Il giro d’affari è di 1,5 miliardi di dollari. Ecco quanto costa un rene nel mondo

Turisti del trapianto che arrivano nei Paesi più poveri per un intervento che nel loro Paese non potrebbero ottenere quando vorrebbero. Un fenomeno sul quale non si hanno tanti dati ufficiali, ma che molte ricerche hanno cercato di analizzare nel modo più preciso possibile negli ultimi anni. L’attenzione verso questo fenomeno nascosto negli ultimi anni è un po’ scesa, dopo le iniziative dei primi anni Duemila, quando l’Organizzazione mondiale della sanità ha stimato che il 10% dei trapianti erano illegali, svelando l’esistenza di un traffico di organi mondiale.

Nel 2008, inoltre, per affrontare gli urgenti e crescenti problemi legati alla vendita di organi, al turismo del trapianto e al traffico di donatori nel contesto globale della carenza di organi, si è tenuto a Istanbul un vertice con oltre 150 rappresentanti di organizzazioni scientifiche e mediche provenienti da tutto il mondo, funzionari governativi, sociologi, e studiosi di etica. É nata così la Dichiarazione di Istanbul sul tema. Ma vediamo meglio quali sono i dati disponibili su un tema tra i più seri al mondo: i trapianti clandestini di organi.

Il turismo dei trapianti di organi

Una fotografia sullo stato del traffico di organi, com’è intuibile, è difficile da scattare. Spesso, anche in Italia, il fenomeno del traffico di organi è stato protagonista più di leggende metropolitane che di fenomeni reali. Ma, purtroppo, i trapianti illegali in tanti Paesi del mondo esistono eccome. Ma veniamo alle stime raccolte da numerose ricerche scientifiche in tutto il mondo. Nel maggio 2020 è stata pubblicata una ricerca sull‘International Journal of Environmental Research and Public Health dei ricercatori Juan Gonzalez, Ignacio Garijo e Alfonso Sanchez. La ricerca ne passa in rassegna altre elencando i principali risultati: si la stima che ogni anno ci siano 12mila trapianti illegali per un giro d’affari di 1,5 miliardi di dollari. 

Ma si deve anche notare che l’Organizzazione internazionale del lavoro dell’Onu afferma che 40 milioni di persone sono state vittime della tratta di esseri umani nel 2018. Tra questi il 90% subisce sfruttamento sessuale o lavoro forzato, ma c’è un 10% che rientra sotto la voce “altro“. In questo “altro” l’Ilo (International Labour Organization) considera anche il traffico di organi.

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Traffico di organi

Traffico di organi, quanto costa un rene?

Da anni comunque si registra il fenomeno del turismo legato al trapianto di organi, attivo in particolare in India e nei Paesi del Sud est asiatico. In una ricerca del 2015 del Parlamento europeo venivano citati anche i prezzi (la tabella che vedete in alto) di un rene su segnalazione delle associazioni locali. Il rene al prezzo inferiore si può trovare in India, a 1.400 dollari. Ma c’è anche una ricerca dell’Organizzazione mondiale della sanità del 2007 che spiega come vengono forniti dei veri e propri pacchetti turistici con viaggio, soggiorno e trapianto con prezzi da 70mila a 160mila dollari americani.

Perché esiste il traffico di organi?

Ma perché esiste il traffico di organi? Il motivo è molto semplice: le lunghe liste di attesa per chi ha necessità di un trapianto e si rivolge alla sanità pubblica o privata, ma comunque legale. Siccome spesso si tratta di necessità legate alla vita stessa della persona, nel senso che spesso senza il trapianto si rischia di morire, le persone che si rivolgono al mercato nero degli organi umani sono moltissime. Al punto che il traffico di organi è ritenuta una delle 12 attività illegali più redditizie al mondo.

Le liste di attesa, in ogni caso, sono stilate sia in ordine temporale ma soprattutto in base all’urgenza di un paziente di ottenere il nuovo organo il prima possibile proprio per aver salva la vita. Ma non è solo questo, perché c’è anche da dire che in molti Stati extraeuropei la legislazione a questo riguardo è molto lasca rispetto a quella che vige nella maggior parte degli Stati europei. Significa che in certi Stati i trapianti di organi al di fuori dei circuiti legali sono guardati come una necessità e non come un reato da perseguire e questo alimenta proprio il mercato nero soprattutto di rene, fegato e pancreas, che sono gli organi più richiesti.

In Italia vietati gli organi “sconosciuti”

L’Italia combatte queste pratiche ed è difficilissimo sfuggire ai controlli perché tutte le fasi, dall’approvvigionamento dell’organo al suo trapianto, vengono costantemente monitorate dalle autorità sanitarie. L’effetto è che nessun organo del quale non si conosce la provenienza, può essere trapiantato su un paziente in Italia. Ma a rendere difficile la lotta contro il traffico di organi è anche il fatto che non è mai stata data, a livello internazionale, una definizione vera e propria di questo reato. E sarebbe indispensabile visto che nella maggior parte dei casi si tratta di un crimine transnazionale, cioè che viene commesso in almeno due Paesi diversi, quello nel quale l’organo viene asportato e quello nel quale viene trapiantato.

Si può arrivare all’omicidio

Il fatto che questo accordo a livello legislativo non ci sia fa sì che per soddisfare la domanda in alcuni Stati si ricorra addirittura all’omicidio pur di procurarsi gli organi necessari. E poi, magari, cercare di far passare gli organi della vittima come donazioni altruistiche rendendo il traffico di organi un crimine invisibile. Per ora a livello internazionale abbiamo a disposizione solamente delle dichiarazioni di intenti di carattere etico che vietano (senza individuare eventuali pene per i trasgressori) di ottenere un profitto dal traffico di organi. Che, quindi, non si possono, o non si dovrebbero, commerciare.

Il trapianto di organi è sempre gratuito?

In Italia, il trapianto di organi è sempre gratuito per il paziente che riceve l’organo. La legge italiana n. 91 del 1999, “Norme in materia di prelievo e trapianto di organi e tessuti”, stabilisce che i costi del prelievo, della conservazione e del trapianto di organi e tessuti sono interamente coperti dal Servizio Sanitario Nazionale. Inoltre, la legge prevede che il trapianto debba avvenire sulla base di criteri di equità e di non discriminazione, garantendo l’accesso ai trapianti a tutti i pazienti in lista di attesa, indipendentemente dalla loro condizione socio-economica.

Tuttavia, è importante notare che alcuni costi accessori potrebbero non essere coperti dal Servizio sanitario Nazionale, come ad esempio il trasporto dell’organo o le spese per il soggiorno del paziente o del suo accompagnatore nel centro di trapianto. In questi casi, il paziente potrebbe dover pagare queste spese, ma comunque il costo principale del trapianto è sempre gratuito.

I dati si riferiscono al 2020-21

Fonte: New England Organ Bank

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