Con la sharing economy si arrotonda ma non si vive

Il 21% degli americani trova lavori occasionali su Internet. Ma non tutti i giorni

Il grafico mostra la percentuale di popolazione degli Usa coinvolta nella “sharing economy”, come lavoratore (in verde) o come utente (in rosso). Dato che si parla di “lavoratori” sono stati considerati i servizi come Uber, che prevedono una prestazione a pagamento e non sono stati inclusi quelli come BlaBlaCar, basati sulla condivisione delle spese. Per “sharing economy” si intendono tutte quelle attività in cui singoli individui si mettono in contatto per dare o ricevere servizi e prestazioni professionali, attraverso una “piattaforma” cioè un sito Internet dove i privati possono offrire un servizio o richiederlo. Il compito della piattaforma è solo mettere in contatto domanda e offerta di prestazioni occasionali, sono poi gli utenti a stabilire prezzi e attività. Un altro esempio di “sharing economy”, è Airbnb.

In Usa la sharing economy coinvolge il 44% della popolazione

Gli Usa sono probabilmente il Paese dove questo tipo di attività sono più diffuse. Il 44% degli americani nel 2015 ha utilizzato almeno una piattaforma di “sharing economy”. Il 21% l’ha usata anche come lavoratore, mentre gli altri solo come clienti.

sharing economy

I servizi offerti più spesso dai lavoratori sono riparazioni e traslochi (11%), passaggi in auto stile Uber (10%), ospitalità (9%) e in misura minore consegne di cibo a domicilio (7%) e car sharing cioè affitto o condivisione di automobili (6%).
I servizi più richiesti sono i passaggi in auto (22%), l’ospitalità (19%) e riparazioni e traslochi (17%).Di solito, chi usa la “sharing economy” si serve di più piattaforme diverse.

Lavori occasionali e totalmente precari

Attualmente, negli Usa, il 30% dei lavoratori offrono i propri servizi sulle piattaforme un paio di volte all’anno, il 30% una volta al mese e circa il 30% una volta alla settimana. Solo il 10% si propone quotidianamente. Insomma, sembra che ancora non si tratti di un modo per guadagnarsi da vivere stabilmente, ma solo per arrotondare.
Per il momento, quindi. sembra che la sharing economy, almeno negli Usa, abbia ancora un ruolo secondario nel complesso del mercato del lavoro.

I dati si riferiscono al 2015
Fonte: Aspen-Burston Marsteller-Time

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