In nessun Paese è meno del 10%. Abbiamo gli stessi lavoratori in nero dell’Austria
Il servizio studi del Parlamento europeo ha raccolto in un’unica cartina tutti i dati nazionali sull'”undeclared work” e sulla “shadow economy“, cioè: economia sommersa.
Quanta economia sommersa
Riguardo proprio all’economia sommersa ciò che i dati dicono è che in nessun Paese europeo il suo valore in rapporto al Pil è inferiore al 10% tranne che in Belgio, dove rappresenta solo l’8% del Pil, e in Austria, ferma al 7%. Ma quello che si scopre è anche che in moltissimi Paesi la shadow economy supera il 20% del Pil e che in uno supera addirittura il 30%: è il caso della Bulgaria che è a quota 31% rispetto al 36% del 2003. Anche la Romania non scherza con il 28% a parimerito con l’Estonia. L’Italia è al 21%, a metà classifica, si potrebbe dire, superata, tra gli altri, dalla Lettonia con il 24%.
Lavoratori in nero
Le cose cambiano se si considera il lavoro nero in rapporto al totale delle persone al lavoro. In questo caso Cipro svetta con oltre il 30% dei lavoratori in nero mentre in Italia i lavoratori “undeclared” sono tra il 15 e il 30% del totale, come in Spagna, Portogallo, Austria e Polonia.
La cartina permette la comparazione del lavoro nero anche in base ad un terzo parametro: il lavoro nero in rapporto al Pil. In questo caso si scopre che quasi tutti i Paesi dell’est Europa hanno una quota di Pil prodotta dal lavoro nero superiore al 20% e che l’unico Paese occidentale che arriva a questa percentuale è la Spagna.
I dati si riferiscono al: 2013
Fonte: parlamento europeo
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