Il reddito medio degli italiani non è cambiato tra i 2007 e il 2018

A crescere di più i redditi medi degli autonomi non forfettari e degli imprenditori più grossi

I dati sulle dichiarazioni dei redditi appena pubblicati dal Ministero delle Finanze appaiono il ritratto di un mondo ormai finito, e della cui fine ci accorgeremo maggiormente nei prossimi mesi e anni, quando l’estensione della crisi provocata dalla pandemia di Covid19 sarà ancora più chiara. Tuttavia il trend del reddito medio degli italiani (persone fisiche) perlomeno tra il 2007 e il 2018, dice molto sulla direzione che l’economia nazionale ha preso nell’ultimo periodo della nostra storia e sull’andamento del reddito medio degli italiani.

Uno degli elementi più importanti è la stagnazione del reddito medio pro capite dichiarato dai lavoratori dipendenti, che sono del resto la maggioranza dei contribuenti, 22,2 milioni. Dai 19.200 euro pro-capite del 2007 si è passati ai 20.820 di due anni fa. E anche se tra 2017 e 2018 vi è stato un progresso più deciso dopo la totale stagnazione tra 203 e 2017, si tratta comunque di variazioni piccolissime, considerando anche l’inflazione. E’ ovvio, in questi valori medi vi è di tutto, dai tanti contratti precari ai minimi contrattuali agli stipendi dei grandi dirigenti della PA. Su questi numeri ha probabilmente influito un dato positivo, la crescita di circa 1,8 milioni tra 2013 e 2018 del numero di dipendenti. Si è toccato un record di lavoratori, sia per il ritardo dei pensionamenti, sia per le assunzioni di giovani, in gran parte pagati decisamente poco.

Se la sono cavata meglio i pensionati, con una crescita del redditi medio quasi costante che li ha portati dai 13.440 del 2007 ai 17.870 del 2018. Nello stesso lasso di tempo tra l’altro le dichiarazioni di redditi pensionistici sono diminuite. Probabilmente tra i motivi vi sono le riforme che hanno fatto calare il numero di quelle pensioni, normalmente più basse, che venivano erogate in anticipo. Andando in pensione dopo ora si prende in media di più.

La verità sul reddito medio degli italiani

A crescere sono stati altri redditi, quelli dei lavoratori autonomi e degli imprenditori, in particolare. Nel caso degli autonomi dopo un brusco calo tra 2011 e 2014 vi è stato un recupero deciso, che è sfociato nel 2018 in un reddito medio pro capite di 46.240 lordi, circa di 2700 euro maggiore di quello dell’anno precedente. Secondo molti analisti si tratta anche degli effetti dei nuovi ISA (Indici Sintetici di Attività Fiscale), che hanno sostituito gli studi di settore, e che inducono a autocertificare la compliance delle proprie dichiarazioni, con un seguito ovviamente di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Certo, si tratta di un benessere, quello dei professionisti, che riguarda sempre meno persone. Rispetto all’inizio del decennio quando si parlava di circa 920 mila autonomi, si è scesi di 200 mila unità. Un calo enorme, che illustra bene come cambia il mondo del lavoro italiano, sempre meno affollato di lavoratori autonomi. Resistono solo quelli che guadagnano bene. Queste statistiche infatti escludono i sempre più numerosi forfettari e gli altri lavoratori assimilabili, i collaboratori, coloro che lavorano per provvigione, e altri ancora, che rimangono stabili sia a livello di numero che di redditi percepiti, bassissimi, poco sopra i 3 mila euro annui.

Sempre meno imprenditori ma sempre più ricchi

In aumento anche il reddito medio degli imprenditori, soprattutto di quelli a contabilità ordinaria, ovvero quelli con ricavi superiori a 400 mila euro nei servizi e a 700 mila negli altri settori. Anche in questo caso dopo una stagnazione fino al 2014, vi è stato un aumento deciso, fino ai 38.790 euro del 2018.

Per coloro che hanno piccole attività l’incremento più significativo è stato tra 2013 e 2015, dopo di che vi è stato uno stop.

E’ evidente che l’attività di emersione del nero e di lotta all’evasione, tramite accertamenti e l’utilizzo di nuovi strumenti come gli ISA abbia agito soprattutto per gli imprenditori un po’ più grandi.

Ma questi numeri indicano anche due cose. Da un lato in Italia vi era una concentrazione del benessere tra imprenditori e professionisti, che sono sempre meno, visto che anche le dichiarazioni di redditi di imprenditori sono diminuite moltissimo, di quasi un milione in 11 anni, mentre si allargava la platea dei dipendenti per l’ingresso di nuovi lavoratori, seppure pagati poco. Dall’altro si nota una grande differenza nel grado di risposta alla congiuntura, che colpisce gli autonomi di più, e i dipendenti un po’ di meno. E’ facile immaginare che sarà così anche questa volta.

I dati si riferiscono al 2007-2018

Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze

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