Mutui casa, già 200mila le domande di moratoria

Dalle piccole e medie imprese sono arrivate 1,3 milioni di richieste

La crisi economica scatenata dalla pandemia ha fatto all’improvviso risalire l’allarme su un problema che già si era presentato durante quella finanziaria del 2009-2013: il credito. Sia quello da concedere, sia quello da ripagare. Parliamo del secondo: la difficoltà di famiglie e imprese nell’onorare le rate del mutuo è stata alla base del boom dei cosiddetti Npl. Sono i non performing loans, ovvero i crediti deteriorati che hanno poi a loro volta messo in difficoltà molte banche, soprattutto in Italia. Per cercare di evitare o perlomeno limitare il ritorno dello stesso fenomeno, fin dal primo decreto varato allo scoppiare della pandemia, il Cura Italia del marzo 2020, il governo ha varato una moratoria per alcuni mutui casa per le famiglie che per le aziende più piccole e quindi più fragili.

Moratoria mutui casa, come funziona per le famiglie

Per quanto riguarda i privati a essere sospese sono state le rate per i mutui per la prima casa per quei debitori che abbiano perso il lavoro, o che abbiano subìto una riduzione delle ore di lavoro e siano per esempio in cassa integrazione o quando ci sia stata la morte o una grave malattia del debitore stesso. Se si tratta di un libero professionista le moratorie sono concesse a chi abbia subìto un calo del fatturato superiore al 33% rispetto al periodo pre-covid. L’associazione bancaria italiana e le associazioni dei consumatori si sono in seguito accordate per garantire la sospensione anche di altre tipologie di mutui casa.

mutui casa

Le moratorie richieste dalle imprese

Nel caso delle imprese la moratoria sui mutui è stata riservata a quelle con meno di 250 dipendenti, quindi definibili come micro, piccole e medie. Devono avere un fatturato inferiore a 50 milioni, e non abbiano crediti deteriorati, ovvero che siano “in bonis”, come si dice in gergo. Si tratta però della sospensione della restituzione della quota capitale, non degli interessi, che rimangono da pagare.

In base agli ultimi dati sono state le imprese quelle che hanno fatto domande di moratoria per l’ammontare maggiore di prestiti, 189 miliardi, se ci riferiamo alle aziende non finanziarie, su 294. I crediti sospesi dalle famiglie valgono invece 96 miliardi. In particolare per quest’ultimo caso ci sono anche dati piuttosto dettagliati, resi noti dalla Banca d’Italia. Emerge che perlomeno nel 2020 la famiglia tipo che ha aderito alla moratoria sui mutui era del Nord Ovest e ha subito mediamente un calo del reddito del 25% rispetto al 2019.

Non a caso la gran parte delle domande proveniva o da chi ha subìto una sospensione dal lavoro ed era stato messo in cassa integrazione o da professionisti che avevano subito perdite. Dalle famiglie sono arrivate al marzo 2021 200mila domande di moratorie per quanto riguarda la sospensione del mutuo per la prima casa e 580mila per le altre concesse dagli accordi sottoscritti da Abi.

La sospensione dei mutui per le Pmi

Sono state invece 1,3 milioni le domande avanzate dalla piccole e medie imprese solo per le moratorie varate dal Cura Italia. Ma altre se ne sono aggiunte per quanto riguarda le misure che le banche hanno messo in campo tramite l’iniziativa dell’Abi. Per queste ultime sono giunte 60mila richieste, con 17 miliardi coinvolti.

Che le banche si siano dimostrate sollecite nel promuovere la sospensione dei mutui pmi ai debiti non deve stupire. È ancora fresca la ferita dei crediti deteriorati che hanno costretto tanti istituti a ristrutturazioni e operazioni dolorose per ritornare solide. E visto che secondo tutti gli analisti nella delicata fase post-Covid non è evitabile un ritorno all’aumento degli Npl, si vuole perlomeno limitare i danni. Così in questa fase avere “in pancia” crediti legalmente sospesi è meglio che iscriverli in bilancio come deteriorati. Così sarebbe per moltissimi di essi se una tale moratoria per i mutui pmi non esistessero.

Il problema è che queste per quanto riguarda le imprese scadono il 30 giugno, a breve, a differenza di quelle per le famiglie, in scadenza il 31 dicembre. E ci sono forti pressioni sia delle associazioni imprenditoriali che delle banche perché venga proposta una proroga. L’emergenza non è finita, molte attività sono ancora ferme, e costringere le aziende a ricominciare a pagare le rate dei mutui  potrebbe provocare troppi default. Come già accaduto.

I dati si riferiscono al 2020 e 2021

Fonte: Banca d’Italia

Leggi anche: Solo il 19,6% dei crediti deteriorati viene recuperato

Ti piace citare i numeri precisi quando parli con gli amici? – La redazione di Truenumbers.it ha aperto un canale Telegram: qui potrai ricevere la tua dose quotidiana di numeri veri, restare aggiornato sui principali dati (rigorosamente ufficiali) e fare domande. Basta un attimo per iscriversi. Un’ultima cosa: siamo anche su Instagram.