Mafia in Lombardia, le denunce per estorsione sono 1.769

Raddoppiati in 8 anni. A Milano record di 209 procedimenti in mano all’Antimafia

Giovanni Falcone lo aveva detto :“Segui i soldi e troverai la mafia”. La criminalità organizzata da tempo ha capito che l’unico modo per acquisire potere è abbandonare una dimensione strettamente territoriale e seguire i flussi economici collocandosi nei gangli produttivi. Per questo la ‘ndrangheta è diventata una delle principali multinazionali della cocaina, la camorra napoletana ha messo radici in Spagna sulle coste più frequentate dal turismo, e tutte le organizzazioni della criminalità organizzata nel tempo hanno cominciato a gestire un pezzo sempre più grande di economia del Nord Italia, e in particolare nella sue regione più importante, la Lombardia. Sia per ottenere profitti, sia per “ripulire” legalmente il denaro guadagnato con le attività illecite. La mafia in Lombardia ha molti volti.

Gli affari della mafia in Lombardia

Ha il volto  dei malviventi che si occupano di estorsioni, per esempio nei confronti dei negozianti costretti a pagare il pizzo. E non a caso tra il 2010 e il 2018 le denunce per estorsione in generale sono passate nella regione da 797 a 1.769, diminuendo a 1.401 solo nel 2019. Ma anche quello dei  cosiddetti “colletti bianchi” che gestiscono aziende che di facciata appaiono legali, in particolare nel settore edilizio, ma non solo. Si tratta sia di seconde e terze generazioni delle famiglie mafiose che hanno raggiunto la Lombardia decenni fa, sia di autoctoni contattati e arruolati dalla criminalità organizzata. Che ha la grande abilità di creare rapporti a molti livelli, con imprenditori, manager, politici, professionisti, dirigenti pubblici. È anzi questa una delle sue mission imprenditoriali, se così si può dire, stringere relazioni per infiltrarsi in modo più efficace.

mafia in Lombardia

Mafia in Lombardia, 33 provvedimenti interdittivi

E così esattamente come accade con i consigli comunali inquinati dalla presenza mafiosa, anche nel caso delle aziende la giustizia può decidere di intervenire, e sostituire gli organi dell’impresa nella gestione della società. Oppure interdire, per mano del prefetto, un’azienda dall’avere rapporti con la Pubblica Amministrazione vietandole di partecipare ad appalti pubblici. Solo nella prima metà del 2020 sono stati 33 questi provvedimenti interdittivi in Lombardia. È la regione dove ve ne sono stati di più dopo Campania, Sicilia, Puglia, Calabria, con quest’ultima che detiene il record nazionale, di 108.

Quanti reati mafiosi in Lombardia

L’indicatore probabilmente più efficace per apprezzare l’incremento della presenza della mafia in Lombardia è quello che riguarda i procedimenti iscritti dalle Procure per reati di competenza della direzione distrettuale antimafia. Nel distretto di Milano, che fa capo alla Lombardia occidentale, nel 2019 era stato raggiunto il record decennale di 209.

In precedenza, dopo un picco di 192 nel 2011 procedimenti erano scesi a livelli decisamente minori, per esempio a 132 del 2012 e a 135 del 2017. Anche nel distretto di Brescia, che insiste sulle province di Brescia, Bergamo, Cremona, Mantova, nel 2019 è stato toccato un record. Sono stati iscritti 101 procedimenti. Hanno superato per la prima volta in 10 anni quota 100, con un balzo deciso rispetto ai livelli raggiunti negli anni precedenti. La pandemia ha provocato in entrambi i casi una riduzione nel 2020. I procedimenti a Milano sono scesi a 141, e a Brescia a 77.

La crisi può aiutare la mafia in Lombardia e in tutta Italia

E tuttavia ora il timore è che come sempre accaduto la crisi economica possa fare da volano per la mafia in Lombardia e altrove. Il meccanismo è sempre il solito: un investitore legato alla mafia con le buone o con le cattive acquisisce o entra con quote importanti in una azienda in difficoltà. La utilizzerà per pulire denaro o guadagnare utili, magari risollevandone le sorti grazie all’abilità nell’ottenere appalti grazie ai rapporti privilegiati con politici e funzionari.

Le condizioni di fragilità di larga parte del mondo delle imprese possono aiutare grandemente questa strategia, oltre che offrire il fianco a un’altra attività tradizionale della criminalità organizzata: l’usura. Ma quello che potrebbe cambiare, dicono gli inquirenti, è il ventaglio dei settori che la mafia potrebbe mettere nel mirino. Non più solo ristorazione e movimento terra, ma anche quelli che oggi tirano di più, come la logistica, lo stoccaggio delle merci, i trasporti, le energie rinnovabili. Ma anche il turismo.

Lombardia quarta per rischio di infiltrazioni mafiose

Secondo una indagine di Demoskopika è di 2,2 miliardi il giro d’affari della mafia nel settore, di cui il 62,5, al Centronord. E ora alberghi e altre strutture ricettive, indebolite e costrette in gran numero quasi al fallimento sono un boccone molto facile per mafia siciliana, ‘Ndrangheta, Camorra. E la Lombardia è la quarta regione maggiormente in pericolo anche per questo tipo di infiltrazione secondo Demoskopika. Dopo Campania, Lazio, Sicilia, Calabria, con 530 imprese a rischio, davanti alla Puglia. La ripresa economica, che quest’anno dovrebbe iniziare dovrà servire evidentemente anche ad allontanare queste nuvole all’orizzonte.

I dati si riferiscono al periodo 2010-2020

Fonte: Ministero della Giustizia

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