Mafia,in Lombardia 19.752 operazioni sospette in 6 mesi

Dalle banche del Nord il 46,3% delle segnalazioni. Il 6,7% delle imprese sono infiltrate

Quella di oggi è una mafia diversa da quella che combatteva Paolo Borsellino, ucciso esattamente 27 anni fa nell’attentato di via D’Amelio a Palermo. I mafiosi del 2019 sono dei veri imprenditori; guadagnano fiumi di denaro contante da traffico di stupefacenti, estorsioni e usura e reinvestono questi capitali soprattutto al Nord, dove nella sola Lombardia nel secondo semestre del 2018 sono state registrate quasi 20mila operazioni finanziarie sospette.

Economia al Sud, finanza al Nord

I numeri confermano la sostanziale differenza tra gestione economica e gestione finanziaria delle risorse da parte della mafia. Come mostra il grafico, tra le attività economiche con infiltrazioni mafiose, l’86,6% sono nel Mezzogiorno e nelle Isole, con il Nord e il Centro appaiati al 6,7%. Una fotografia totalmente diversa da quella finanziaria invece. Secondo il rapporto Dia sul secondo semestre del 2018, delle 103.576 operazioni finanziare sospette, il 46,3% riguarda il Nord Italia. Qui, dopo la Lombardia, prima a 19.752, c’è l’Emilia-Romagna, con 9.812 operazioni finanziarie sospette. Veneto e Piemonte sono entrambe sopra quota 6.500. Segue il Sud con il 35% (la maggior parte in Campania, seconda regione dopo la Lombardia, con 17.860) e il Centro con il 18,7%. Colpisce il fatto che Sicilia e Calabria non siano ai primi posti, le banche locali hanno segnalato rispettivamente solo 6.151 e 3.862 operazioni sospette negli ultimi sei mesi del 2018.

Gli investimenti della mafia al Nord

In che settori sceglie di investire la mafia al Nord? Dovunque girino soldi. Dalle scommesse e giochi online all’agricoltura passando per le energie rinnovabili e i giocattoli. A volte i costi per il riciclaggio arrivano anche a toccare il 50% delle somme investite, ma per la mafia è talmente fondamentale immettere i propri soldi nell’economia legale da accettare anche di disperdere il 50% dei contati. Al Nord riciclare è più facile: le cosche riciclano meglio nelle regioni meno mafiose. La Dia parla di veri e propri «artisti del riciclaggio, specializzati nell’elusione fiscale.

Tutto su terziario e industria

Per quanto riguarda l’economia, per capire i settori di maggiore attività della mafia, sono state divise per settore le attività di 12.054 soggetti arrestati o denunciati nel quinquennio 2014-2018 per reati mafiosi. Il terziario e il secondario sono nettamente in testa con rispettivamente il 46,8% e il 44,8%. Indietro il primario, cioè l’agricoltura, (6,3%) e il terziario avanzato (2,1%).

I dati si riferiscono al secondo semestre del 2018

Fonte: Dia
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