Intercettazioni telefoniche, sono state 120.810 in un anno

Si stima siano circa 60mila le persone messe sotto controllo dai magistrati

Servono alle indagini, certo. Ma i magistrati a volte esagerano un po’ con le intercettazioni? Il tema non è nuovo, certo, anzi: la politica ha cercato più volte di mettere paletti alla discrezionalità dei pm soprattutto dopo l’indagine della procura di Trapani sul lavoro delle Ong nel soccorso in mare. In quel caso sono stati intercettati giornalisti non indagati mentre parlavano con le loro fonti. Ma quante sono gli intercettati ogni anno in Italia? I numeri del ministero della Giustizia ci dicono che il numero complessivo di intercettazioni telefoniche (non ci sono solo quelle, come vedremo) è in calo da anni.

I veri numeri delle intercettazioni in Italia

Nel 2019, l’ultimo per cui sono presente statistiche, le intercettazioni sono state 120.810. Di queste la grande maggioranza, 97.159, sono state intercettazioni telefoniche, ovvero mirate all’ascolto di conversazioni al telefono o al cellulare. Solo una minoranza, 17.127, sono state ambientali, tramite l’installazione di una cimice in una stanza o in macchina. Infine, 6.524 sono state di altro tipo, per esempio informatiche, tramite l’intercettazione di caselle email o simili.

Le intercettazioni telefoniche dei cellulari

Sei anni prima, nel 2013 le intercettazioni in Italia erano state 141.169, un picco toccato dopo una crescita che nel corso degli anni 2000 era stata anche abbastanza veloce e poi era divenuta lenta. Nel 2005 infatti il numero complessivo delle intercettazioni in Italia era stato solo di 101.652. In seguito al massimo del 2013 la riduzione delle intercettazioni le ha portate ad essere 119.805, un numero comunque superiore a quello di 13 anni prima.

Intercettazioni telefoniche

Il calo delle intercettazioni telefoniche

Si deve precisare che questi numeri comunque non si riferiscono tanto al numero di persone intercettate, ma agli apparecchi, telefonici o elettronici, controllati o agli ambienti in cui è stata messa una cimice. Nei fatti le persone che possono essere interessate dalle intercettazioni in Italia può essere un multiplo di quelle autorizzate, per esempio tutti coloro che hanno una consuetudine con il soggetto che è il vero obiettivo delle indagini e con cui parlano regolarmente.

Allo stesso modo le persone obiettivo delle intercettazioni sono normalmente meno del numero indicato nei report del ministero della Giustizia, visto che per un presunto mafioso o corruttore vi possono essere più telefoni o case messe sotto controllo. Lo stesso ministero stima che per ogni indagato vengano messi sotto controllo 1,6 bersagli. Si potrebbe quindi stimare che gli intercettati (quelli con utenze messe sotto controllo) ogni anno siano intorno ai 60mila. 

L’aumento delle intercettazioni ambientali

Un dato degno di nota dell’andamento delle intercettazioni in Italia riguarda le diverse tendenze che interessano quelle telefoniche e le altre. Il sempre maggior utilizzo della tecnologia, sia da parte degli inquirenti che da parte dei sospettati, porta a fare maggiore affidamento su microspie ambientali e strumenti elettronici ed informatici. Così mentre le intercettazioni telefoniche sono diminuite da un picco di 124.200 nel 2014 alle 97.159 del 2019 quelle ambientali hanno toccato un massimo di 17.127 proprio due anni fa, circa 3mila in più rispetto al 2013, anno in cui sono state autorizzate più intercettazioni nel complesso. Nel 2005 erano state ancora meno, 9.628.

Ancora più rilevante l’aumento delle altre intercettazioni, quelle per esempio informatiche, che nel 2019 sono arrivate a 6.524, più di mille in più rispetto all’anno precedente. Anche in questo caso nel 2005, il primo anno per cui vi sono dati ufficiali, erano state pochissime, solo 1.729.

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In calo anche le intercettazioni di mafiosi

Anche le intercettazioni disposte dalla Dda (Direzione distrettuale antimafia) risultano in calo negli ultimi anni. Nel 2019 sono state 44.222 cioè poco più di un terzo del totale, circa 3mila in più rispetto al 2018 ma meno di quelle del 2009 e 2010, quando avevano sfiorato le 60 mila, e che anzi allora rappresentavano una percentuale decisamente più alta di tutte quelle autorizzate nel Paese.

Non sappiamo se tale riduzione sia dovuta a un affievolimento del pericolo sociale della criminalità organizzata o all’adozione di altri metodi di indagine nella lotta alla mafia. Quello che è certo è che tra quelle richieste dalla Dda le intercettazioni di tipo diverso da quelle telefoniche o ambientali, quelle informatiche per esempio, hanno un ruolo ancora maggiore. E la loro adozione è cresciuta più velocemente. Sono state ben 3.964 nel 2019, la maggioranza di quelle di questo tipo in quell’anno. Mentre erano state solo 551 nel 2009. La tecnologia continua ed essere sempre più protagonista anche in questo campo.

Intercettazioni telefoniche, per quali reati

Non per tutti i reati i magistrati possono disporre delle intercettazioni telefoniche. La legge dice che sono ammesse solo se la persona che si intende controllare è sospettata di aver commesso un reato non colposo che prevede la pena dell’ergastolo o per tutti quei reati che prevedono una pena superiore ai 5 anni. Possono essere sottoposte a intercettazioni telefoniche anche le persone sospettate di reati contro la pubblica amministrazione sempre che questi reati prevedano una pena detentiva superiore ai 5 anni.

I reati che prevedono le intercettazioni telefoniche

Anche in questo caso, però, esistono delle eccezioni. Per esempio, si può intercettare quando si indaga per reati connessi allo spaccio di stupefacenti oppure per reati connessi al traffico di armi o di esplosivi. Non solo: si può intercettare una persona per reati quali: usura, abusiva attività finanziaria, ingiuria, abuso di informazioni privilegiate, minaccia, molestia o disturbo alle persone col mezzo del telefono, manipolazioni del mercato.

Però non è automatico che quando si indaga per questi reati le intercettazioni telefoniche siano ammesse dal giudice: devono sussistere due requisiti essenziali. Il primo è che gli indizi di colpevolezza siano gravi e, secondo, le intercettazioni telefoniche devono essere realmente indispensabili per la prosecuzione delle indagini. Per autorizzare, invece, le intercettazioni ambientali deve esserci il fondato sospetto che nel luogo dove si vuole piazzare una cimice si stia commettendo un crimine.

I dati si riferiscono al 2005-2019

Fonte: Ministero della Giustizia

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