A Milano l’inquinamento costa 2.843 euro a testa

Tra le prime 10 città in Europa per le spese legate allo smog cinque sono italiane

L’inquinamento non uccide solamente, è anche costoso, e in parte è costoso proprio perché uccide e provoca malattie. E l’Italia è probabilmente il Paese che più paga in Europa per questo. Questo emerge dal report commissionato dall’Alleanza europea per la salute pubblica (Epha) a CE Delft, che si occupa di consulenza e ricerca proprio sui temi ambientali, e calcola in modo scientifico il costo dell’inquinamento, evidenziando dove è maggiore. Monetizza le perdite in vite umane provocate da esso, il costo delle ospedalizzazioni, la perdita di ore di lavoro a causa di problemi di salute che dall’inquinamento sono provocati.

Le patologie respiratorie dovute all’inquinamento

È ormai chiaro che questo produce nei bambini maggiori patologie respiratorie, asma, bronchiti, che poi è costoso per la sanità curare, assenze dal lavoro dei genitori, bronchiti croniche negli adulti, problemi cardiaci, maggiori ammissioni negli ospedali, e in generale accorcia la vita media. E da anni sono state messe a punto tecniche per calcolare l’impatto economico degli anni di vita perduti.

Sul banco degli imputati vi sono il PM10 e il PM2.5, ovvero il particolato, le polveri sottili. Il diossido d’azoto, l’ozono. E conoscendo gli effetti, ormai conosciuti, di questi inquinanti, considerando i tassi di morbilità(quanti si ammalano), di mortalità, i redditi medi, i livelli occupazionali, è stato calcolato quanto costa a ognuno subire l’inquinamento nelle principali città europee.

Il costo implicito di vivere in una città inquinata

E la notizia è che tra le prime 10 città più colpite ben 5 sono italiane: Milano, Padova, Venezia, Brescia, Torino. Il capoluogo lombardo con 2.843 euro pro-capite è la seconda città in Europa quanto a costo dell’inquinamento. Peggio fa solo Bucarest con 3.004. Ma l’Italia con Padova occupa anche la terza posizione, con 2.455 euro a testa, oltre alla sesta con Venezia, 2.106 euro pro-capite, il settimo, con Brescia, 2.106, e nono con Torino, 2.076 euro a testa.

Italia in testa per la concentrazione di ozono

Più che Italia dovremmo parlare di Pianura Padana, dove si concentrano sia inquinanti che altre caratteristiche socio-economiche. Le città del Nord sono quelle in cui si trova la maggior quantità di ozono, un inquinante secondario, quelle in cui per motivi orografici il ricambio d’aria è minore, ma a caratterizzarle è anche una importante presenza industriale associata a redditi alti e occupazione elevata, associata a una età media molto superiore ella media. CE Delft infatti sottolinea come chiaramente l’inquinamento è più costoso dove non solo questo è più presente, ma più persone lavorano, il PIL è più alto, e quindi vi è di più da perdere in termini economici.

Le altre aree simili sono quelle industriali lontane dal mare, in pianure e valli dell’Europa Centro-Orientali, come Romania o Polonia, in cui l’industria è inquinante. Le città con i costi minori invece sono collocate in tutt’altre aree d’Europa. È a Santa Cruz de Tenerife che l’inquinamento costa meno, solo 382 euro a testa, e poi a Narva, in Estonia, 405 euro, e a Kuopio, in Finlandia, 467. Luoghi sul mare, alle Canarie, ventilate, come anche Pau o Brest in Francia, o isolate, come appunto Kuopio, in mezzo alle foreste.

La posizione geografica conta come l’azione dell’uomo, e chissà che lo svantaggio del Nord Italia in questo campo non abbia influito anche nell’altissima mortalità per Covid degli anziani nel nostro Paese.

I dati si riferiscono al 2018

Fonte: CE Delft

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