E’ colpa del coronavirus, succederà anche da noi? A gennaio raggiunto il 5,4%
Delle conseguenze economiche dell’emergenza coronavirus si parla in modo massiccio, tra preoccupazioni delle categorie e richieste di deficit extra. L’esperienza del Paese che per primo ci è passato, la Cina, ci dice che forse dovremmo aspettarci nell’immediato un effetto anche sulla inflazione.
Osservando, infatti, i dati Ocse del mese di gennaio appare evidente che il primo mese del 2020 è stato quello con l’inflazione maggiore per la Cina negli ultimi 10 anni. Aumento che, in questo caso, è da intendersi come incremento dei prezzi sullo stesso mese dell’anno precedente. Il salto tra 2019 e 2020 è stato notevole, si è passati dall’1,7% al 5,4%. In precedenza non si era mai andati oltre il 4,9% del 2011 e il 4,5% del 2012. E anzi nel gennaio 2015 si era scesi a un +0,8%.
I motivi dell’inflazione cinese
Secondo gli analisti dell’Ocse il picco di inflazione è stato causato da un lato dalla maggiore domanda in vista del Capodanno Lunare, che però c’è ogni anno, dall’altro dai blocchi nella supply chain (la catena di distribuzione delle aziende) in particolare del settore alimentare, causati appunto dall’emergenza coronavirus. Le interruzioni nei trasporti e le chiusure delle strutture produttive hanno avuto un impatto molto forte.
Basti pensare che i prezzi del maiale, molto consumato in Cina, sono cresciuti del 116%. Certo, le differenze tra Cina e Italia sono abissali. Ma, considerando che il nostro è il Paese più colpito dopo la Cina, la domanda a questo punto è: potrebbe succedere lo stesso anche da noi?
Da anni inflazione italiana più bassa che in Germania
Per prima cosa si deve dire che l’Italia da diversi anni ha tra le inflazioni più basse del mondo industriale. Una novità per il nostro Paese, che per decenni ha pagato aumenti dei prezzi superiori a quelle dei propri vicini. A gennaio l’inflazione è stata solo del 0,5%, inferiore all’1,5% francese, o al 1,7% tedesco, nonchè al 2% americano. In media nei Paesi del G20 è stata del 4%. In questo insieme di Paesi d’altronde vi sono l’Argentina, con un’inflazione in doppia cifra, o l’India, la cui altra crescita economica provoca un aumento dei prezzi anche superiore a quello cinese più recente.
La storia dell’inflazione italiana
E’ del resto la stagnazione economica che provoca la bassa inflazione italiana, e il mancato incremento degli stipendi, che a confronto con il resto d’Europa sono quasi bloccati. E’ così da diversi anni, almeno dal gennaio 2014 quando per la prima volta l’inflazione italiana fu più bassa di quella tedesca, 0,7% contro 1,3%. La Germania ha sempre avuto una crescita dei prezzi molto ridotta, grazie alla moderazione salariale e a una moneta forte, e questo le ha consentito di guadagnare competitività.
La situazione attuale, che la vede con un’inflazione più alta di diversi suoi vicini, grazie anche agli aumenti di stipendi e spesa pubblica, è piuttosto nuova. Tutto potrebbe cambiare nel brevissimo periodo a causa del coronavirus. Tutto dipenderà dal grado in cui i trasporti e rifornimenti saranno bloccati dalle restrizioni varate per fermare il contagio
I dati si riferiscono al: 2019
Fonte: Ocse
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