Dopo 11 anni la Spagna (forse) centrerà il 3%

Il governo Sanchez ha ottenuto una deroga dalla Ue. Il rapporto deficit/Pil era all’11% nel 2009

Probabilmente quest’anno l’economia della Spagna riuscirà a rispettare uno dei parametri fondamentali del Trattato di Maastricht che non riesce a centrare dal 2008: quello del rapporto tra deficit e Pil.

Come va l’economia della Spagna

Il grafico sopra mostra due dati: gli istogrammi verdi indicano il valore del rapporto tra deficit e Prodotto interno lordo (quello che in base al trattato di Maastricht dovrebbe rimanere entro il 3%) mentre la linea rossa mostra il valore, espresso in euro, del deficit. Risultato: nel 2018 il governo socialista di Pedro Sanchez prevede che, per la prima volta dal 2008, il rapporto tra deficit e Pil rispetterà il limite del 3%. Come si vede nel grafico nel 2009 il rapporto è stato pari ad addirittura l’11%.

Da tener presente che il 2,4% previsto per quest’anno rappresenta l’ennesima deroga rispetto agli impegni che il Paese si era preso con l’Europa alla quale aveva promesso che nel 2018 il rapporto deficit/Pil sarebbe stato pari al 2,2%.

In termini di valori assoluti quest’anno Madrid avrà un deficit di 30,5 miliardi rispetto ai 108,85 che aveva registrato nel 2012.

L’austerity funziona?

In altre parole le misure di austerity decise dal governo, anch’esso socialista, guidato da José Zapatero nel 2010 (tra i quali una crescita dell’Iva del 2% e l’aumento dell’età pensionabile) e quelli varati dal successivo governo di centrodestra di Mariano Rajoy (che ha puntato soprattutto a drastici tagli di spesa) hanno iniziato a produrre risultati sull’economia della Spagna solo molti anni dopo. Non solo: il Paese ha dovuto subire il “commissariamento” da parte della Troika e ha beneficiato di centinaia di miliardi di prestiti europei destinati a sostenere il sistema bancario che, comunque, ha perso, dal 2008, la metà delle banche. I risultati, comunque, si sono visti.

I dati si riferiscono al: 2008-2022

Fonte: Fmi

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