Andamento del costo del denaro, tassi Bce sotto zero

Finché l’inflazione non arriverà al 2% la Bce manterrà i tassi negativi

Il costo del denaro è ancora bassissimo in Europa, i numeri parlano chiaro. Come si vede anche dalla nostra infografica i tassi sui depositi bancari rimangono addirittura negativi. La cosa aveva destato scalpore la prima volta in cui Bce, guidata da Mario Draghi, aveva deciso potessero scendere sotto lo zero, nel 2014, ma ormai, complice decisiva la crisi economica scatenata dalla pandemia, ci si è fatta l’abitudine a questo “strano” andamento del costo del denaro.

Che cosa sono i tassi di interesse

I tassi di interesse sono scesi ormai dal settembre del 2019 a -0,5%, e lì si sono rimasti. Ma cosa sono i tassi sui depositi? Si tratta di quelli che le banche percepiscono sui depositi overnight, ovvero per un giorno lavorativo, presso la Bce. Sostanzialmente è l’interesse che una banca incamera se deposita la propria liquidità a Francoforte nella Banca Centrale Europea. Se è negativo significa che in realtà perde denaro, la Bce infatti disincentiva gli istituti dal farlo spingendoli a usare quella liquidità per esempio concedendo credito alle imprese. Viceversa se c’è pericolo di inflazione è meglio “congelare” denaro e non farlo circolare nell’economia, per raffreddare la crescita dei prezzi e quindi si agevola il deposito del denaro stesso presso la Banca Centrale, con la conseguenza che i tassi sui depositi aumentano.

L’andamento del costo del denaro in Europa

Ma sono molti anni che non siamo in questa situazione. Già da prima della crisi pandemica, dopo quella dell’euro, ci troviamo nello scenario opposto, con redditi stagnanti, o in aumento molto lento, se non in recessione come nel 2020, e inflazione bassissima o addirittura negativa. È fondamentale quindi fare in modo che la moneta giri il più possibile nell’economia reale per consentire investimenti, consumi, e con essi, la ripresa.

Questo è il motivo per cui tali interessi sono ancora così bassi e l’andamento del costo del denaro è di fatto così piatto e costantemente sotto zero.

andamento del costo del denaro

La scelta della Bce sui tassi d’interesse

La Bce non decide, nella propria politica monetaria, solo i livelli degli interessi sui depositi, ma anche quelli sulle operazioni di rifinanziamento principali, ovvero quelli pagati alla Bce quando si fa prestare denaro da quest’ultima per una settimana e i tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginale, che sono i prestiti della Bce agli istituti di credito con restituzione overnight, ovvero in un giorno.

Più credito all’economia reale

In entrambi i casi rimaniamo su valori bassissimi, a 0% e 0,25% rispettivamente. Vuole dire anche in questo caso che la Banca Centrale Europea spinge le banche a chiedere credito a essa per poi poterlo immettere nell’economia, sotto forma di credito. Credito verso imprese e famiglie che viene erogato a tassi bassissimi, perché la banca avendo a sua volta costi limitati (i tassi a essa applicati dalla Bce) non ha bisogno per realizzare margini di aumentare molto il prezzo della propria liquidità.

Come si calcola il costo del denaro

L’andamento del costo del denaro così lineare e tendente stabilmente verso il basso almeno dal 2011 (guarda caso da quando Draghi divenne presidente della Bce) è stato accompagnato dal Quantitative Easing, ora sostituito dal PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme). Si tratta degli acquisti da parte della Banca Centrale Europea di obbligazioni e titoli, privati e pubblici, come i nostri Btp. L’incremento “artificiale” della domanda di tali attività fa calare l’interesse erogato, per esempio appunto l’interesse pagato dallo Stato a chi ha propri titoli, contribuendo a diminuire i tassi sul mercato.

Per questo attualmente il credito è così a buon prezzo in Italia e in Europa, e lo sarà almeno fino a quando l’emergenza pandemica non sarà terminata e/o l’inflazione non sarà tornata a livelli elevati, tipicamente il 2% secondo gli obiettivi della Bce.

Il costo del denaro negli Stati Uniti

Quasi sicuramente questo accadrà prima Oltreoceano che in Europa. Negli Usa vi è stata una fiammata nel costo della vita che ha superato, a causa del prezzi delle materie prime e alla crisi dei superconduttori, il 5% in alcuni mesi della prima parte del 2021. Dovrebbe rimanere sopra il 3% anche a fine anno e probabilmente, secondo gli analisti, anche nel 2022. Questo, assieme a una ripresa del Pil superiore alle attese, oltre il 6%, ha portato la Federal Reserve a valutare un inizio del tapering, ovvero della fine del loro Quantitative Easing, già a fine anno, cosa che porterà inevitabilmente a un rialzo dei tassi e del costo del denaro. I timori di un’inflazione costantemente alta sono del resto maggiori da quel lato dell’Atlantico.

Il ruolo del Pnrr per il rilancio dell’economia

In Europa le cose per ora appaiono diverse per ora. Il rimbalzo del Pil non ha portato ovunque a un recupero dei livelli di reddito pre-Covid, certo non in Italia per esempio, e del resto l’intervento pubblico a sostegno dell’economia non è stato così potente come quello americano, con il Next Generation Eu che porterà probabili benefici solo negli anni a venire. Ancora per qualche tempo non si dovrebbero vedere significativi cambiamenti nell’atteggiamento della BCE, e quindi neanche nell’andamento del costo del denaro nel nostro Continente.

I dati si riferiscono al 1999-2021

Fonte: BCE

Leggi anche: Banca d’Italia, i tassi azzerati impattano sull’utile

Ti piace citare i numeri veri quando parli con gli amici? – La redazione di Truenumbers.it ha aperto un canale Telegram: qui potrai ricevere la tua dose quotidiana di numeri veri e le ultime notizie; restare aggiornato sulle principali news (con dati rigorosamente ufficiali) e fare domande. Basta un attimo per iscriversi. Un’ultima cosa: siamo anche su Instagram.