Aborti in Italia sempre in calo: 76.328 interruzioni di gravidanza

Uno ogni 173,8 nati all’anno. Le straniere ricorrono all’Ivg il triplo delle italiane

Quanti sono gli aborti in Italia ogni anno? Nel 2018 ci sono state 76.328 interruzioni volontarie di gravidanza. Sono i dati più aggiornati del ministero della Salute, che calcola anche il tasso di abortività, cioè il numero di interruzioni volontarie di gravidanza ogni mille donne tra i 15 e i 49 anni. Adesso il valore di questo indice è pari a 6. Ma dobbiamo sapere che questi valori sono in costante diminuzione dagli anni ’80, quando è stato raggiunto il picco. Nel 1982 infatti gli aborti erano circa 235mila l’anno e il tasso era 17 per mille donne.

L’aborto in Italia legale dal 1978

La legge italiana che regola l’accesso all’aborto è la legge 22 maggio 1978, la numero 194, approvata dal parlamento dopo vari anni di mobilitazioni e proteste. La legge 194 consente alla donna, nei casi previsti, di poter ricorrere alla interruzione di gravidanza in una struttura pubblica nei primi 90 giorni di gestazione. Tra il quarto e quinto mese è possibile ricorrere all’aborto solo per motivi di natura terapeutica.

Quanti aborti ci sono in Italia ogni anno

I dati che citiamo provengono dal Sistema di sorveglianza epidemiologica delle interruzioni volontarie di gravidanza (attivo nel nostro Paese dal 1980) che vede impegnati l’Istituto superiore di sanità, il ministero della Salute, l’Istat, le Regioni e le province autonome.

aborti in italia

Rispetto all’anno precedente, nel 2018 è calato il tasso di abortività (principale indicatore per le interruzioni volontarie di gravidanza), passato da 6,2 a 6 per mille donne (15-49 anni), uno dei valori più bassi a livello europeo. Tra il 2017 e il 2018 è diminuito anche il rapporto di abortività (si tratta del numero di aborti in Italia rispetto a mille nati vivi), passato da 177,1 a 173,8. Nel grafico in alto si può vedere come cambia questo rapporto da regione a regione.

L’aborto in Italia regione per regione

L’aborto in Italia è più diffuso nelle regioni del Centro che hanno un tasso di abortività del 6,4, leggermente superiore a quello delle regioni del Nord, 6,3. Molto inferiore il ricorso all’aborto in Italia nelle regioni del Sud che hanno un tasso di abortività del 5,6 mentre nelle isole è di appena il 4,9. Ma ci sono anche aree del Nord dove l’aborto in Italia è meno praticato. Per esempio nella provincia autonoma di Bolzano il tasso di abortività è del 4,6, nel Veneto è del 4,6, nelle Marche è del 4,9 mentre, al contrario, la Puglia ha il tasso di abortività più alto del Paese con 7,2.

La pillola del giorno dopo senza ricetta

Probabilmente – segnalano dall’Istituto superiore di sanità – sulla riduzione dei casi di aborto in Italia ha inciso l’aumentato uso della contraccezione d’emergenza, sia il Levonorgestrel (Norlevo), la pillola del giorno dopo, che l’Ulipistral acetato (ellaOne), la pillola dei 5 giorni dopo, che da qualche anno non hanno più l’obbligo della prescrizione medica per le maggiorenni.

aborti in Italia

É interessante anche chiedersi quali sono le caratteristiche delle donne che ricorrono all’aborto in Italia? Anche nel 2018 il ricorso all’aborto è più frequente tra le straniere (circa tre volte quello delle italiane), seppure con valori in calo rispetto al passato.

Pillola del giorno dopo, ecco dove si usa di più

Anche nell’uso dei metodi farmacologici l’Italia è molto diversa tra un’area e l’altra. Per esempio: in Molise solo l’1,5% delle interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg) viene realizzato con l’uso di farmaci. Al contrario in Piemonte la percentuale sale al 47,6%. Sopra il 30% anche la Liguria, la Toscana, l’Emilia Romagna e la Puglia. Mentre sotto il 10% ci sono la Valle d’Aosta, l’Umbria, la provincia autonoma di Bolzano e le Marche.

Quanti sono i medici obiettori di coscienza in Italia

I dati del 2018 confermano un’alta la percentuale dei medici obiettori di coscienza in Italia: 69% dei ginecologi e 46,3% degli anestesisti, entrambi i dati in leggero aumento rispetto al 2017 e soggetti a grande variabilità geografica. Non bisogna dimenticare che l’introduzione della legge ha sicuramente influito sulla diminuzione della mortalità materna nel nostro Paese e che in questo periodo della pandemia di coronavirus il ministero della Salute ha ribadito che l’interruzione di gravidanza rappresenta un‘attività indifferibile anche in periodo di emergenza.

Dove sono i medici obiettori di coscienza in Italia

Vediamo, anche in questo caso, le differenze regionali. In linea generale le regioni del Nord hanno una percentuale di medici obiettori di coscienza più bassa rispetto al resto del Paese, soprattutto rispetto al Centro Italia. Come sempre, anche in questo caso, ci sono delle eccezioni. La provincia autonoma di Bolzano ha l’87,2% di medici obiettori di coscienza mentre in Molise si arriva addirittura al 93,2%. La percentuale più bassa è in Val d’Aosta: appena il 7,7% dei medici è obiettore di coscienza.

I dati si riferiscono al 2018
Fonte: Ministero della Salute

Leggi anche Dove sono i medici non obiettori in Italia

Sesso, le islandesi lo fanno prima

Ti piace citare i numeri precisi quando parli con gli amici? – La redazione di Truenumbers.it ha aperto un canale Telegram: qui potrai ricevere la tua dose quotidiana di numeri veri, restare aggiornato sui principali dati (rigorosamente ufficiali) e fare domande. Basta un attimo per iscriversi. Un’ultima cosa: siamo anche su Instagram.