Ecco quanti sono i medici obiettori in Italia

Solo in 3 regioni sono più del 60%. Un ginecologo ne pratica 1,6 a settimana

Il grafico mostra il numero di strutture dove ci sono medici obiettori in Italia. I dati del ministero della Salute raccolgono 654 reparti di ostetricia o ginecologia nel nostro Paese: tra questi, in 390 strutture nel 2014 è stato possibile effettuare un’interruzione volontaria di gravidanza (IVG).

Dove e quando si può abortire

Non c’è, dunque, una carenza di medici non obiettori come sembra dal concorso dell’Ospedale San Camillo di Roma per assumere solo medici disposti a praticare l’aborto. Ma vediamo i numeri negli dettagli. Dal censimento emerge che solo in tre regioni il numero di punti IVG è stato inferiore al 30%.

In particolare, in Molise c’è 1 solo reparto sui 4 del territorio e a Bolzano 2 su 9. Numericamente alto, ma in percentuale comunque basso il dato della Campania: 25 su 85. Al limite la situazione in Sicilia: sono 29 reparti dove viene offerta la possibilità di effettuare un aborto sui 61 dell’isola. Sotto la media il dato del Lazio, ma comunque sopra il 40% con 21 strutture su 52.

Quanti sono i medici obiettori in Italia

La tabella mostra il confronto tra i reparti di ostetricia o ginecologia e il numero di punti IVG. I dati sono stati normalizzati in base alla popolazione fertile, quindi ogni 100.000 donne tra i 15 e i 49 anni. Per valutare queste cifre bisogna partire dalle nascite che in Italia nel 2014 sono state 492.127 a fronte di 96.578 aborti.

Il numero delle IVG corrisponde, dunque, al 20% delle nascite. Le strutture dove lavorano medici obiettori sono invece il 74% dei punti nascita, un rapporto molto superiore. Inoltre, si contano 3.7 punti nascita contro 2.9 punti IVG ogni 100000 donne in età fertile (15-49 anni). In pratica, ogni 5 strutture in cui si abortisce, ce ne sono circa 7 in cui si partorisce.

In 5 Regioni addirittura c’è un numero maggiore o uguale di reparti dove si può abortire rispetto a quelli dove si può dare alla luce un bambino: si tratta di Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche. E anche nei territori dove il dato è più basso – Campania e Sicilia – il rapporto rimane più alto complessivo di quello tra nascite e aborti e, quindi, l’offerta di punti IVG è considerata «adeguata» dal ministero.

Quanto lavorano i medici non obiettori

Infine, il grafico mostra il carico di lavoro medio settimanale dei ginecologi non obiettori, calcolato su 44 settimane all’anno. La media nazionale è di 1,6 aborti a settimana per ciascun medico – stabile negli ultimi anni e addirittura dimezzatasi dal 1983 a oggi –, mentre in otto Regioni su 21 i numeri si alzano. Il dato più alto è ancora quello del Molise, con 4,7 aborti in media a settimana.

I dati si riferiscono al 2014
Fonte: Ministero della Salute

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