Nella ex Germania Est spopola l’ultradestra

Afd è diventato il secondo partito nel länder orientale della Turingia con il 22% dei voti

L’estrema destra tedesca spopola a Est, proprio nelle città e nelle campagne che fino a 30 anni fa, fino alla caduta del muro di Berlino, erano sotto il controllo sovietico. L’ultradestra di Afd (Alternative für Deutschland) nelle elezioni degli ultimi anni, sia locali che nazionali, ha costruito il proprio successo sui consensi ottenuti proprio nella ex Germania Est, cioè in quegli stessi länder che, nonostante la riunificazione, non hanno mai smesso di spopolarsi e nei quali la disoccupazione è più alta (sebbene abbia recuperato in modo deciso negli ultimi anni).

A 30 anni dalla caduta del Muro

A 30 anni dalla caduta del Muro, per il quale ricorre l’anniversario il 9 novembre, i risultati delle elezioni regionali in Turingia, uno dei länder dell’Est, non fanno altro che confermare quello che già si sapeva: l’ultradestra tedesca qui è in rapida crescita, mentre l’Unione cristiano-democratica (Cdu) e i socialdemocratici della Spd continuano a perdere consensi. In Turingia Afd è diventato il secondo partito con il 22% dei voti, ma il partito fondato solo 6 anni fa dal docente di macroeconomia Bernd Lucke era riuscito nella stessa imprese a settembre in Sassonia, dove aveva raggiunto il 27% dei voti. Anche in Brandeburgo, un altro dei lander coinvolti nella riunificazione tedesca, Afd aveva raddoppiato i voti: qui oltre alle lotte contro l’immigrazione, il partito ha affiancato la battaglia contro la chiusura delle miniere di lignite entro il 2038 che danno lavoro a migliaia di persone.

Benvenuti in Turingia

Nelle elezioni regionali della Turingia del 27 ottobre, come si vede nel grafico sopra, il partito che ha ottenuto più voti è stato quello di sinistra di Die Linke con il 32,2%, mentre Alternative für Deutschland ha ottenuto il 22%, superando la Cdu della Cancelliera Angela Merkel, ferma al 21%. Afd ha praticamente raddoppiato i consensi dopo aver ottenuto l’11% nel 2014. I socialdemocratici della Spd invece, sono passati dal 12,4% di cinque anni fa all’8%, mentre i Verdi sono scesi dal 6 al 5%. Nelle elezioni del 2014 la Cdu era stato il partito più votato (con il 33,5% delle preferenze), ma a governare fu una coalizione formata da Die Linke, Spd e Verdi, che elessero Bodo Ramelow governatore. Adesso Die Linke, Spd e Verdi non hanno i numeri per formare un governo di coalizione e avrebbero bisogno del sostegno della Cdu, che finora si è sempre rifiutata di appoggiare il partito di sinistra.

Che cos’è Alternative für Deutschland

Afd è nato solo 6 anni fa, nel 2013, con l’obiettivo di raccogliere il sentimento euroscettico che cresceva nell’elettorato tedesco in vista delle elezioni federali dello stesso anno. Proponeva referendum popolari per approvare il recupero di sovranità degli stati membri dell’Unione Europea; l’uscita dall’euro della Germania e la possibilità di creare unioni monetarie alternative e parallele. Sui temi etici l’Afd è conservatore: disapprova il matrimonio omosessuale così come le adozioni per le coppie dello stesso sesso, si oppone all’aborto, è contro le politiche di “gender mainstreaming” come ad esempio l’incentivazione delle quote rosa, l’equiparazione tra i sessi e le cattedre universitarie sugli studi di genere.

La scissione

Dal maggio del 2015 Afd si è diviso in due fazioni: la prima, guidata dal leader Frauke Petry, più favorevole alla revisione, in senso restrittivo, della legislazione in materia di diritto di asilo; la seconda, invece, guidata dal fondatore Bernd Lucke, incentrata sulle tematiche economiche, è fuoriuscita dal partito ed ha fondato il nuovo movimento “Allianz für Fortschritt und Aufbruch” (Alleanza per il Progresso ed il Rinnovamento). Il partito è stato spesso accusato di antisemitismo, di razzismo e di riduzionismo per la lettura che dà delle responsabilità della Germania nazista.

Afd è riuscito a superare lo sbarramento del 5%, previsto dalla legge elettorale tedesca, per la prima volta nel 2017 grazie ai buoni risultati ottenuti proprio nella Germania orientale, dove nel 2017 ha ottenuto circa il 21% dei voti contro l’11% dei voti della parte occidentale. E questi risultati sono stati motivati anche con la situazione economica della Germania Est, vittima da anni di un fenomeno – per la verità, sempre meno consistente – di emigrazione interna verso l’Ovest. Fattori che hanno soffiato sulla rabbia dei cosiddetti Wutbürger, un neologismo molto usato negli ultimi che si potrebbe tradurre con “cittadini arrabbiati”.

Ma perché proprio qui?

Il candidato dell’Afd in Turingia, Bjoern Hoecke, è stato spesso criticato in modo molto aspro da parte di tutte le altre forze politiche in particolare per le sue posizioni sull’Olocausto: due anni fa definì il Memoriale dell’Olocausto di Berlino un “monumento della vergogna”. Hoecke ha commentato così il successo in Turingia: “Il sole sta sorgendo sopra l’Est, e presto lo faremo risplendere anche su tutta la Germania”. Ma come mai l’estrema destra spopola proprio nella ex Germania Est? Le spiegazioni sociologiche rischiano di essere complesse, ma alcuni studiosi attribuiscono questi risultati ad un mix di fattori: da una parte il rifiuto della sinistra seguito alla caduta del Muro di Berlino e dall’altra la situazione economica della Germania Est.

I dati si riferiscono al: 2019

Fonte: Turingia

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