Quotidiani a picco, ma Elkann si compra Gedi

La famiglia torinese fa suo il 43,78% della casa editrice di Repubblica-Espresso. Quanto perde Cir

Il secondo gruppo editoriale italiano per ricavi è passato di mano: la famiglia De Benedetti ha venduto Gedi alla famiglia Elkann. La trattativa andava avanti da mesi e la parola definitiva è arrivata il 2 dicembre dopo un consiglio d’amministrazione-fiume della Cir, la finanziaria industriale che controlla Gedi, la società editoriale. La vendita del gruppo Gedi cambia le carte in tavola nel (piccolo) mondo dell’editoria italiana.

La vendita del gruppo Gedi

Strano che la famiglia Elkann decida di tornare con forza nel business dell’editoria italiana dal quale era praticamente uscito nel 2017 fa quando vendette proprio a Repubblica il quotidiano di famiglia, La Stampa.  Ancora più strano se si pensa che l’editoria italiana è in profonda crisi, almeno quella dei quotidiani. Il grafico sopra mostra i dati, elaborati dal sito specializzato DataMediaHub, dei ricavi dei primi 9 mesi delle principali case editrici di quotidiani in Italia.

Quanto valgono le azioni Gedi

Leader del mercato dei quotidiani resta la Rizzoli-Corriere della Sera di proprietà di Urbano Cairo, che fattura più di 700 milioni di euro, in calo, però, tra gennaio-settembre 2018 e gennaio-settembre 2019. Come tutti. Gedi, per esempio, ha un fatturato in declino da 469,7 milioni a 441,5 dei quali il 12% prodotto dalla Gedi digital.

Il valore al quale le azioni Gedi sono in carico a Cir a 1,2 euro ciascuna (rispetto a una quotazione di 0,28) pari ad un valore complessivo di 273 milioni di euro. Elkann è già presente nel capitale di Gedi con il 5,99 il cui valore di carico presuppone una valorizzazione dell’azienda di 200 milioni. Il valore di mercato odierno è molto lontano da queste valutazioni: circa 150 milioni di euro.

Quanto ci perde Cir dalla vendita del gruppo Gedi

Cosa significano questi numeri? Vediamo: Elkann, ovvero la finanziaria Exor (frutto della fusione delle due storiche finanziarie della famiglia torinese, Ifi e Ifil) attraverso una nuova società che sarà costituita ad hoc, pagherà ognuna delle azioni in mano a Cir della Famigli De Benedetti 0,46 euro cioè il 40% in più circa rispetto alle ultime quotazioni di Borsa. Ma 0,46 euro per azione, pur essendo un prezzo molto generoso, è lontano dagli 1,2 euro del valore di carico in Cir delle azioni stesse. In altre parole per ogni titolo che venderà a Exor, la Cir sopporterà una perdita di 0,74 centesimi (differenza tra valore di carico e prezzo di vendita) Dopo il passaggio di mano, atteso entro il primo trimestre del 2020, Exor lancerà un’Opa sul mercato allo stesso prezzo, 0,46 centesimi, offrendo a tutti gli azionisti di uscire dalla società editoriale.

I dati si riferiscono al: gennaio-settembre 2018 -2019

Fonte: DataMediaHub

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