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Ma aumentano anche i “no”: sono stati 863. La Toscana è la regione con più donatori
Crescono donazioni e trapianto di organo in Italia, ma sono in aumento anche le opposizioni al prelievo. Sono questi i punti principali del Rapporto 2019 del Centro nazionale trapianti, il documento più completo sui trapianti in Italia. Ma andiamo con ordine. Il dato più significativo è l’aumento dei donatori potenziali, ovvero quelli segnalati nelle rianimazioni come possibili candidati al prelievo degli organi.
In aumento i donatori potenziali
I donatori potenziali sono soggetti deceduti per i quali si è verificata la completa ed irreversibile perdita delle funzioni cerebrali. Nel 2019 i donatori potenziali segnalati nei reparti di rianimazione in Italia sono stati 2.766 contro i 2.665 del 2018, il 3,8% in più. L’aumento delle segnalazioni ha permesso di assorbire il contraccolpo negativo del tasso di opposizione al prelievo, passato dal 29,8% del 2018 al 31,2% del 2019.
Complessivamente sono stati 863 i “no” alla donazione rilevati nelle rianimazioni, in grandissima parte espressi dai familiari del paziente deceduto. Considerato che nel 2019 ogni singola donazione effettiva ha generato 2,5 trapianti, l’aumento delle opposizioni dell’1,4% in 12 mesi è costato, in proiezione, il mancato trapianto di ben 122 persone. Se non ci fosse stata nessuna opposizione al prelievo – si spiega nel rapporto – nel solo 2019 sarebbero stati realizzati circa 2.200 trapianti in più.
La crescita dei trapianti nel 2019
Come si vede nel grafico in alto nel 2019 i trapianti sono aumentati: ne sono stati effettuati 3.813 (+2,4%), con una crescita più moderata per quelli da donatore deceduto (+1,2%) e una più consistente di quelli da donatore vivente: sono stati 364, ancora molto pochi rispetto agli altri paesi europei, ma con un +14,5% in confronto al 2018. Il numero maggiore di trapianti complessivi ha riguardato il rene (2.137, +0,6%) seguito dal fegato (1.302, +4,5%), mentre l’aumento maggiore in termini percentuali ha riguardato il polmone (+6,3%, 153 trapianti in totale) e il cuore (+5,2%, 245 interventi).
Stabili i trapianti di pancreas (42 contro i 41 dell’anno scorso), mentre a tre anni di distanza dall’ultimo è stato effettuato un nuovo trapianto di intestino. Crescita ulteriore anche per l’attività di prelievo “a cuore fermo”, ovvero dopo dichiarazione di morte con criteri cardiaci e non encefalici: i donatori utilizzati nel 2019 sono stati 64 contro i 47 dell’anno precedente, grazie ai quali sono stati realizzati 155 trapianti (nel 2018 erano stati 100).
Le differenze tra Nord e Sud
Il dato delle donazioni, come già registrato in passato, conferma forti differenze dal Nord al Sud del Paese: a fronte di una media nazionale di 22,8 donatori per milione di popolazione, si va dai 49,5 donatori della Toscana agli 8 della Sicilia. Particolarmente positiva la performance dell’Emilia Romagna, che è passata da 25,6 donatori per milione di abitanti nel 2018 ai 37,1 nel 2019 (+11,5). L’Emilia ha registrato anche un calo significativo delle opposizioni in rianimazione (-7%), preceduta dalla Puglia, passata dal 52,2% al 42,7% (-9,5%). Resta comunque molto negativo il dato delle regioni meridionali, che presentano tassi di opposizione superiori di 15-20 punti alla media italiana, con l’apice della Sicilia (49,6%) e della Calabria (49,4%, +7,9% rispetto al 2018).
Fonte: Centro nazionale trapianti – Ministero della salute
I dati si riferiscono al: 2019
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