Stipendio degli insegnanti differenziato: ecco i numeri

Sono tra i meno pagati d’Europa: la metà dei tedeschi. La proposta del ministro

Il ministro dell’Istruzione Valditara ha scatenato un putiferio. La sua proposta è quella di differenziare lo stipendio degli insegnanti su base regionale tenendo conto del costo della vita locale. Un meccanismo che esiste già in Paesi europei avanzati come, per esempio Germania e Gran Bretagna. Ma in Italia c’è bisogno di questa innovazione?

Quanto guadagna un insegnante

Prima di vedere il vero stipendio degli insegnanti italiani facciamo un passo indietro. A dicembre del 2022, dopo quelle riguardanti i lavoratori delle Funzioni Centrali dello Stato e del comparto Sanità, è arrivata l’intesa sull’aumento dello stipendio degli insegnanti. È stato firmato, infatti, l’accordo tra Governo e sindacati sul rinnovo del Ccnl Istruzione e Ricerca. Come gli altri era atteso da tempo, visto che il contratto che regola la retribuzione del personale della scuola era scaduto da molto. Quello che è stato siglato ora, infatti, è il Ccnl 2019-21. Questo vuol dire che sono previsti anche sostanziosi arretrati, in arrivo nel dicembre 2022, per maestri, professori, impiegati amministrativi, che dovranno percepire gli incrementi stipendiali non goduti negli ultimi 3 anni.

È questa una “manna” che non risolve, però, la situazione dello stipendio degli insegnanti in Italia, tra i più bassi in Europa, soprattutto se il paragone è con altri Paesi dell’Europa Occidentale, quelli con cui ci confrontiamo più di frequente, come Francia o Germania. È quanto ci confermano anche i dati più recenti di Eurydice, una rete di informazione sull’istruzione in Europa, istituita dalla Commissione Europea nel 1980, e come mostra l’infografica in apertura.

Lo stipendio degli insegnanti italiani

Le tabelle degli stipendi della scuola si riferiscono al 2020-21 e naturalmente presentano divari tra le retribuzioni di chi insegna nei diversi cicli. Sono qui esaminate scuola materna, elementare e superiore. La nostra infografica mostra il compenso medio lordo di un professore che lavora nel mondo della scuola full time, quindi non per una supplenza.

Quello che emerge è che lo stipendio di un insegnante di scuola superiore in Italia è di 33.811 euro lordi annui, molto inferiore a quello di un francese, 45.505, e ancora di più di quello di un tedesco, di 73.557. Questo vuol dire che mensilmente tale salario nel nostro Paese è di 2.600 euro lordi considerando la tredicesima. Lo stipendio netto di un insegnante poi dipenderà da carichi familiari e tasse locali.

Quanto guadagna un insegnante all’estero

A essere più ricchi sono i danesi. Nel Paese scandinavo un docente di scuola superiore percepisce mediamente 76.377 euro lordi. Dopo vengono i già citati tedeschi.

Non stupisce che sia a Est che si ritrovano gli stipendi degli insegnanti più bassi. In Romania, per esempio, dove i professori prendono solo 12.403 euro lordi all’anno. Va un po’ meglio in Ungheria (13.782) e in Lettonia (18.269), ma in generale in questa porzione di Europa solo in Repubblica Ceca e in Slovenia vengono superati i 20mila euro.

 

stipendio insegnanti

Lo stipendio degli insegnanti di scuola primaria e materna

Le cifre scendono se si passa all’esame dello stipendio degli insegnanti della scuola elementare e materna. Nel nostro Paese un maestro o una maestra prende 29.490 euro all’anno, ovvero 4.321 euro in meno che alle superiori. Lo stesso salario è assicurato anche a chi lavora nelle scuole pre-primarie.

Anche in altri luoghi i docenti di questi gradi di istruzione vengono pagati meno. Per esempio in Francia e Germania. In questi due casi, anzi, la riduzione è più rilevante, di 9-10 mila euro, mentre in Danimarca diventa di più di 11mila euro, ma qui parliamo comunque di livelli altissimi: un insegnante delle elementari danese prende 65.227 euro.

Il dato più rilevante, però, è il fatto che in questo ambito l’Italia viene superata da due Paesi in cui invece lo stipendio degli insegnanti delle superiori è inferiore, Portogallo e Malta. Qui coloro che che lavorano alle elementari e alle materne prendono più che nella Penisola. I maestri portoghesi prendono 30.881 euro lordi all’anno, e se sono impiegati alle materne la retribuzione addirittura sale a 33.833. Questo accade nonostante il reddito pro capite lusitano sia di un terzo inferiore di quello medio italiano

Chiaramente vi sono pochi mutamenti a Est, dove i salari sono già bassi e non diminuiscono moltissimo nel caso si passi da un grado all’altro.

Di quanto aumenta lo stipendio degli insegnanti

Questi numeri, come già detto, si riferiscono al valore medio, ma gran parte dei docenti ha molti anni di docenza alle spalle, soprattutto in Italia, dove lavorano quelli più anziani del mondo, con un’età media che supera i 50 anni.

Diventa quindi decisivo il grado di progressione che gli stipendi degli insegnanti riescono ad avere in un Paese. Secondo Eurydice varia moltissimo da un luogo all’altro. Per esempio in Germania, dove si parte da livelli di salario molto alti, a fine carriera l’incremento è solo del 30,5%, mentre in Francia è del 71,6%, più che in Italia, dove prima della pensione si arriva a guadagnare il 48,7% in più che agli inizi. 

Lo stipendio degli insegnanti all’estero

Altrove, soprattutto laddove le paghe di partenza degli insegnanti sono ridotte, a fine carriera si riesce anche a raddoppiarle o quasi. È così, per esempio, in Grecia e Portogallo, ma anche nei Paesi Bassi e in Austria, perlomeno per quanto riguarda i docenti delle scuole superiori. Ma lo stesso modello è con ogni probabilità applicato anche agli altri livelli di istruzione.

Quanto guadagna un professore, ecco il confronto

I Paesi europei hanno però costi della vita molto diversi, e un paragone che non consideri questi è sicuramente molto incompleto. Decisamente più accurato per capire se in un luogo si dà valore, anche economico, all’insegnamento è probabilmente un altro indicatore, ovvero il rapporto tra gli stipendi dei docenti e quelli medi di altri laureati nello stesso Paese. Se ne è occupato l’Ocse nell’ultimo report sull’educazione a livello globale.

Ed emerge che in Italia gli insegnanti sono più poveri di chi ha terminato gli studi universitari, e lo sono in misura maggiore rispetto a quanto accade altrove. Fatto 100 il salario medio di chi ha una laurea, i maestri e le maestre delle elementari prendono 67, e questo succede anche se mediamente l’anzianità di chi insegna sia maggiore degli altri lavoratori. Si sale a 73 e 75 nel caso dei docenti delle medie e delle superiori.

Lo stipendio di un professore di liceo

Nei Paesi Ocse in media il rapporto è decisamente maggiore, ovvero si passa da un 94% dello stipendio dei laureati per gli insegnanti delle primarie al 98% per quelli della secondaria inferiore al 102% per chi lavora nella secondaria superiore, che quindi prende più di un lavoratore medio con titolo universitario.

Un preside può guadagnare il doppio di un professore

Un dato cui si guarda solitamente poco è il salario dei presidi. Ma è particolarmente interessante nel caso italiano. Perché siamo uno dei Paesi in cui è più alto il divario tra quanto riceve chi dirige una scuola e chi vi insegna. Secondo Eurydice i presidi di scuola superiore prendono mediamente in Italia 69.361 euro lordi l’anno contro stipendi degli insegnanti di 33.811 euro. Più del doppio.  In nessun altro Paese il divario è così ampio. In Francia, per esempio, i dirigenti scolastici hanno un compenso di solo 42.403 euro, come o meno dei professori.

Di fatto i nostri presidi sono tra i più ricchi dell’Occidente, percepiscono salari del 65% superiori a quelli degli altri laureati, mentre gli insegnanti sono ben al di sotto della stessa media. I maestri e i professori italiani sanno a cosa mirare per aumentare i propri guadagni: diventare dirigenti scolastici.

Il nuovo Ccnl Scuola

Anche per questi motivi l’attesa per il rinnovo del Ccnl Scuola era stata grande negli ultimi anni. Delle risorse messe in campo per consentire gli aumenti promessi fanno parte circa 2 miliardi di euro già precedentemente stanziati, che saranno decisivi per determinare un incremento dello stipendio degli insegnanti di circa 100 euro a testa, in media, equivalenti al 3,78% in più.

Andranno anche ai 13.029 ricercatori, agli 8.164 dirigenti, ai 273.565 impiegati che fanno parte del comparto Istruzione e Ricerca, ma naturalmente a beneficiarne saranno soprattutto i 945.154 docenti che secondo i dati Anpal del 2019 rappresentano la grande maggioranza dei lavoratori di tale ambito.

Altri fondi arriveranno dal fondo per il merito

Il Governo attuale ha aggiunto ulteriori fondi a quei 2 miliardi. Si tratta di 100 milioni da destinare alla componente fissa della retribuzione accessoria di insegnanti e personale Ata, che riceveranno rispettivamente 85,8 e 14,2 milioni. Tale iniezione di risorse, però, vale solo per l’anno 2022. Per i prossimi anni il denaro è ancora da trovare.

Per arrivare alla cifra simbolica di 100 euro di aumento per insegnante e impiegato amministrativo e fare in modo che sia erogabile anche in futuro, quindi, l’esecutivo ha comunicato ai sindacati che è pronto ad usare il fondo di 300 milioni di euro stanziato nella Legge Finanziaria del 2021 per la valorizzazione della professionalità e del merito dei docenti. In sostanza tali risorse, invece di essere utilizzate come premio per i più meritevoli, saranno probabilmente spalmate su tutto il personale del comparto Scuola.

Arrivano i docenti esperti

A prevedere una differenziazione del trattamento economico degli insegnanti sono però altri provvedimenti. Per esempio il dl Aiuti bis ha introdotto la figura del “docente esperto” a cui spetta uno stipendio aumentato di 5.650 euro all’anno, pari a 400 euro in più al mese. Ma i posti per questo super docente (all’anno) sono pochi, circa 8mila, quindi all’incirca uno per istituto scolastico (in Italia si contano 8.290 istituti).

Il “super prof” non avrà funzioni diverse, la ragione del suo premio in busta paga è relativo solo a un più corposo percorso di studi. Vi accederanno gli insegnati che abbiano conseguito una valutazione positiva per aver superato tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili. Quindi una carriera universitaria di minimo 9 anni (se non si va fuori corso) nell’ambito disciplinare di competenza (ad esempio lettere, storia, matematica) più gli ambiti professionalizzanti per la qualifica di “esperto”: pedagogia, antropologia, psicologia e digitale. Ma non è finita qui, dopo 9 anni di esami (e di lavoro per mantenersi gli studi) l’aspirante prof dovrà sostenere prima un tirocinio presso una scuola e dopo un esame finale con tanto di simulazione di lezione. Finito? No, dopo dovrà anche vincere il concorso.

Il rinnovo del Ccnl scuola va in una direzione diversa, anche se non necessariamente opposta: punta a garantire una base stipendiale maggiore per tutti, su cui poi incardinare un possibile incremento basato sulla competenza, se vi saranno fondi.

 

I dati sono aggiornati al: 2022

Fonte: Eurydice, Ocse

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