Perché è il rublo il problema di Mosca (non le sanzioni)

Schermata 2016-03-18 alle 10.31.52

Cocktail micidiale per l’economia di Mosca: cambio debole e prezzi bassi. E il Pil è a -4,5%

Il 5 agosto dovrebbero terminare le sanzioni che l’Europa ha imposto alla Russia dopo il conflitto ucraino. Teoricamente sarà una boccata d’ossigeno per l’economia russa, ma probabilmente dal punto di vista economico, per Mosca, cambierà molto poco. Vediamo perché guardando i dati dell’andamento storico.

Come va l’economia russa

Il grafico qui sopra mostra l’andamento del prezzo del petrolio russo rispetto al cambio dollaro-rublo. E’ un grafico interessante perché spiega la relazione tra le sanzioni europee, attive da metà del 2014, e il cambio. Per capire la gravità del cocktail micidiale per l’economia russa bisogna conoscere quali sono queste sanzioni e, in questo senso, la cosa da sapere è che quelle europee non hanno mai riguardato l’export né di petrolio né di gas, a differenza di quelle americane, che invece hanno imposto un muro al commercio di materie prime energetiche con Mosca come rappresaglia non solo per la guerra in Ucraina ma soprattutto per l’annessione della Crimea.

Niente sanzioni sul gas

Come si vede dal grafico, a gennaio del 2014 servivano circa 3 dollari per comprare 100 rubli mentre ora, a gennaio del 2016, ne basta solo circa 1 e mezzo. Parallelamente è sceso anche il prezzo della materia prima petrolifera che è passata da più di 100 dollari al barile all’inizio del 2014 a meno di 30. Il problema è che per l’economia russa  il petrolio rappresenta il 70% della bilancia commerciale e crollo del prezzo, insieme all’indebolimento della moneta, deprime l’intera economia. Contemporaneamente, infatti, il Pil di Mosca è crollato: dal -2,2% registrato nel gennaio del 2015 a meno 4,5%.

La situazione economica russa

Il punto è che il crollo del Pil è dovuto solo in parte alle sanzioni europee e che il vero “colpevole” è il declino del prezzo del petrolio e la “naturale” inclinazione alla recessione che l’economia russa aveva fatto vedere già dal 2010.

economia russa

Tra l’altro le sanzioni, alla cui proroga il governo di Matteo Renzi si è detto contrario, non riguardando petrolio e gas, non hanno impedito che la collaborazione tra la Russia e le compagnie petrolifere straniere proseguisse, perfino con quelle Usa. La Bp, per esempio, è in trattativa per comprare il 20% del campo petrolifero siberiano Taas-Yuriakh. La norvegese Statoil lavora insieme alla russa Rosneft nel campo petrolifero North-Komsomolskoye. La stessa Rosneft ha annunciato l’implementazione di un progetto offshore in Vietnam insieme proprio con l’americana Schlumberger mentre è stato invece sospeso un progetto nel mare di Barents che doveva vedere insieme Rosneft e Statoil. Sospese anche diverse joint ventures che dovevano essere realizzate tra la Rosneft e Shell, Total e Exxon.

I dati si riferiscono al: 2014-2016

Fonte: Ihs

Leggi anche: Che succede se la Russia ci attacca

Ti piace citare i numeri veri quando parli con gli amici? – La redazione di Truenumbers.it ha aperto un canale Telegram: qui potrai ricevere la tua dose quotidiana di numeri veri e le ultime notizie; restare aggiornato sulle principali news (con dati rigorosamente ufficiali) e fare domande. Basta un attimo per iscriversi. Un’ultima cosa: siamo anche su Instagram.