Le offerte ai parroci si sono ridotte del 37,73%, l’offerta media dei fedeli è 70 euro
Lo stipendio di un prete neo-ordinato è fissato dalla Cei con un sistema di punti e un lieve incremento connesso all’anzianità. È possibile calcolare quanto guadagna un prete al mese moltiplicando i “punti” di un parroco (80 al mese) per il valore economico che la Cei assegna di anno in anno a questi punti, i quali sono da interpretare come una sorta di monte ore mensile. Nel 2022 il valore del punto è pari a 12,61 euro, questo ci permette di calcolare lo stipendio mensile di partenza di un ecclesiastico, ovvero 1.008 euro, basta moltiplicare il valore di un punto per il numero degli stessi. Ma basta questo calcolo per rispondere alla domanda quanto guadagna un prete al mese… al netto?
Lo stipendio di un prete al mese
No, per due motivi: il primo è che questo stipendio è tassato secondo le aliquote correnti al 23% e quindi vanno sottratti 231 euro, il secondo è che a questa cifra va aggiunta la quota che ogni mese l’Istituto centrale per il sostentamento del clero versa nella “busta paga” dei suoi sacerdoti, una quota che mediamente è di circa 70 euro. Risultato? Un prete appena arrivato nella sua parrocchia guadagna al mese meno di 1.000 euro netti per 12 mensilità, non c’è tredicesima né quattordicesima. Ma per capire come è composto lo stipendio di un prete bisogna ancora chiarire alcuni punti, li vediamo subito. Prima uno sguardo al grafico in apertura che mostra l’andamento delle offerte dei fedeli per il mantenimento della parrocchia e del suo primo inquilino, il parroco. Queste offerte in dieci anni si sono ridotte del 37,73%, dai 14 milioni del 2010 agli 8,7 milioni del 2020.
Come è composto lo stipendio del prete, chi mette i soldi?
Chiariamo subito una cosa, un prete non percepisce uno stipendio ma piuttosto una remunerazione. La differenza tra i due sostantivi è sostanziale per capire chi paga lo stipendio dei preti e dei sacerdoti e per chiarire come fa la Chiesa a trovare i soldi per i loro stipendi. Senza addentrarci troppo nel diritto canonico basti sottolineare che quella del prete non è una professione ma una vocazione e quindi, in virtù di questa differenza, il rapporto economico che si stabilisce non è tra il sacerdote e “il datore di lavoro”, la Chiesa, ma tra il prete e i suoi fedeli.
La legge che stabilisce lo stipendio di un prete
A prova di questo basta citare la legge 222 del 1985, detta il “nuovo Concordato”, che si base su tre principi base: 1) Tutti i sacerdoti che si dedicano al servizio della Chiesa hanno diritto a un’equa remunerazione; 2) Spetta in primo luogo ai fedeli assicurare la remunerazione ai propri sacerdoti; 3) La remunerazione deve essere uguale per tutti coloro che si trovano nelle stesse condizioni. E se i fedeli “non pagano”? In quel caso entra in gioco il contributo dell’otto per mille con natura residuale.
Stipendio dei preti, la prima quota spetta ai parrocchiani
All’ inizio dell’articolo abbiamo specificato che lo stipendio mensile di un prete appena insediato è di 1.008 euro lordi. Ed è cosi. Tuttavia va precisata una cosa, questa non è una quota che viene erogata “brevi manu” ma rappresenta un minimo stabilito a cui il prete ha diritto ogni mese e che non può superare. Per raggiungere materialmente questa cifra concorrono diversi attori e fattori. I primi, come abbiamo detto, sono i parrocchiani. Tutti i soldi raccolti dalle offerte dei fedeli confluiscono quindi verso un unico luogo che si chiama “Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC), a Roma.
Stipendio di un prete, a pagarlo non basta l’otto per mille
Dalla Capitale, poi, l’ICSC ripartisce le offerte raccolte in forma di remunerazione mensile ai 34mila sacerdoti diocesani in base ai punti che gli spettano. Quindi per ricapitolare, la Cei stabilisce quanto un prete deve ricevere assegnandogli dei punti e l’ICSC provvede a remunerarlo, se le offerte non sono abbastanza scatta il meccanismo dell’otto per mille, introdotto con il Concordato del 1985 specificamente per consentire il sostegno alle opere di carità e di culto e per il sostentamento del Clero.
Quanto guadagna un prete, l’otto per mille copre solo il 69,2%
Tuttavia i dati promulgati ufficialmente Domenica 19 settembre 2021 in occasione della XXXIII Giornata Nazionale delle Offerte per il sostentamento dei sacerdoti mostrano come l’otto per mille copra il fabbisogno annuo per il sostentamento del clero per il 69,2% mentre gli “oboli” della cassa comune dei fedeli solo per l’1,6%. E il restante 30%? Entrano in gioco il rendimento dei patrimoni degli Istituti Diocesani, 5,4%, gli stipendi che i preti ricevono per la loro attività come professori o per il servizio pastorale nelle carceri e negli ospedali che valgono per il 16,5% e infine le quote capitarie, 7,3%. Ma che cosa sono queste quote? Vediamolo subito.
Che cosa sono le quote capitarie e quanto valgono nello stipendio di un prete
Le quote capitarie sono quanto più vicino al “guadagno” che un prete percepisce direttamente dalla sua parrocchia. Come abbiamo visto le offerte devolute a favore dei sacerdoti dai fedeli sono raccolte e inviate tutte a Roma che provvede a ridistribuirle a tutte i parroci delle Diocesi. Un sistema pensato per evitare differenze di reddito tra i preti. Tuttavia ogni parroco può prelevare direttamente dalle offerte che vengono versate nella sua Chiesa una quota per i lavori inerenti alla manutenzione della Chiesa e per tutte le spese di gestione della parrocchia. È la quota capitaria. E funziona cosi, ogni sacerdote può trattenere per sé dalla cassa parrocchiale 0,0723 euro al mese per ogni parrocchiano “iscritto” alla sua parrocchia, mille parrocchiani corrispondono a 70 euro.
Lo stipendio di un prete aumenta nel tempo?
Ora che abbiamo visto come è composta la busta paga di un prete non ci resta che chiarire come aumenta nel tempo. Il sistema è sempre quello dei punti, ecco i criteri in base ai quali vengono assegnati i punti che si aggiungono agli 80 di base. Il primo criterio è l’anzianità: due punti per ogni cinque anni di ministero esercitato, fino a un massimo di otto scatti quinquennali; in occasione degli ultimi due scatti vengono assegnati tre punti.
Quanto guadagna un vescovo rispetto a un prete
Secondo criterio, gli incarichi. Un vescovo ha diritto a 40 punti oltre gli 80 di base uguali per tutti. Se ha due o più diocesi, i punti aggiuntivi diventano complessivamente 70 (i precedenti 40 più altri 30). A un vicario generale spettano 25 punti, a un parroco con una parrocchia di più di quattromila abitanti 10 punti. I parroci che insegnano nella scuola pubblica ricevono da un minimo di 10 punti a un massimo di 23 a seconda delle ore di scuola. Vengono assegnati 10 punti pure ai cappellani delle carceri e a chi insegna nelle Facoltà teologiche italiane, negli istituti equiparati e negli Istituti di Scienze religiose.
Suore e frati non percepiscono nessuno stipendio
Quanto fin detto vale sono per i parroci. Le suore e i frati invece non percepiscono nessuno stipendio al di fuori di quello proveniente dal loro lavoro da civili che spesso è quello di infermiere, maestro, professore, ma si contano anche frati che lavorano come musicisti e, ancora oggi, come mastri birrai. Come i frati di San Martino delle Scale in Sicilia ad esempio. In linea di massima quindi frati e suore sono esclusi dall’otto per mille a meno non siano nominati parroci, oppure cappellani dell’ospedale, delle carceri, dell’università. Ma questo riguarda una minima fetta di religiosi e risulta evidente che a rimanere più scoperte finanziariamente sono in maggiore misura le suore. Resta inteso che frati e suore possono disporre delle offerte che raccoglie il loro monastero.
Quanto guadagna un prete dell’Ordinariato militare
Esiste infine una particolare categoria di religiosi, che fanno parte dell’Ordinariato militare e che hanno il compito di assistere e confortare i militari. Questi religiosi sono ufficiali militari, arruolati come tali nelle forze armate e con uno stipendio che raggiungere e superare i 4mila euro al mese, che viene pagato dallo Stato Italiano, ossia da tutti i cittadini italiani. Gli arcivescovi militari poi, parificati ai generali di corpo d’armata, possono anche superare i 9mila euro al mese.
Come si diventa prete in Italia
Il percorso per diventare prete nella Chiesa Cattolica è simile a quello seguito in molti altri paesi ma ci sono alcune caratteristiche specifiche che contraddistinguono il processo di formazione dei preti in Italia. Il primo passo è il “discernimento vocazionale”, un periodo di riflessione personale e di preghiera per discernere se la vocazione al sacerdozio è autentica e duratura. In questa fase, il candidato è solitamente accompagnato da un direttore spirituale o da un sacerdote che lo aiuta a esplorare la propria vocazione.
Dopo il discernimento vocazionale si presenta domanda a un seminario diocesano: in Italia ce ne sono diversi che offrono programmi di formazione per i futuri preti. Questi programmi durano in genere dai 6 ai 7 anni e comprendono una serie di studi teologici e filosofici, così come la pratica pastorale all’interno della comunità.
Gli studi in seminario durano 6-7 anni
Durante il periodo di formazione si devono superare esami teologici e filosofici, e dimostrare una comprensione approfondita della dottrina e della spiritualità della Chiesa. Inoltre, devono dimostrare di avere una buona capacità di comunicazione e di leadership pastorale. Al termine del periodo di formazione si viene ordinati sacerdote dal vescovo diocesano e richiede una serie di riti e preghiere. Una volta ordinati, i nuovi preti sono chiamati a servire la comunità cattolica, amministrando i sacramenti, predicando la Parola di Dio e guidando i fedeli nella loro vita spirituale.
Che mestieri possono fare i preti
Ci sono alcune caratteristiche specifiche del sacerdozio, ad esempio, molti preti in Italia sono anche insegnanti di religione nelle scuole e aiutano a formare i giovani nelle loro comunità locali. Molto spesso offrono assistenza e sostegno ai bisognosi, organizzando eventi sociali e culturali e svolgendo un ruolo attivo nella vita pubblica.
I dati si riferiscono al: 2021
Fonte: Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica
Leggi anche: Quanto guadagna un senatore al mese? 14.634 euro
Ti piace citare i numeri veri quando parli con gli amici? – La redazione di Truenumbers.it ha aperto un canale Telegram: qui potrai ricevere la tua dose quotidiana di numeri veri e le ultime notizie; restare aggiornato sulle principali news (con dati rigorosamente ufficiali) e fare domande. Basta un attimo per iscriversi. Un’ultima cosa: siamo anche su Instagram.