Alla sanità pubblica in arrivo 20,2 miliardi del Pnrr

Nasceranno gli Ospedali di Comunità con 3.500 posti letto in più di terapia intensiva

In base a diversi sondaggi si dovrebbe trattare della principale priorità del governo ora e nei prossimi anni, eppure la salute risulta essere l’ultima delle sei missioni del Pnrr pubblicato dall’esecutivo in termini di fondi stanziati. Arriveranno al settore 20,22 miliardi, di cui 15,63 provenienti dal Recovery Fund europeo, 1,71 da React-Eu, e 2,90 dal Fondo complementare governativo. Si tratta delle risorse che dovranno servire a rafforzare in modo strutturale la sanità pubblica che su vari aspetti si è dimostrato carente durante la pandemia di Covid. Per esempio nell’ambito della medicina territoriale. Che infatti è una delle due componenti di questa parte di Pnrr sulla salute.

La sanità pubblica e fondi Ue del Pnrr

Quella che si occupa proprio di “Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per per l’assistenza sanitaria territoriale”. Questo è il suo titolo completo. E nelle intenzioni del governo mira a potenziare le prestazioni erogate sul territorio con la creazione di presidi locali, rafforzando l’assistenza domiciliare, la telemedicina, l’integrazione tra i servizi socio-sanitari. A tale componente sono assegnati 9 miliardi, di cui 7 che hanno come fonte la Commissione Europea

Sanità pubblica, nasceranno le Case della Comunità

Due miliardi su 7 saranno destinati alla realizzazione di 1.288 Case della Comunità, ovvero strutture sparse sul territorio che fungeranno da Punto Unico di Accesso (Pua) per i cittadini che qui dovranno avere una prima valutazione del proprio problema sanitario. Vi saranno i medici di famiglia, ma anche infermieri e alcuni specialisti per esempio nell’ambito delle malattie croniche e pediatriche. E proprio i pazienti cronici, sempre di più con il continuo invecchiamento della popolazione, e i minori sono il principale target di queste strutture. L’obiettivo è alleggerire le strutture ospedaliere che negli ultimi anni hanno spesso sostituito la sanità territoriale che dovrebbe tornare centrale.

Più assistenza domiciliare nella sanità pubblica

Ma l’investimento più importante in questa componente, che assorbirà 4 miliardi, è quello che riguarda l’assistenza domiciliare all’interno del sistema della sanità pubblica. Il governo vorrebbe che questa prendesse in carico il 10% della popolazione over 65. Si parla chiaramente di pazienti cronici e non autosufficienti. In ogni distretto sanitario ci dovrà essere una Centrale Operativa Territoriale che dovrà coordinare i servizi domiciliari con con gli altri servizi sanitari. Nelle Asl poi si realizzerà un sistema informativo per rilevare in tempo reale i dati clinici. L’informatica sarà un elemento importante in tale approccio. Non a caso un miliardo su 4 sarà destinato alla telemedicina, con lo scopo di raggiungere chi abita in località più lontane e svantaggiate e assistere in modo più frequente chi non si può muovere da casa.

Che cosa sono gli Ospedali di Comunità pubblici

Oltre alle cure domiciliari e alla Case delle Comunità ad alleggerire il sistema ospedaliero dovranno contribuire secondo le intenzioni del governo anche gli Ospedali di Comunità, che si occuperanno delle cure intermedie. Si tratterà di 381 centri con 20-40 posti letto per degenze brevi, per esempio per un periodo di transito dall’ospedale principale al domicilio per chi ha subito un intervento. E in cui la gestione sarà prevalentemente infermieristica. A questo capitolo questa parte del Pnrr sulla salute riserva un 1 miliardo.

pnrr sanità

I fondi all’aggiornamento tecnologico della sanità pubblica

Circa la metà dei fondi provenienti dal Recovery Fund tuttavia saranno destinati a un capitolo che si collega del resto a quello che è forse il tema principale di tutto il Pnrr italiano e non solo: la digitalizzazione e l’aggiornamento tecnologico. In questo caso del settore sanitario. Saranno spesi a questo scopo 7,36 miliardi. La maggioranza, 4,05, andranno all’ammodernamento delle tecnologie in uso negli ospedali. È previsto l’acquisto di 3.133 grandi apparecchiature ad alto contenuto tecnologico, dalle Tac alle risonanze magnetiche, dagli angiografi ai mammografi. Saranno digitalizzate 280 strutture sede di Dea (Dipartimenti di emergenza e accettazione).

Nella sanità pubblica 3.500 posti letto in più

Ancora più importante, alla luce di ciò che è accaduto con la pandemia, è forse il fatto che saranno creati 3.500 posti letto in più in terapia intensiva e 4.225 in più in semi-intensiva, e saranno aumentati mezzi di trasporto, come le ambulanze. Un altro miliardo e 640 milioni sarà investito per adeguare gli immobili ospedalieri alle normative antisismiche. I progetti sono 116 nello specifico, e coinvolgeranno non solo interventi di edilizia ma anche di ammodernamento tecnologico.

I Big data entrano nella sanità

La parte più strettamente informatica di questa porzione del Pnrr sulla salute è quella del capitolo sul Rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione, l’analisi dei dati e la simulazione”. In questo caso a essere stanziati sono 1,67 miliardi. È prevista in tal caso la piena integrazione di tutti i documenti sanitari nel Fascicolo Sanitario Elettronico, che dovrà essere disponibile per il paziente e soprattutto per tutte le strutture di cura.  A essere aggiornati saranno però anche gli applicativi centrali del Ministero, quelli che servono a monitorare l’efficienza dei diversi distretti sanitari.

Mezzo miliardo alla ricerca biomedica

Alla ricerca tuttavia saranno riservati solo 520 milioni, con un focus particolare sulle malattie rare e altamente invalidanti come quelle di origine neurologica. Mentre 740 milioni saranno destinati alla formazione dei medici e del personale sanitario. Perché non basta acquistare nuovi macchinari se non si dispone di chi li può usare. Vi saranno inoltre 2.700 borse di studio aggiuntive e 4.200 contratti di formazione specialistica in più. Ma non saranno trascurate le competenze manageriali. Saranno formate in questo senso 24.500 persone entro il 2026. In caso di una nuova pandemia l’Italia vuole farsi trovare maggiormente pronta. Questo è forse il non detto alla base di questa missione del Pnrr sulla salute

I dati si riferiscono al 2021-2026

Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri

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