Nel Pnrr 2,34 miliardi di euro per la riforma Cartabia

Ecco come verranno spesi i soldi per ridurre i tempi dei processi civili e penali

Si parla solo dei fondi, ma il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non consiste solo di investimenti monetari e miliardi stanziati nelle missioni individuate dalla Commissione Europea come decisive per la crescita e la modernizzazione del Paese. Ma anche di riforme. Spesso o a costo zero o quasi, ma non per questo meno importanti. Tra queste una delle più importanti è la riforma Cartabia della giustizia.

Che cosa è la riforma Cartabia della giustizia

Da decenni è chiara a tutti la consapevolezza che la lentezza con cui viene amministrata la giustizia in Italia e le inefficienze che la contraddistinguono sono tra i freni dello sviluppo e della crescita del Paese inibendo, tra le altre cose, gli investimenti esteri.

Nello stesso Piano che il Governo ha redatto per illustrare come intende spendere i soldi del Pnrr si sottolinea come sia stato dimostrato che a un aumento dei procedimenti pendenti di 10 casi per 1000 abitanti corrisponda una riduzione del Pil dell’1,5%. E come invece ridurre la durata di tali procedimenti del 50% contribuisca ad accrescere le dimensioni medie delle imprese manifatturiere del 10%, e passare da 9 a 5 anni nella definizione dei processi per fallimento incrementi la produttività dell’economia dell’1,6%. È per questo che la riforma Cartabia della giustizia è una delle priorità del Pnrr.

riforma Cartabia

Riforma Cartabia, arriva l’ufficio del processo

Una delle novità previste dalla riforma Cartabia è l’istituzione dell’ufficio del processo, ovvero un team di personale qualificato di supporto al giudice per aiutarlo nelle attività preparatorie del giudizio. Con l’obiettivo di abbattere i tempi della giustizia. Questi uffici dovranno essere operativi entro il 2022 e nei primi mesi del prossimo anno avverranno le assunzioni del personale necessario. Un’altra riforma sarà quella del processo civile, in cui si cercherà di allargare il ruolo degli strumenti alternativi per la risoluzione delle controversie, con un potenziamento dell’arbitrato, della negoziazione assistita sulla materia familiare, ampliando i temi su cui è possibile una mediazione extragiudiziale.

Le riforme strutturali previste dal governo

Per accelerare i tempi della giustizia il Pnrr prevede anche di introdurre nel processo strumenti telematici, per esempio per sentire i testimoni, l’utilizzo di udienze da remoto,  maggiori filtri di ammissibilità per il ricorso in appello, la possibilità per un giudice di inviare un caso in Cassazione già dal primo grado. Il Governo spera di adottare leggi delega in tal senso entro il 2021 e approvare i decreti attuativi nei primi mesi del 2022.

I riti alternativi nella giustizia civile

Si cercherà anche di rendere più veloci i processi esecutivi, per esempio nel campo delle morosità o delle esecuzioni immobiliari, con una riduzione dei termini, il potenziamento dello strumento della delega, tempi più celeri nella sostituzione del debitore nella custodia. Si introduce anche la vendita privata del bene pignorato da parte del debitore. Il Governo si impegna altresì a fare semplificazioni nel tema dell’espropriazione presso terzi.

Verrà riformata anche la giustizia tributaria

Anche il processo tributario e quello penale sono nel mirino dell’esecutivo. Nel Pnrr si promette a Bruxelles interventi di razionalizzazione e in particolare per quanto riguarda il campo penale oltre al maggior uso di strumenti telematici come nel processo civile e un rispetto più stringente del calendario si mira a essere più selettivi nell’esercizio dell’azione penale, ovvero nella decisione del rinvio a giudizio di un caso. E poi ad ampliare l’utilizzo di riti alternativi, quelli legati al patteggiamento e al giudizio abbreviato.

Per la giustizi saranno stanziati 2,34 miliardi

Dal punto di vista degli stanziamenti monetari i capitoli del Pnrr sulla giustizia prevedono investimenti per 2,34 miliardi, all’interno della prima missione, quella sulla digitalizzazione e sull’innovazione. La grandissima parte, 2,3 miliardi, consiste nel rafforzamento del capitale umano. Saranno assunti 1.600 giovani laureati, 750 diplomati specializzati e 3.000 diplomati per potenziare lo staff amministrativo e tecnico dei tribunali. Per l’ufficio del processo saranno assunti a tempo determinato  16.500 laureati in legge, economia e commercio e scienze politiche.

La formazione professionale dei pm

Naturalmente vi sarà un piano di formazione in collaborazione con la Scuola Nazionale dell’Amministrazione e la Scuola Superiore della Magistratura. Altri 40 milioni saranno usati per l’ufficio del processo della Giustizia Amministrativa. L’obiettivo è di ottenere quei benefici che il Governo delinea nei capitoli sugli impatti finali del Pnrr e in particolare degli interventi sulla giustizia.

L’aumento della produttività che una riduzione dei tempi provoca, come già sperimentato con le precedenti riforme, dovrebbero fare in modo che entro i prossimi 5 anni Pil e consumi siano del 0,2% più alti di quelli che sarebbero senza interventi, entro 10 anni del 0,4% e nel lungo periodo del 0,5%. Si tratta di circa 8 miliardi in più, solo grazie a una giustizia più efficiente. Della stessa misura dovrebbero aumentare anche gli investimenti. Sempre che le tante riforme promesse siano approvate in Parlamento. E questo appare ora l’ostacolo più grosso.

I dati si riferiscono al 2021 e agli anni successivi

Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri 

Leggi anche: La giustizia in Italia è la seconda più lenta in Europa

Ti piace citare i numeri precisi quando parli con gli amici? – La redazione di Truenumbers.it ha aperto un canale Telegram: qui potrai ricevere la tua dose quotidiana di numeri veri, restare aggiornato sui principali dati (rigorosamente ufficiali) e fare domande. Basta un attimo per iscriversi. Un’ultima cosa: siamo anche su Instagram.