Pnrr, 70 miliardi vanno alla tutela dell’ambiente

Circa 25,36 miliardi a energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile

Forse se le priorità non fossero state decise a Bruxelles l’ambiente non sarebbe stata la maggiore priorità del Next Generation Eu. Del resto, si è sempre trattato di un argomento ai margini in Italia rispetto ai grandi problemi economici che da decenni viviamo. Ma visto che in Europa invece è generalmente molto più al centro del dibattito politico, ecco che oggi i temi della transizione ecologica, delle energie rinnovabili, della mobilità sostenibile e della tutela dell’ambiente sono parte integrante del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) italiano. Anzi: la tutela ambientale è l’obiettivo che assorbe più risorse.

La tutela ambientale è la priorità del Pnrr

La missione “Rivoluzione verde e Transizione ecologica”, così è chiamata, è quella cui saranno destinati più miliardi, 69,96 in tutto sui 235,14 del piano. Di questi 59,33 sono quelli del Pnrr vero e proprio, ovvero quelli provenienti dal Recovery Fund, la parte largamente maggioritaria di Next Generation Eu. Cui si aggiungono un miliardo e 300 milioni di React Eu e 9,32 miliardi del fondo complementare governativo che affiancherà i fondi europei.

Le componenti del Pnrr per la tutela ambientale

La suddivisione in componenti e capitoli di questa missione riguarda solo la parte che dovrà essere giudicata dalla Commissione europea, ovvero i 59,33 miliardi. E sono 4 le componenti principali individuate dal governo italiano in questa parte di Pnrr sull’ambiente:

  • agricoltura sostenibile ed economica circolare,
  • energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile,
  • efficienza energetica e riqualificazione degli edifici,
  • tutela del territorio e della risorsa idrica

Ed è la seconda che sono destinate più risorse, 25,36 miliardi in tutto di cui 23,78 provenienti dai fondi di Bruxelles, quella che si occupa di nuove forme di energia e mobilità.

Pnrr ambiente: 8,58 miliardi alla mobilità sostenibile

Gli obiettivi individuati in questa componente sono l’incremento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, la digitalizzazione delle infrastrutture di rete, la promozione della produzione e della distribuzione dell’idrogeno, lo sviluppo di una leadership internazionale nelle filiere della transizione (per esempio in campo rinnovabili e batterie), lo sviluppo di un trasporto locale più sostenibile.

A quest’ultimo capitolo sono assegnate più risorse, 8,58 miliardi, che serviranno a vari scopi. Per esempio creare 570 km di piste ciclabili urbane e 1.250 turistiche, realizzare 11 km di nuove linee metro, 85km, 120km di filovie, 15km di funivie, con l’obiettivo di spostare il 10% del traffico di auto sul trasporto pubblico.

Come eliminare dalle strade il 10% delle auto

Non solo, per chi continuerà a usare l’auto, per invogliare all’acquisto di veicoli elettrici, è prevista la creazione di 7.500 punti di ricarica rapida in autostrada, e 13.755 in centri urbani. All’idrogeno sono invece destinati 3,19 miliardi, alle energie rinnovabili 5,90, alle infrastrutture di rete 4,11. L’altra grande componente di questa porzione del Pnrr sull’ambiente è quella che si occupa di efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, cui andranno 22,36 miliardi, di cui però solo 15,22 di risorse europee, essendo importante qui l’intervento del fondo governativo.

pnrr ambiente

Il rilancio dell’econobus e del Sismabonus

Quasi tutti questi fondi saranno dedicati al prolungamento dell’Ecobonus e del Sismabonus al 110%, che durerà fino al 2023 per gli interventi nelle case popolari e alla fine del 2022 per i condomini. Lo scopo è doppio, il risparmio energetico degli immobili e l’adeguamento antisismico e lo stimolo all’economia con l’attivazione dell’industria delle costruzioni.

Nelle ipotesi del governo saranno 50 mila all’anno gli edifici ristrutturati, per una superficie di 20 miliardi di metri quadri, e un risparmio di circa 0,93 MtonCO2/anno. Il resto andrà agli incentivi per il teleriscaldamento e l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, in particolare delle scuole e degli edifici giudiziari.

La tutela ambientale e della risorsa idrica

La terza componente più importante della missione del Pnrr ambiente riguarda la tutela del territorio e della risorsa idrica. A questa sono destinati 15,37 miliardi, di cui quasi tutti, 15,06 provenienti da fondi europei. Il capitolo maggiormente finanziato in questo caso è quello che si occupa del contrasto al dissesto idrogeologico, che in Italia è da sempre un problema gigantesco. Gli 8,49 miliardi che saranno versati dovranno servire ad aiutare i singoli comuni nella messa in sicurezza del territorio. Circa 4,38 miliardi poi saranno spesi per risparmiare acqua, per esempio riducendo le perdite dalla rete idrica del 15% con il rinnovo delle tubazioni e la digitalizzazione della loro gestione.

Pnrr ambiente: 6,97 miliardi all’agricoltura sostenibile

La componente sull’economia circolare e l’agricoltura sostenibile è la più piccola, per essa verranno destinati 6,97 miliardi in tutto, 5,27 provenienti dalla Commissione Europea. E comprende sia il tema dei rifiuti sia quello di una filiera agroalimentare sostenibile. Nel primo caso è prevista per esempio la spesa di 1,5 miliardi per la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti stessi. Il 60% degli interventi saranno al Centro-Sud, che è più indietro anche in questo ambito. L’obiettivo è arrivare al 65% di raccolta differenziata entro il 2035.

Più parchi solari e meno eternit e pesticidi

Altri 2,80 miliardi saranno spesi invece per creare un parco agri-solare, attraverso l’installazione di pannelli ad energia solare che dovranno ridurre gli elevati costi energetici nell’agricoltura, e allo stesso tempo a sostituire l’eternit in molti tetti degli edifici di questo segmento produttivo. Ma anche per ammodernare i macchinari agricoli e sviluppare un’agricoltura di precisione, digitalizzata, che porti alla diminuzione dell’uso di pesticidi del 25-40%. Il tutto nella consapevolezza che la filiera agro-alimentare è fondamentale per la nostra economia e ancora più che per quella di altri nostri partner europei, e che deve crescere e diventare più produttiva senza essere anche più inquinante.

I dati si riferiscono al 2021

Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri

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