Mercato dei liquori: dove esporta di più l’Italia?

Il 33.6% dell’export è in Nord America: i dazi Usa sempre più vicini

L’Italia esporta gran parte delle sue produzioni di alcolici nella terra di Trump. Per questo la politica statunitense sui dazi mette in pericolo la vendita di liquori made in Italy. Potrebbero essere colpite un centinaio di aziende nostrane e di conseguenza minati migliaia di posti di lavoro. I dazi potrebbero essere applicati sul 25% dei prodotti esportati in Usa e provocare una perdita del 35% del valore dell’export del liquore.

I liquori in vendita

Come si vede nel grafico sopra, nel 2018 il 34,6% della produzione italiana è stata destinata al mercato europeo. Al secondo posto, fra i paesi in cui esportiamo di più ci sono proprio gli Stati Uniti dove le aziende italiane di liquori hanno distribuito il 33,6% dei propri prodotti. Solo il 15,3% di liquori viene invece esportato nei paesi del centro e sud America.

Allarme dazi Usa

Il governo Trump ha da poco pubblicato sul Federal Register la lista di prodotti europei che saranno colpiti dall’aumento dei dazi Usa che saranno pari al 25%del valore del bene importato (in questo caso i liquori) e interesserà, secondo una stima fatta da Federvini, un valore di quasi 163 milioni di dollari nel mercato del liquore e cordiali. Questo vuol dire che la tassa peserà su una singola bottiglia circa 2/2,25 dollari.

Liquori e gli altri paesi

Nel settore alcolici non è solo l’Italia ad essere colpita dai dazi statunitensi. Ci sono anche i tipi di liquore prodotti in Germania, Irlanda, Spagna e Regno Unito e inoltre il whisky scozzese, irlandese e single-malt. Fra beni di consumo di origine europea a essere stati colpiti ci sono, fra gli altri, i prodotti tecnologici e aeronautici, i vini francesi, le olive spagnole, la lana e il caffè. La misura che sta facendo tremare l’Europa dovrebbe entrare in vigore a partire dal 18 ottobre.

I dati si riferiscono al 2018

Fonte: Confindustria – Federvini

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