La Cina produce 2,2 miliardi di tonnellate di cemento

Asiatici 7 dei primi 10 produttori. Quarto è Heidelberg (che controlla Italcementi)

C’era una volta il legno, il bambù, il fango. Di questo erano fatte la gran parte delle case in Cina. La poderosa e veloce crescita economica di questo Paese ha significato anche questo, che il manufatto in cemento in breve tempo ha sostituito quello in altri materiali. Come in tutte le aree emergenti del mondo è stato il settore dell’edilizia ad espandersi di più con il boom economico, tanto da creare una bolla che attualmente rischia di scoppiare.

La sempre maggiore domanda di case, palazzi, capannoni e impianti industriali ha portato i cementifici cinesi a produrre sempre di più, fino al punto in cui ben sette delle prime 10 imprese del settore a livello globale in questo ambito vengono dal Paese più popoloso al mondo.

Le prime al mondo sono la Cnbm e la Anhui Conch Cement

Al primo posto, infatti, vi è Cnbm, acronimo di China National Building Material, un’azienda pubblica perché posseduta da China National Building Material Group, di proprietà statale. La sua capacità produttiva produzione annua è di ben 521 milioni di tonnellate, secondo i dati del 2020.

In questo ambito si usa questo indicatore più che la produzione vera e propria, come spesso accade anche in altri settori, come l’Oil & Gas, perché l’effettivo livello dell’output può variare moltissimo in base alle fluttuazioni della domanda.

L’espansione del cemento cinese

Il colosso cinese, con sede a Pechino, promette di espandersi ancora in futuro, grazie agli importanti investimenti fatti nel campo delle energie rinnovabili, nello specifico nella produzione di celle e impianti fotovoltaici, e alla crescente presenza all’estero. È infatti attiva in altri 28 Paesi, soprattutto in via di sviluppo, come Nigeria, Zambia, Tanzania.  Qui oggi chi vuole produrre un manufatto in cemento economico può rivolgersi quasi esclusivamente ad aziende cinesi, e tra queste è la Cnbm a essere leader. È approdata, inoltre, anche in Germania, dove però si occupa soprattutto di turbine e pale eoliche e di pannelli solari.

Meno proiettata sui mercati internazionale, al punto da non avere neanche un sito in inglese, è, invece, il secondo maggiore produttore, Anhui Conch Cement, di Wuhu, regione di Anhui, appunto. Questa è la più grande azienda del settore a livello di produzione nella Cina continentale, e in tutto ha una capacità di 355 milioni di tonnellate all’anno. Una parte, seppur minoritaria, è comunque realizzata all’estero, anche se a differenza della Cnbm non si spinge oltre l’Asia, essendo presente in Indonesia, Myanmar, Laos, Cambogia, Paesi in cui l’influenza economica di Pechino è, del resto, sempre più forte.

Il manufatto in cemento europeo è targato Holcim e Heidelberg

Il dominio cinese è evidente anche dalla classifica dei produttori per Paese. In Cina sono realizzati 2.200 milioni di tonnellate di cemento all’anno, e a grandissima distanza vi sono l’India, con 340, il Vietnam, con 96, gli Usa, con 90. Non si cono Stati europei tra i primi 12, a dimostrazione del fatto che l’edilizia è ormai in questa parte del mondo a uno stadio di maturità e stagnazione, da cui può essere svegliato solo con incentivi pubblici come quelli previsti nel Pnrr, per esempio.

A maggior ragione, quindi, è degno di nota che al terzo e quarto posto mondiale tra i produttori vi siano due aziende multinazionali europee. La svizzera Holcim, con 287 milioni di tonnellate, e la tedesca Heidelberg Cement, con 187.

La prima delle due si chiamava fino al 2021 LafargeHolcim, ha cambiato il proprio brand solo negli ultimi mesi, e a fronte del terzo posto in ambito produttivo è al primo per valore di mercato: raggiunge i 35,07 miliardi di dollari, superando anche i colossi cinesi. Questo primato è dato dalla focalizzazione della multinazionale svizzera in prodotti a maggiore contenuto tecnologico e valore aggiunto. È particolarmente impegnata in ambito ambientale:  la ricerca e la produzione del manufatto di cemento ecologico del futuro occupano una parte importante dei suoi investimenti.

Questi ultimi sono altamente diversificati anche a livello geografico. Holcim è, infatti, presente in tutto il mondo, dall’Italia agli Stati Uniti, dalla Cina al Madagascar.

manufatto di cemento

Italcementi è parte di Heidelberg Cement dal 2016

Il principale concorrente di Holcim parla anche italiano. Si tratta, infatti del gruppo tedesco Heidelberg Cement, che nel 2016 ha completamente acquisito la più grande realtà italiana del settore, Italcementi, Insieme sono presenti in 50 Paesi del mondo. La maggiore capacità produttiva, di 58 milioni di tonnellate, il gruppo ce l’ha nella regione Asia/Pacifico, dove ha 16 impianti. Il cemento qui prodotto supera anche quello realizzato nell’Europa occidentale e meridionale, dove l’output complessivo è di 44,1 milioni di tonnellate.

In Italia, in particolare, sono presenti 8 cementiere a ciclo completo, una per prodotti speciali e 7 centri di macinazione. Il loro numero è aumentato in seguito all’acquisizione da parte di Italcementi dell’azienda Cementir.

Come Holcim anche Heidelber Cement dà molta importanza all’aspetto della sostenibilità, e punta a essere nel lungo periodo carbon-neutralovvero a non innalzare la produzione di CO2. Il primo passo sarà, nelle intenzioni della multinazionale, ridurla entro il 2030 del 15% rispetto al livello del 2019.

Tra i colossi del cemento solo Ultra Tech non è cinese

Per chi volesse trovare un manufatto in cemento prodotto da una grande azienda asiatica non cinese, l’unica soluzione sarebbe la multinazionale indiana Ultra Tech Cement, Si tratta anche dell’unica impresa che riesce a produrre più di 100 milioni di tonnellate in un solo Paese che non sia la Cina, l’India appunto.

Complessivamente di cemento ne produce 117 milioni di tonnellate, con solo una piccola parte al di fuori del Subcontinente, quindi. Il secondo Paese con più abitanti al mondo, del resto, è in rapida crescita, sia a livello di popolazione che soprattutto di reddito, e sta sostituendo la Cina come superpotenza emergente in questo senso. La necessità di infrastrutture, autostrade, aeroporti, ma anche ospedali e scuole, è enorme, e il solo mercato interno è sufficiente per la sua azienda più importante del settore del cemento per essere tra le prime dieci al mondo, in sesta posizione nello specifico.

Il cemento del futuro parlerà cinese?

Per ora gli altri posti in graduatoria sono occupati da multinazionali e imprese cinesi, come Jidong Development Group, a quinto, con i suoi 170 milioni di tonnellate di di produzione, e poi Shandong Shanshui Cement Group (100), Huaxin Cement (100), Cemex (93) e Hongshi Cement (83), dal settimo al decimo posto.

Chi produrrà il manufatto di cemento che verrà impiegato nella produzione del prossimo grattacielo di Milano o del nuovo stadio di San Siro? Anche in questo campo la capacità di innovare sarà determinante per le imprese europee per resistere al dominio cinese.

I dati si riferiscono al 2020

Fonte: Firmsworld

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