Primi in Europa per scarse competenze alfabetiche e matematiche
Quando si parla di incompetenze, battiamo tutti, dalla Grecia alla Finlandia, dalla Spagna all’Estonia. In Europa non c’è nessun popolo che ci batta in quanto a ignoranza ed è da qui che nasce l’analfabetismo in Italia
Dove nasce l’analfabetismo in Italia
Siamo al primo posto per scarse conoscenza alfabetiche e matematiche, in sostanza per quelle competenze scolastiche ritenute essenziali per la crescita individuale e della società. Un risultato che è anche frutto dell’abbandono scolastico che, in Italia, è particolarmente elevato.
Il grafico mostra la percentuale di quelli che hanno fallito il “test” messo a punto dall’Piaac (Programme for the International Aessment of Adult Competencies). In sostanza, chi ha totalizzato solo un punto su una scala che va da zero a cinque. Come dire: l’insufficienza. Ebbene, solo il 15% dei finlandesi è stato “bocciato” l’esame, contro il 38% degli italiani. Sul podio, tutto al negativo, dopo di noi ci sono la Spagna, al secondo posto, e la Grecia al terzo.
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Italiani ignoranti anche se sono laureati
Non tutti sono analfabeti allo stesso modo: ci sono anche quelli che hanno studiato fino alla laurea e, nonostante questo, falliscono il test sulle competenze di base. E non è affatto una sorpresa. Sì, perché uno studio dell’Ocse rileva che circa il 28% degli italiani tra i 15 e i 65 anni è analfabeta funzionale. Cosa significa?
L’analfabetismo funzionale in Italia
L’analfabetismo funzionale consiste nella assoluta incapacità di capire, elaborare e, quindi, utilizzare nozioni base. Non si tratta solo di nozioni lette su un libro o su un giornale, ma anche di quelle vissute, di esperienze di vita di tutti i giorni. L’analfabetismo funzionale in Italia è un gravissimo danno non solo per la persona che ne soffre, ma per l’intero sistema Paese che così perde delle potenziali competenze. Per di più da parte di ben il 28% della popolazione.
Chi studia ma non ha nessuna skill
Il grafico sotto mostra la percentuale di chi ha poche o nessuna skill, in rapporto al livello di istruzione. Forse non stupisce che la maggior parte degli analfabeti non siano andati oltre le scuole medie, ma sembra incredibile che ci sia un 2% di analfabeti con una laurea in mano.
Quanto conta davvero il “pezzo di carta”?
Con una formula molto educata, il documento messo a punto dal Parlamento europeo fa notare che avere una qualifica non significa esserne effettivamente all’altezza. Insomma, il “pezzo di carta” in mano non garantisce nulla contro l’ignoranza.
I dati si riferiscono al: 2013
Fonte: Parlamento Europeo, Piaac
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