Aliquote Irap nelle regioni italiane, record al Sud

In Molise si tocca il 4,97% rispetto al limite ordinario del 3,9%. A Trento il 2,68%

Da quando l’imposta è stata introdotta, nel 1998, l’aliquota Irap è probabilmente tra le incombenze più odiate dagli imprenditori. Parliamo dell’Imposta Regionale sulle Attività Produttive. È un’imposta diretta, come l’Irpef, pensata a fine anni ’90 in sostituzione di una serie di altre tasse regionali come Ilor, Iciap, tassa sulla partita Iva, imposta sul patrimonio netto delle imprese, tassa sulla salute. Vediamo allora quali sono le aliquote Irap in tutte le regioni italiane per vedere chi paga (o dovrebbe pagare) di più.

Chi deve pagare e fare il calcolo dell’Irap

L’obiettivo era di dare un flusso di gettito stabile alle regioni che avrebbero avuto sempre più competenze e semplificare il sistema fiscale. Tuttavia a differenza che per altri tributi nel caso dell’Irap l’imponibile è il valore della produzione, ovvero quanto effettivamente viene prodotto nell’anno, aggiungendo al fatturato le giacenze dell’anno in corso (quanto prodotto e non ancora venduto) e togliendo quelle dell’anno precedente. Non si tratta quindi dell’utile, perché ai fini del calcolo dell’Irap al valore di produzione si possono sottrarre alcuni costi come gli acquisti di materiale ma non svalutazioni, accantonamenti per i rischi, e soprattutto non i costi per il personale.

Le agevolazioni Irap per i nuovi assunti

Vuol dire che anche un’azienda in perdita deve pagare l’Irap, per esempio. Solo nel 2015 sono state introdotte alcune deduzioni legate al costo del lavoro, in particolare per i nuovi assunti a tempo indeterminato. Tra l’altro si applica solo agli stabilimenti italiani ed è stata nel tempo un incentivo alle delocalizzazioni, soprattutto verso Paesi che non hanno imposte simili.

Aliquote Irap nelle regioni italiane, la più bassa è in Trentino

A proposito di localizzazione delle imprese certamente non aiuta neanche la diversità presente all’interno dell’Italia. Le aliquote Irap applicate attualmente appaiono molto diverse l’una dall’altra in base alla regione esaminata. Appare evidente come siano le regioni più povere quelle che sono costrette a fare pagare di più, mentre sono quelle con i redditi più elevati quelle che si possono permettere un’aliquota Irap minore. Tra le prime ne troviamo alcune del Mezzogiorno, tra le seconde soprattutto regioni del Nord.

L’aliquota Irap ordinaria, nel 2008, è stata abbassata dal 4,25% al 3,9%, ma con una fascia di oscillazione all’interno della quale le regioni possono variare. Così gli imprenditori che debbono effettuare il calcolo dell’Irap da pagare in Campania si ritrovano un’aliquota Irap che nella regione meridionale è del 4,97%, come in Molise, la più alta d’Italia, mentre all’estremo opposto vi è quella applicata dalla provincia autonoma di Trento, dove è del 2,68%.

Aliquote Irap nelle regioni italiane, al Sud si paga di più

È chiaro come l’Irap nel Mezzogiorno vada in direzione opposta a quella voluta da chi si propone una maggiore attrattività delle regioni del Sud per le imprese. Il problema è che queste ultime hanno bilanci in condizioni peggiori e non possono permettersi sgravi fiscali.

Più di metà delle regioni rimangono su un’aliquota Irap media del 3,9%, tra queste quelle maggiormente industrializzate, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana. Mentre il Lazio è quella che ce l’ha più alta, del 4,82%, al di fuori del Mezzogiorno. A seguire invece l’esempio del Trentino, con un taglio dell’Irap, vi sono Sardegna e Alto Adige in cui l’imposta è rispettivamente del 2,93% e del 3,3%.

È chiaro come l’essere regioni a Statuto Speciale, con agevolazioni fiscali e con ingenti trasferimenti dallo Stato Centrale, consenta di contenere la tassazione. Il calcolo dell’Irap da pagare in tali aree del Paese porta a piacevoli sorprese agli imprenditori che vi vogliano investire. Basti pensare che la Sicilia, regione del Sud tra le più povere in Italia, con conti pubblici non floridi, riesce ad applicare l’aliquota Irap standard, quella del 3,9%, come Lombardia o Veneto.

aliquote Irap regioni italiane

Le aliquote Irap come strumento di politica economica

Quelle prese in esame, anche nella nostra infografica, sono le aliquote ordinarie. Come e più di quanto avviene per altre imposte il calcolo dell’Irap da pagare può cambiare in base a chi deve pagarle. Per esempio le banche pagano almeno il 4,65%, le assicurazioni il 5,9%, le amministrazioni pubbliche l’8,5%.

Ma non solo, le regioni possono applicare maggiorazioni e sgravi: in Lombardia per esempio l’Irap aumenta dello 0,92% e arriva al 4,82% per gli esercizi in cui sono installate slot machines, per disincentivare la diffusione, mentre scende della stessa misura per chi le elimina dal proprio locale. La regione economicamente più importante d’Italia, come altre, ha anche un’aliquota più elevata di quella minima applicabile per gli istituti bancari e le società finanziarie, del 5,57%, e anche per le assicurazioni, del 6,82%. Il calcolo dell’Irap da pagare dà risultati molto diversi anche se a farlo sono imprese che le amministrazioni pubbliche per motivi politico-economici vogliono proteggere e agevolare. Per esempio in Veneto quelle nuove a presenza giovanile e femminili pagano un’aliquota solo del 2,9%.

Aliquota Irap, regole diverse in tutte le regioni

Vi sono altri esempi che si possono fare. In Sicilia non pagano l’Irap le aziende turistico-alberghiere e quelle operanti nell’ambito della cultura con meno di 10 milioni di fatturato, che sono state parificate alle associazioni benefiche, mentre in Sardegna non versano la tassa tutte le nuove attività produttive ma, in compenso, sull’isola le banche pagano il 5,57%, come in Lombardia. Sostanzialmente le aliquote Irap sono anche uno degli strumenti in mano alle regioni per fare politica economica, per cercare di indirizzare lo sviluppo della regione in una certa direzione, per incentivare questo o quel settore. Almeno quando è possibile.

In Campania l’aliquota Irap più alta d’Italia

Le aliquote applicate in Campania, per esempio, mostrano come laddove il bilancio pubblico è costantemente in rosso non ci si può permettere ampi margini di manovra: nessuna categoria in questa regione gode di sgravi e si ritrova a pagare meno dell’aliquota generale del 4,97%, già la più alta del Paese.

Il gettito Irap rappresenta più di metà delle entrate per tributi propri delle regioni, ed è per tale dipendenza, di fatto, da questa imposta che le amministrazioni regionali hanno sempre visto con diffidenza una sua totale abolizione.

Quando è nata l’Irap?

L’Imposta Regionale sulle Attività Produttive, l’Irap, è stata introdotta in Italia con la Legge finanziaria per l’anno 1997 (Legge 30 dicembre 1996, n. 662) ed è stata promulgata il 30 dicembre 1996 con l’entrata in vigore a partire dal 1º gennaio 1997. Il governo che ha introdotto l’Irap è stato quello di Lamberto Dini, che ha seguito il governo guidato da Silvio Berlusconi.

I dati si riferiscono al: 2023

Fonte: Ministero dell’Economia e delle finanze

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