Grecia: l’Ocse spiega perché ha fallito e la Grexit è ancora un rischio

riforme in Grecia

“Le riforme approvate non sono state implementate”. Ma qualcosa non torna…

“Le riforme non hanno dato la spinta alla crescita che ci si aspettava”. Lo scrive nero su bianco l’Ocse in un corposo rapporto sulla situazione economica della Grecia. Aggiungendo, però, subito che il Paese non ha realizzato tutte le riforme che le erano state chieste per la concessione dei vari prestiti che le sono stati concessi nel corso del tempo dal Fondo Monetario Internazionale (oltre che da Banca Centrale e Commissione Europea che formano la cosiddetta Troika). La Grexit, insomma, nonostante tutto, è ancora un’opzione.

Non  basta una legge per evitare la Grexit

Il punto cruciale, infatti, non è quante riforme sono state approvate dal Parlamento greco e sono diventate legge, perché da questo punto di vista lo stesso Ocse, in un precedente rapporto, ammette che non ci sono stati ritardi, ma quante di queste riforme sono state effettivamente implementate nella vita di tutti i giorni del popolo greco.

Grexit

Se sul piano dell’approvazione delle riforme anche l’Ocse riconosce che la Grecia è stata ai patti, è sul piano della loro realizzazione pratica che è molto indietro. Molto più indietro rispetto ad altri due Paesi che, come lei, hanno ottenuto prestiti dal Fondo Monetario nell’ambito delle operazioni di salvataggio: Portogallo e Irlanda. Come si vede dal grafico, è l’Irlanda il Paese che le ha implementate all’80% nei tempi previsti e al 90% considerando anche quelle arrivate in ritardo. Il Portogallo sfiora il 100%, comprese le riforme realizzate in ritardo.

La Grecia, invece, ha implementato solo il 60% delle riforme previste e arriva al 70% se si considerano anche quelle realizzate parzialmente e quelle giunte in ritardo. Per questo l’ipotesi di uno scenario Grexit non può essere ancora del tutto esclusa.

Le conseguenze della Grexit

Nonostante il riconoscimento che “in alcuni casi” la politica di riforme troppo sbilanciate sul lato del rigore fiscale, l’Ocse sostiene che se la Grecia avesse implementato effettivamente tutte le riforme richieste, il suo Pil sarebbe cresciuto del 13,4% tra il 2010 e il 2014. Ed è stato a causa dei ritardi se la previsione non si è realizzata dato che in quegli anni il Pil è sceso del 5,3% nel 2010, dell’8,9 nel 2011, del 6,6 nel 2012, del 4% nel 2013 ed è cresciuto dello 0,7 nel 2014.

Nella stima della crescita, inoltre, l’Ocse non comprende la riforma giudiziaria, la riforma del diritto fallimentare e la modernizzazione della pubblica amministrazione.

I dati si riferiscono al: 2014

Fonte: Ocse

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