Solo il 47% dei fondi europei per lo sviluppo sono stati spesi

Nel Sud Italia va ancora peggio: 38%. E ora arrivano i 248 miliardi del Pnrr

Presto avremo i 248 miliardi di euro del Pnrr, ma il problema è che non riusciamo a spendere nemmeno i fondi già arrivati, quelli dei programmi europei 2014-2020. Partiamo dalle basi: i fondi europei per lo sviluppo sono sempre stati lo strumento principe dell’Ue per perseguire uno dei suoi obiettivi più importanti, quello della convergenza tra le aree più povere e quelle più ricche. Ne esistono diversi, ma i due più importanti sono: il Fse, ovvero il Fondo Sociale Europeo, e i fondi Fesr, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.

Quanti fondi Fesr europei spendiamo?

Il primo punta alla lotta alla disoccupazione e alla promozione della coesione economica e sociale, soprattutto nelle regioni più svantaggiate, quelle con un Pil pro capite inferiore al 75% di quello medio europeo. Finanziando progetti nell’ambito delle politiche per il lavoro, dell’istruzione per migliorare il capitale umano, della mobilità dei lavoratori. I fondi Fesr invece finanziano soprattutto le imprese, anche qui dando maggiore priorità alle regioni meno sviluppate, con progetti su innovazione e ricerca e sviluppo (R&D), taglio delle emissioni di carbonio, digitalizzazione, sostegno alle Pmi. Forse si tratta dei fondi che più precorrono il Next Generation Eu.

Perché l’Italia non è capace di spendere i fondi europei

E tuttavia l’Italia non sembra essere capace di spenderli. L’ultimo allarme è stato lanciato dal Ministro per il Sud Mara Carfagna, ma si tratta di un problema antico. Su circa 51,5 miliardi, di cui quasi 17 tra l’altro provenienti da un contributo governativo interno e non da Bruxelles, solo meno di metà sono stati spesi. Il fatto è particolarmente grave considerando che si tratta di fondi europei per lo sviluppo stanziati per il budget comunitario del 2014-2020, che quindi avrebbero dovuti essere almeno già tutti impegnati.

La capacità di spendere i fondi Fesr nel Sud

Nello specifico per quanto riguarda i fondi Fse in pagamento risultavano alla fine di febbraio solo il 46,5% del totale disponibile mentre si saliva al 71,4%  se parliamo di risorse impegnate, anche se ancora non spese. Tuttavia, la situazione peggiore è quella che riguarda il denaro destinato alle regioni meno sviluppate che nel caso italiano corrispondono a quasi tutte quelle del Mezzogiorno.

I fondi europei in Abruzzo, Molise e Sardegna

In questo caso a essere in pagamento erano solo 2 miliardi e 971 milioni su 7 miliardi e 811 milioni, ovvero solo il 38%. Anche le regioni in transizione, quelle con un Pil pro capite più alto della soglia del 75% della media ma comunque inferiore alla media stessa, erano riusciti a spendere solo il 38,5%. Nel nostro Paese si tratta di Abruzzo, Molise e Sardegna. Meglio, con il 55,5%, avevano fatto le aree più sviluppate, quelle con i redditi maggiori, e che in un certo senso sono quelle che hanno un bisogno meno urgente di questi aiuti.

Dati leggermente più positivi nel caso dei fondi Fesr, non tanto perché i pagamenti sono uno 0,5% in più rispetto ai Fse, il 47%, ma perché sono le risorse destinate alle aree meno sviluppate quelli maggiormente spesi, al 49%, 10 miliardi e 735 milioni su 21 miliardi e 913 milioni totali. Si tratta tra l’altro della fetta più importante tra tutti i fondi europei per lo sviluppo qui esaminati.

fondi fesr

I programmi operativi regionali e quelli nazionali

Oltre a una suddivisione per tipologia di fondi europei per lo sviluppo e per destinatario, si può distinguere anche per categoria di programmi varati per l’utilizzo dei fondi stessi. Ci sono per esempio i Por, Programmi Operativi Regionali, responsabilità delle singole regioni. E i Pon, Programmi Operativi Nazionali, di cui si occupa il governo nazionale, che ha lanciato progetti specifici per area tematica. C’è il Pon governance e capacità istituzionale, il Pon città metropolitana, il Pon per la scuola, il Pon imprese e competitività, attivo solo sui fondi Fesr, il Pon legalità.

A che cosa sono destinati i fondi Fesr

Quest’ultima in particolare si occupa in Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, di supportare la Pubblica Amministrazione nella lotta alla criminalità e alla corruzione, nonché di inclusione sociale per gli immigrati, per prevenire comportamenti illegali, o del recupero dei beni confiscati. Ebbene è proprio il Pon legalità a essere il fanalino di coda per quanto riguarda la percentuale di fondi spesi, solo il 18,2%. Mentre per il Pon imprese si sale al 75,7%.

Per quanto riguarda i Por regionali quelli più indietro sono quelli delle regioni in transizione, che hanno speso meno del 40% dei fondi spettanti a tali programmi. La Ue chiede ora che per il 2023 siano rendicontati 29,7 miliardi. Si tratta di una sfida per la Pubblica Amministrazione italiana, sia a livello locale che nazionale. Un banco di prova in vista dell’arrivo dei 248 miliardi di fondi del Pnrr, che non ci possiamo assolutamente permettere di sprecare.

I dati si riferiscono al: febbraio 2021

Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze

Leggi anche: Fondi europei, la Puglia è la regione più efficiente

Ti piace citare i numeri precisi quando parli con gli amici? – La redazione di Truenumbers.it ha aperto un canale Telegramqui potrai ricevere la tua dose quotidiana di numeri veri, restare aggiornato sui principali dati (rigorosamente ufficiali) e fare domande. Basta un attimo per iscriversi. Un’ultima cosa: siamo anche su Instagram.