Chi finanzia le Ong: ecco a chi vanno i soldi della Ue

Tra il 2014 e il 2021 spesi 42,7 miliardi. Max Plank Insitute è il più ricco

A poche settimane dell’approvazione da parte del Governo italiano del Decreto Ong, che tra le altre cose prevede limiti stringenti all’attività delle navi Ong in missione di salvataggio nel Mediterraneo, ecco l’elenco delle Organizzazioni non governative finanziate dall’Unione Europea. L’elenco e gli importi sono forniti dal Sistema di Trasparenza Finanziaria del Direttorato per il Bilancio della Commissione Europea e permette di sapere non tanto chi finanzia le Ong (sono tutti soldi europei) quanto chi riesce a farsi finanziare.

Chi finanzia Ong: come vengono usati i fondi europei

Il grafico sopra mostra l’elenco delle 30 che hanno ricevuto i maggiori fondi nel periodo che va dal 2014 al 2021. Partiamo dal totale. Per le Ong la Ue ha speso, in questo di lasso di tempo, 42 miliardi e 763 milioni di euro. Parliamo  in particolare di “commitments”, ovvero impegni finanziari, che precedono, a volte anche di molto tempo, gli effettivi esborsi di cassa. Questi ultimi sono quindi ovviamente meno, 34 miliardi e 722 milioni, perché molti degli impegni del 2020 e 2021 non si erano ancora trasformate in erogazioni.

Come è facile immaginare è stato tra l’altro proprio nel 2020, l’anno più duro per la pandemia di Covid, che la Commissione Europea ha varato più finanziamenti per le Ong, per 7 miliardi e 598 milioni di impegni in tutto. Dal 2014, comunque, vi era stato un progressivo aumento delle voci di bilancio dedicate alle Organizzazioni Non Governative. Basti pensare che nel 2014 erano stati erogati 3 miliardi e 55 milioni, due anni dopo erano diventati 5 miliardi e 63 milioni, più di due miliardi in più, e poi 6 miliardi e 4 milioni nel 2019.

Il primo calo vi è stato proprio nel 2021: dopo il picco del 2020 i finanziamenti europei alle Ong sono scesi a 5 miliardi e 373 milioni di euro.

Chi finanzia Ong più ricche

Nell’elenco delle Ong il primo posto spetta alla tedesca Max Plank, che non è precisamente un’organizzazione caritatevole, ma uno dei maggiori istituti di ricerca di base del mondo, ed essendo senza fini di lucro ha quindi potuto accedere ai finanziamenti. Ha ottenuto 857 milioni e 260 milioni in 8 anni, in maggioranza da parte del Direttorato per la Ricerca e l’Innovazione e quello per le Reti di Comunicazione e la Tecnologia.

Al secondo posto c’è il Norwegian Refugee Council con 604,7  milioni di euro. Come è facile intuire si occupa di assistenza ai rifugiati, e quasi tutte le risorse erogate a suo favore, in aumento nel corso degli anni, sono arrivare da Echo, il Direttorato per la Protezione Civile e gli Aiuti Umanitari. Il dato particolare è che si tratta di un’organizzazione di un Paese che non è membro della Ue.

I centri di ricerca fanno il pieno di finanziamenti

Terzo posto per un altro istituto di ricerca, sempre tedesco, il Fraunhofer-Gesellschaft, che è in realtà una rete di centri che si occupano di tecnologia di ogni tipo, dalla biologia molecolare, all’ingegneria biomedica, dalla matematica industriale all’energia solare. È presente anche in altri Paesi, tra cui l’Italia, con un istituto a Bolzano. Ha ricevuto in tutto 593,22 milioni tra 2014 e 2018.

chi finanzia ong

Ong tedesche quelle con i più ricchi finanziamenti europei

Come si intuisce già dal podio delle organizzazioni con maggiori finanziamenti la maggioranza relativa delle risorse è andata alle Ong tedesche, 3 miliardi e 440 milioni in totale. Si tratta di un dato in contrasto con quello del budget europeo nel suo complesso che con l’attivazione del PNRR ha invece l’Italia come suo maggiore beneficiario.

Al secondo posto, nonostante la Brexit, il Regno Unito, con 2 miliardi di euro. Se però considerassimo solo il 2021, il primo anno dopo l’uscita degli inglesi dalla UE, in realtà il Paese sarebbe solo nono. Tutto fa intendere che nei prossimi anni il ruolo delle Ong inglesi all’interno del budget UE sarà molto più marginale.

E l’Italia? Le Organizzazioni Non Governativa italiane si sono piazzate solamente in nona posizione quanto a finanziamenti europei tra il 2014 e il 2021, con 729 milioni ricevuti, meno del solo istituto Max Planck, insomma. Più di loro hanno avuto le Ong francesi, un miliardo e 829 milioni, quelle belghe, olandesi e spagnole. In tutti questi ultimi casi è stato superato il miliardo. Anche quelle danesi e norvegesi hanno goduto di erogazioni più generose, nonostante parliamo di Paesi con meno di un decimo dei nostri abitanti.

Chi finanzia le Ong: all’italiana Coopi 84,1 milioni

L’Organizzazione italiana che ha ricevuto di più è Coopi (Cooperazione Internazionale), 84,1 milioni in tutto in 8 anni, ma è solo 38esima tra quelle europee. Emergency, forse la più nota nel nostro Paese, ha avuto solo 27,3 milioni. Ben poco rispetto ai finanziamenti decisamente maggiori di cui hanno beneficiato decine di Ong delle altre nazioni del Vecchio Continente.

Tra queste il Danish Refugee Council, al quarto posto complessivo con 363,9 milioni, il British Council Royal Charter, quinto con 362,1, e poi il German Academic Exchange Service, il Servizio Tedesco per lo scambio accademico, la più grande organizzazione al mondo nel campo della cooperazione tra università.

Tra le prime Ong per finanziamenti europei ricevute ce ne sono poi altre tre che si occupano di azioni umanitarie, la francese Action contre la faim, la sua filiale spagnola Fundacion Accion contra el hambre, l’inglese International Rescue Committee Uk. A esse sono stati destinati rispettivamente 263,3, 246,9 e 232,2 milioni di euro.

Come si vede non sono presenti in questo elenco i nomi più noti delle Ong che gestiscono le navi di soccorso nel Mediterraneo, che ricevono donazioni soprattutto da privati, e solo in piccola parte da soggetti istituzionali.

Quando si è cominciato a parlare di Ong

Il termine “Ong” (Organizzazione Non Governativa) è stato coniato negli anni ’40 per descrivere organizzazioni internazionali che operavano al di fuori del sistema governativo e che si concentravano su problemi sociali e umanitari. Tuttavia, il termine ha cominciato ad essere utilizzato in modo più ampio a partire dagli anni ’60 e ’70, quando molte organizzazioni hanno cominciato ad emergere in risposta alle crisi umanitarie globali, come la guerra del Vietnam e le crisi dei rifugiati.

I dati si riferiscono al: 2014-2021

Fonte: Commissione europea

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