La percentuale dei votanti è sempre in calo. E nel 2016 ci sono le presidenziali
Sarà Donald Trump il prossimo presidente americano? I dati provenienti dal Super Tuesday sembrano indicare di sì: Trump ha vinto le primarie dei repubblicani in Florida, umiliando il rivale Marco Rubio, che si è ritirato. Ora dovrà vedersela con il governatore dell’Ohio John Kasich, che lo ha battuto nel proprio Stato, scippandogli 66 delegati sui 1.237 che servono per ottenere la nomination. Se la ottiene, probabilmente dovrà affrontare Hillary Clinton, anche lei vincitrice delle primarie del Partito Democratico in Florida, North Carolina, Ohio e Illinois.
Il caso del Super Tuesday
Ma quello di cui si comincia a parlare è un altro fatto, e cioè che Trump, con i suoi modi spicci, eloquio da imbonitore, potrebbe riuscire ad invertire una tendenza: quella della diserzione delle urne da parte degli americani.
Nel grafico sopra è indicata la percentuale di votanti per le elezioni presidenziali, e per quelle del Congresso. Alle ultime elezioni per la Casa Bianca del 2012, quelle che hanno visto vincitore Barack Obama per la seconda volta, ha votato il 61,8% degli aventi diritto, in calo rispetto alla percentuale dei votanti nel 2008 quando Obama raccolse il primo successo.
Ma sono le elezioni per il Congresso, l’organo legislativo americano, che mostrano una disaffezione difficilmente recuperabile. Dal 2006 al 2014 la percentuale dei votanti è sempre calata fino a raggiungere il minimo storico di 41,8% nel 2014. E a votare di più sono sempre i bianchi: un dato che, oggettivamente, pone Donald Trump in una posizione di forza rispetto ai suoi concorrenti.
I dati si riferiscono al: 1978-2014
Fonte: Census Bureau
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