Cina, il boom economico fa crollare la disuguaglianza

Dal 1990 l’indice di Gini è cresciuto di 15,1 punti, ma dal 2008 c’è stata una inversione di tendenza

Tra il 1990 e il 2015 la disuguaglianza in Cina è aumentata di 15 punti: più di quanto sia avvenuto nel resto del mondo. Anche di più di quanto sia aumentata in alcune zone del Pianeta dove la distanza tra ricchi e poveri è stata sempre molto ampia, come l’Africa Subsahariana e l’America Latina. Anzi: in queste zone c’è stato addirittura un calo della disuguaglianza.

La disuguaglianza in Cina

Il grafico in apertura confronta la crescita o la diminuizione della disuguaglianza in Cina rispetto ad altre aree del mondo, tra il 1990 e il 2015. I dati, elaborati dal Fondo monetario internazionale, si riferiscono all’indice di Gini, l’indicatore che fotografa la distanza tra ricchi e poveri in una determinata regione (a zero c’è l’uguaglianza totale e a 100 la disuguaglianza estrema).

Gli istogrammi sopra mostrano, quindi, che in 25 anni la disuguaglianza in Cina è aumentata di 15,1 punti e se si vanno a vedere i dati degli ultimissimi anni scopre che la distanza tra ricchi e poveri è in calo solo dal 2008. Ecco il grafico.

Si è passati dai 49 punti del 2008 ai 46,2 del 2015. Numeri positivi, nonostante nel 2016 ci sia stata una mini-risalita a 46,5 che ha allontanato la Cina dai paesi occidentali.

Secondo gli analisti Ocse, il calo della disuguaglianza è frutto del miglioramento della situazione economica nelle regioni più periferiche e nelle campagne. La Cina Occidentale, quella settentrionale al confine con la Mongolia e la Manciuria si sono infatti avvicinate ai livelli di reddito delle zone già più sviluppate, come Pechino, Shanghai, Shenzen e tutta la costa pacifica. D’altra parte basta considerare che nel 2007 il Pil cinese è cresciuto del 14,2% e che negli anni successivi l’aumento della ricchezza nazionale rispetto all’anno precedente non è mi sceso sotto il 6%. Nel 2017 la crescita è stata del 6,9%. Per avere un termine di paragone si deve considerare che il Pil americano è cresciuto del 2,2% nel 2017.

Cala la povertà nelle aree rurali

In questi anni, inoltre, il tasso di povertà nelle aree rurali, anche grazie alla crescita del Pil, è diminuito. Basta guardare il grafico qui sotto.

Gli istogrammi mostrano la percentuale, anno per anno, delle persone che, nelle sole aree rurali, vivono con meno di 1,90 dollari al giorno: come si vede la percentuale è passata dal 96% del 1980 al 5,7% nel 2015.

I dati si riferiscono al 2016

Fonte: Fmi – Bruegel

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